CAPITOLO SETTANTA

 

Carta d’imbarco

 




08/08/2009

 

veglia alle sette , il tempo per spostare l’auto dall’unico posto al sole , caricare i bagagli e si parte . Più o meno unora  di viaggio , poi l’arrivo , col solito , largo anticipo sui tempi . La stanza 503 , la cui soglia avremmo dovuto varcare non prima delle dieci , è già pronta , inutile aspettare , non resta che prenderne possesso .

Alle nove attraversiamo la strada per testare la sabbia , poco dopo la risacca carezza le caviglie e il sole comincia a menare i suoi fendenti che nei prossimi giorni arrostiranno la mia vecchia carcassa nella fornace d’agosto .

L’ombrellone è il 104 , a sinistra una simpatica romena piuttosto in carne , contenuta a stento in un costume  intero e circondata da un ampio stuolo di figli e nipoti , tutti in scala , dal più grande al più piccolo , come le canne di un organo . A destra una chiassosa famigliola campana , con tanto di nonnini a rimorchio . Si esprimono in un napoletano pittoresco , sparando frasi a raffica , in quel loro caratteristico  falsetto urlato . Lei , ad occhio e croce , una quinta esagerata  , lui longilineo e dinoccolato , nel passeggino una bimba , deliziosa .

Pizzichi il labbro inferiore con due dita e ti guardi intorno ,  disponendo gli ombrelloni mentalmente per orientarti , mentre aspetti di sorseggiare il primo decaffeinato di giornata , quindi , immancabile  , fresco di stampa  , il quotidiano . Quello che in genere , almeno per me , resta in edicola tutto il  resto dell’anno .

Le notizie son sempre quelle , scandali di routine e favole di calcio mercato . Ma d’estate è diverso , hai tempo per sfogliarne tutte le pagine spulciando le colonne da cima a fondo  . Puoi finalmente indignarti senza fretta  .

Soliti incontri al vertice e conferenze sul disarmo di chi sembra preoccuparsi di paesi in via di sviluppo e della povera gente che li popola . Dalla stanza dei bottoni girano il mestolo nel minestrone della politica internazionale e giocano alla guerra  come i ragazzini ai quattro cantoni , con una mano regalano latte in polvere , mentre con l’altra vendono carri armati .

Ma il meglio deve ancora arrivare , basta scorrere i titoli e prima o poi ti capita sott’occhio , è il consueto articolo agostano . Un panegirico più che un’intervista  , domande innocue e lodi sperticate , raffazzonate alla meglio dal cronista di Palazzo opportunamente addomesticato  .

L’esordio dell’affarista milionario è sempre quello , “mi sono fatto da solo” , non dategli ascolto  , è una grossissima cazzata  , è solo un buon ladro , e se non ha rubato ,  l’hanno fatto , a suo tempo , il padre o il nonno al posto suo . A lui va solo il merito di aver intuito la legge dell’intrallazzo e di aver saputo approfittare della forza della corruzione . Mai successo di diventare ricco a chi lavora onestamente , tutt’al più benestante .

In genere gode dell’appoggio di amicizie altolocate e ambivalenti , un colpo al cerchio , uno alla botte e il gioco è fatto . Spesso non ha neppure troppi quattrini in cassaforte , ma , complice la banca di turno , è un vero mago a  far fruttare quelli degli altri . D’altra parte si sa , l’ istituto di credito , prima di concedere un prestito , ti sottopone a un interrogatorio da gestapo , ed è disposto ad erogarlo solo quando dimostri , dati alla mano , di non averne alcun bisogno .

Niente di nuovo , mi direte , sì , certo , ma non per tutti è così scontato , basta osservare i risultati dell’ultima , più recente , tornata elettorale . La gente ammira chi sa delinquere , per questo i democratici , scissi a sinistra , si uniscono a destra . E’ una fase di svezzamento dal post comunismo , l’inevitabile passaggio oltre cortina . In una  vasta gamma d’interessi divergenti , si trova l’ omogeneità d’azione sedendo tutti quanti alla stessa mensa . Si dice che l’appetito vien mangiando , e dopo aver osservato come qualcuno non smetta mai , anche il più puro di cuore , votato da sempre al sacrificio , decide che è un vero peccato non approfittare della buona cucina  di chi si dimostra tanto generoso ed ospitale . Così , trovata una sedia vuota corre ad occuparla , prima che qualcun altro più furbo e svelto di lui gliela porti via .

Esempi autorevoli e avvilenti di mediocrità , oggi la politica è questa , figurine minori , crepuscolari , ometti privi di spessore , tutt’altra razza rispetto ai politici di rango di una volta , quelli che s’usava chiamare statisti . E’ un peccato averne perso la stampo , al presente i successori , cauti nelle passioni , con quella loro fissazione d’abbassare i toni , pencolano al vertice senza mai cadere , contagiando con la loro incompetenza anche gli amministratori più onesti .

Intanto il Corriere titola a tutta pagina “Apoteosi Lazio “ , e mo chi se li sente ‘sti burini …

 

 

 

09/08/2009

 

ono le undici di sera , sarebbe una domenica come tante , se non fosse che è il mio secondo giorno di ferie . Mamma chioccia è andata via , ha appena chiamato , tutto a posto , scarso il traffico di rientro, a parte il solito grappolo d’auto incolonnate al semaforo di Torre in Pietra , è già a casa .

Dunque restiamo soli  come previsto , io e il piccolo , sarà divertente , trascorreremo insieme questo scorcio d’estate , al mare , in piscina , in questa splendida camera d’albergo con terrazzo sul mare , frigorifero e dulcis in fundo , sia benedetta , l’ aria condizionata . Quest’anno è andata di lusso , non si è badato a spese , o meglio non c’ho badato io , d’altra parte si vive una sola volta , meglio godersela , almeno finché dura . E che cazzo ! Qui , a furia di dare ascolto al buon senso comune e di fasciarsi la testa prima di rompersela  , si rischia di perdersi il meglio . D'accordo , una delle principali regole delle vacanze di massa imporrebbe oculatezza nelle spese , ma , per questa volta , vedremo di trasgredirla .  

Peccato per le ferie separate , ma a lety farà bene staccare per qualche giorno dal suo ruolo di madre , e a me assumere quello di un padre meno distratto . D’altra parte  , a forza di condurre giornate doppie , in casa  e in ufficio  , lei di tempo libero non ne ha mai avuto . Il sottoscritto  , al contrario, ne ha abusato fin troppo , e imparerà finalmente a pensare meno a se stesso, e un po’ di più a chi ha messo al mondo di comune accordo , salvo poi sdoganare  senza tante remore  , con la traballante scusa di un lavoro asfissiante e tiranno .

Già , col tempo ho imparato a mentire con la stessa naturalezza con cui respiro . L’ho sempre detto , si è innocenti tutt’al più fino a due anni , a tre già si comincia a mentire e fare i capricci , e le scorie dell’infanzia restano dentro . Ma in fondo siamo tutti bugiardi  , chi più , chi meno , ne siamo consapevoli , anche se nessuno ammetterà mai pubblicamente di mentire alla moglie e all’ufficio delle tasse . E’ una ruota che gira , sono mezze bugie le parole di una madre a un figlio spaventato e insicuro , colossali menzogne i sospiri di quella smorfiosa che in una notte d’estate ci giurò solennemente : “ io t’amerò per sempre .”

Si pronunciano a mezza bocca , a fin di bene , è il comune senso dell’ipocrisia che ci difende , senza qualche invenzione o innocua balla superare indenni le mareggiate della vita sarebbe probabilmente impossibile . Ma intanto il vero e il falso s’intrecciano , e diventa difficile , quasi impossibile , distinguere l’uno dall’altro  .

Sosteneva qualcuno , non ricordo chi , che la moglie è un’amante per l’uomo giovane , una compagna per l’età matura , un’infermiera per la vecchiaia , spero di non dare troppi fastidi e congedarmi prima di rompere troppo i coglioni , una volta varcata quella disgraziatissima soglia  , in ogni caso sarà comunque bene che la pianti fin d’ora di fare lo stronzo , tuffando la penna in tutti i calamai di “quello che mi sono perso . “

Da ragazzi le spergiuravo che era la sola persona con cui avrei potuto parlare per tutta la vita , e adesso che faccio ? Non posso certo andarle a raccontare che è l’unica con cui mi piace intrattenermi tacendo piacevolmente ! Come spiegarle che niente è cambiato ,  ma è proprio il fiato , rispetto ad allora , che mi manca ? Sarà forse perché il tempo m’ha insegnato  che bisogna usare le parole solo quando servono , senza sprecarle , così come faceva il vecchio zio Aristide con chiodi e colla nel suo laboratorio di falegname . E poi , come nella vita , così anche in amore ho sempre preferito i silenzi a tante , inutili parole .

Mi rimprovera spesso , m’interroga con lo sguardo , dice che io non taccio , mi rinchiudo ! Nei libri , nella televisione , nei pensieri . Come darle torto? Ha tutte le ragioni .

Quanto ai suoi stati d’animo , i miei mi bastano . “ Cosa dici ? Non ti senti bene ? Va’ da un medico ” . Nessuna domanda , almeno per sapere se è il fegato o la milza . E non basta mica , rispondi d’impeto , come sempre, senza nemmeno provare a sfumare le parole .  Letargia da ricovero ,  alla terza frase dei suoi racconti la mia attenzione si è già disintegrata . Diciamolo pure , è ora di tirar fuori  i panni più sporchi , quelli che restano in fondo al sacco , in realtà la liberazione della donna , per me , come per qualsiasi altro maschio , ipocrita e bugiardo , si ferma al confine con i miei spazi del cazzo .  

A volte sotto pelle serbo ancora l’emozione del nostro primo incontro , di donne straordinarie come lei ne trovi , in una vita , una su mille , con quella pelle ramata poi è ancora più bella , mentre il sole incendia i suoi occhi e brilla in quel nocciola pagliuzzato d’oro . Dovrebbe prendere il porto d’armi per portarseli dietro . Mi seduce il suo sguardo , oggi come allora , negli ammiccamenti , nella complicità , nell’intesa .

Ricordo quando ci si amava in silenzio , quasi con discrezione , soffocando i sospiri a causa dei bambini che dormivano , quando non nella stessa stanza , in quella accanto . La prole impone spesso certe precauzioni . Bene , saremo ancora e per sempre quelli di allora , noi non somiglieremo mai a quelle coppie morte di noia che trascinano il loro menage in un silenzio assordante persino al tavolo di un ristorante , ci resta ancora il meglio , quello che fa di nome intimità .

Allora perché avrei tanto da dire alle assidue frequentatrici di chat che affollano  l’etere ,  smanettando sulla tastiera di un computer collegato col resto del mondo ?

Ora , sorvolando sulla pacifica considerazione che in genere sono le signore o signorine in questione  , e non io , ad avere bisogno di aprirsi , sembrerebbe una domanda difficile , la madre di tutte le domande . In realtà la risposta è semplicissima e non faccio fatica a rispondere . Tutt’altra storia , con loro discorro serenamente perché manca il motivo stesso del contendere , quel devastante conflitto d’interessi che complica irrimediabilmente ogni cosa , distorcendo uno stato d’animo , un semplice gesto , ogni frase che ci si scambia , quando si vive sotto lo stesso tetto .

Se la penso diversamente , se ho qualcosa da obiettare  , sull’educazione dei figli , sul sesso o sul tempo che ognuno deve necessariamente dedicare a se stesso , ed il mio quasi ignoto interlocutore  non è d’accordo e magari s’incazza , bhè , mi basta cliccare su disconnetti e amici virtuali come prima  . Non è  necessario sprecare migliaia di parole per esprimere un solo , semplicissimo concetto .

Anche un solo chilometro è più che sufficiente a tenerti lontano e al sicuro da inutili battibecchi , ciò che non potrà mai fare quel sottile muro , opportunamente eretto a suo tempo dall’architetto  , tra salotto e camera da letto .

E’ una costruzione bizzarra quella della chat , nella quale , si direbbe , la forma prevalga sul contenuto , ma non è sempre così . Confrontarsi sempre e comunque , anche con illustri sconosciuti , può farci crescere , se s’incontrano le persone giuste .

Del resto , non so spiegarmene il motivo , ispirerò fiducia , o forse sicurezza , fatto sta che da sempre , sin da ragazzo , l’altra metà del cielo mi ha eletto a proprio confidente . Da quando ho poi preso a girovagare per il web , in cerca di amici - parlarci restandosene comodamente ognuno a casa propria ha i suoi indubbi vantaggi – ho incontrato , anzi intercettato , tante femminucce , alcune davvero interessanti . Per loro sono diventato più di un amico , un confessore a cui svelare ogni segreto , anche il più imbarazzante . Spesso mi parlano di sesso , non tralasciando di entrare nel dettaglio , come non hanno mai fatto nemmeno col marito .

Navigano più o meno tutte attorno alla quarantina , senza assolutamente farsene una malattia , di solito fino a quel momento  hanno allevato figli e allargato i fianchi . Sono state docili compagne , specie all’inizio , ma ora , nell’età matura , resesi conto di aver servito un cieco , diventato all’ improvviso anche muto e sordo , diventano esigenti e cercano un prodotto maschile di ricambio .

Non necessariamente per fottere , beninteso , anzi , di solito , di quello ne hanno avuto abbastanza . Può capitare , è innegabile , ma in tal caso le toccherebbe cercare altrove un uomo libero , senza una famiglia e il cuore già occupato . In giro ce ne sono tanti , basta saper cercare . Per molti , uomini e donne , può essere un buon punto d‘arrivo , dopo una falsa partenza .

E comunque non aspettano di avere un tizio di ricambio per ripartire , sul momento non ne vogliono nemmeno sapere di cercare un sostituto , lasciare un uomo per un altro non vale le spese dell’avvocato . Sono stanche di rimettere in discussione la loro vita ogni santissimo giorno , ma non prima delle undici di sera , beninteso , prima c’è sempre tanto da fare  . Mesi di notti insonni , poi , spese a passarla al setaccio , spesso inzuppando di lacrime il cuscino , lasciano il segno  .

E’ a questo punto che , in genere , lasciano l’uomo di casa , che già più di una volta s’era salvato per il rotto della cuffia , sprovvisto di badante . Smettono di compiangersi e cominciano a guardarsi attorno , chattando come adolescenti con faccine tristi , allegre e ammiccanti .  Naturale che vent’anni a guardare nella stessa direzione le abbiano fatto nascere il sospetto che dovrà pur esserci qualcos’altro oltre quella cucina e quella camera da letto . Dopo aver esposto i rancori , ascoltato le giustificazioni e tirati i dovuti bilanci , si rendono conto che , dopo tanti anni in comune , non hanno più niente in comune con quell’uomo . Non erano fatti per capirsi e ci hanno messo un mucchio di tempo per capirlo .

Patito per troppo tempo il doppio ruolo di domestica e concubina  , chiedono ora un riscatto definitivo che le tolga finalmente dall’irridente magia del focolare , la fuga in avanti è il metodo più spiccio e si racchiude in una scelta : o fuori loro , o fuori lui .

Dopo i primi , inevitabili , sensi di colpa , si sentono assolte e pronte a ricominciare . E’ il rifiorire spontaneo di una pianta che qualcuno aveva smesso d’innaffiare . Comincia la metamorfosi , scorribande con le amiche in pizzeria , ginnastica per rassodare le chiappe , shopping selvaggio , saldi o non saldi , e nel giro di qualche mese ritornano in perfette condizioni di marcia .

Amici , colleghi , gente che conosci ormai da una ventina d’anni e fino ad oggi ti hanno lasciata tranquilla , come vengono a sapere che ormai sei una donna separata , ti colmano d’attenzioni . Sembrano non poterne più , all’improvviso scopri che sono sempre stati innamorati di te . Diventano insolenti , impazienti , espliciti quanto più non si potrebbe . Ovvio che , per loro , separata faccia rima con puttana , e non capiscono proprio perché tu non voglia concedergli almeno un week end .

Ora fate mente locale , giudicate l’insieme del problema con distacco , e provate a capirli , non è da ieri che l’uomo desidera la donna d’altri - e viceversa , aggiungo io  -  ma è sempre meglio non rischiare e rivolgere la prua verso chi è già separato o , perlomeno , in procinto di diventarlo a breve  .  

Ma alcune hanno già di nuovo il cuore in disordine , fibrillano per via di una passione che credono improvvisa , e che è invece diretta conseguenza dell’abbandono . Sono loquaci e prive di riserbo , soffrono talmente tanto , sono a tal punto preda delle loro ossessioni che raccontano le storie più intime , i loro segreti , al primo che sia disposto ad ascoltarle in silenzio .  Ti frugano con le parole desiderando da te solo una pietosa menzogna , vogliono essere rincuorate , la domanda è sempre quella : “Credi che tornerà da me ?” Evidentemente non ne hanno avuto abbastanza . L’umiliazione , la sconfitta , non insegnano niente , ogni giorno sono pronte per nuovi errori e la nostalgia le stringe da presso, quella di ieri , forse quella di un’ora fa . Del resto nelle ore di tempesta ci si aggrappa al primo salvagente .

So quello che state pensando , ma è un rischio che corriamo tutti , ignorare la realtà non servirebbe a niente .

M’affaccio al balcone , l’aria è fresca stanotte , guardo l’orologio , s’è fatto tardi  , è l’una passata  , il cucciolo dorme , era esausto , come un fante di Napoleone dopo la ritirata di Russia , giornate piene le sue , peccato non possa vedere i fuochi d’artificio che dalla spiaggia salgono con rapide piroette fino al cielo per illuminare il mare a giorno.

 

10/08/2009

 

otte di desideri , esprimeteli pure , sceglieteli con cura , tanto non costa niente , ma non prendetevela troppo se non dovesse andare  come sperato , tanto prima o poi , siatene certi , quel che la vita toglie ve lo renderà  con gli interessi .

Cosa volete che sia ? E’ il solito buco nero , quel vuoto dentro che non riesci a colmare e s’insinua maligno tra stomaco e sterno . Ti senti amputato di qualche cosa che non ha un nome , è una crepa , una nube scura che non abbandona mai il tuo cielo . Capita a tutti , ma passa presto o tardi , come tutto il resto , e d’altra parte stanotte il cielo è velato , niente stelle cadenti , mi dispiace .

Sono riflessioni queste , che diventano possibili solo dopo la mezzanotte , allora gli orizzonti si allargano , l’orchestrina suona , i villeggianti ballano , mentre l’onda di risacca è appena un brusio dalla spiaggia .

 

 

11/08/2009

 

 

ielo sereno invece stamattina , senza una sola nuvola , sembra che aspetti un pittore , il mare è calmo e il sole , vanitoso come una soubrette , già sfavilla .  

Ieri sera , tra corse d’auto simulate e qualche mano a scopa - il cucciolo sta rapidamente imparando e c’ha pure , manco a dirlo , un gran bel culo -  s’è fatto tardi , così stamattina il mio compagno di stanza non si vuole svegliare . E’ una trottola , Dio lo benedica , non sta un momento fermo . Proprio oggi un’ amica mi ha chiesto sue notizie , domandava come stesse , dovrei fermarlo per dirtelo , le ho risposto , controllare , ma chi lo vede ? Comunque ti farò sapere  , l’ho rassicurata , ti chiamo  non appena gli si scaricano le batterie .

Guardarlo mentre dorme risveglia quella dose di buoni sentimenti che un po’ tutti conserviamo , in genere , in archivio . E’ una carezza .

Ancora qualche minuto poi dovrò scuoterlo quel tanto che basta per farlo tornare dal mondo dei sogni , ha il sonno pesante , e giù dabbasso , se non scendiamo quanto prima , se magnano tutto . Una comitiva di cavallette proveniente da Napoli e dintorni ha infatti invaso la sala , ruminano ventiquattrore su ventiquattro .

Se è vero che a tavola , come a letto , da che mondo è mondo , le giornate memorabili non sono certo quelle segnate dall’astinenza  , questi , al ritorno , avranno molto da raccontare . Io , l’ammetto , non sarei da meno , se solo il cuoco riuscisse a capire che un antipasto  non è un quadro d’autore , e un gambero o una seppia , caduti accidentalmente nel piatto ,  potranno appagare la mente  , non certo il palato , né predisporre lo stomaco al resto del pranzo , piuttosto l’indispone .

Giusto ieri sera ci ha deliziato con un risotto al profumo di mare , non fa una grinza , in effetti del mare aveva appunto soltanto il profumo . No , una vongola , dispersa nel piatto , c’era , ma ho preferito risparmiarla , così sola e smarrita mi faceva pena , l’ho infilata nella bottiglia d’acqua Lete , così , lei e la particella di sodio , si faranno compagnia .

Dapprima non volevo crederci, pensavo ad uno scherzo , devi solo supplicare il Padreterno che ti dia abbastanza pazienza e padronanza di nervi e non ti spinga a dar di matto .

Un tempo nel menù , accanto a nomi di pietanze sopraffine , si evidenziava con una scritta , S.Q., secondo quantità , tale accortezza , almeno in quest’albergo andrebbe ripristinata . Sempre più spesso le ricette assumono nomi esotici , specchietti per le allodole , una patata bollita , sia pur magnificata da un  nome suggestivo e altisonante  , sempre una patata bollita resta .

E non parliamo di razioni , nemmeno all’ Umberto sarebbero capaci di tanto . Meno male che ho un figlio inappetente , così di due mezze porzioni riesco a ricavarne almeno una , in caso contrario , alzatomi dal tavolo , dovrei far subito visita alla rosticceria d’angolo .

Cresce il mugugno in sala , pare sia in corso una raccolta di firme per rimuovere lo chef , il dibattito solleva aspre polemiche ai tavoli . Nella disputa accesa, a tratti avvelenata ,  entra con autorità  la direttrice , la sora Isa . Dapprima saetta l’uditorio con il suo sguardo gelido , pronunciando un monosillabo ogni venti secondi , poi il suo vernacolo probabilmente veneto , o comunque polentone , diventa incontenibile e mette tutti a tacere , chiudendo la questione con un perentorio : “Quella è la porta , se non vi sta bene “. Le scappa persino un “cazzo” . E chi se l’aspettava …

A volte , mentre aspetto che il cameriere serva quel poco che lo chef spaccia per pranzo , sogno grovigli di tagliatelle , metri quadrati di lasagne , cespugli di verdura e cascate di patatine fritte , il tutto innaffiato da Verdicchio o Lambrusco , ma è solo un sogno , al risveglio langue nel piatto una polpetta anemica , sporcata da un fagiolo e una lenticchia .

Non per niente recita un adagio che a tavola non s’invecchia , magari si muore , questo sì , ma chi se ne frega . Per cui mi lascio accarezzare la gola da questo vinello sincero , un fresco Trebbiano d’Abruzzo ,  e , visto anche quello che pago , afferro la forchetta come un badile , affondo la faccia nel piatto , e giù con la scarpetta … al profumo d’intingolo non resisto . 

Perdonerete , ne sono certo la rapida digressione , possiamo tornare al nostro diario di bordo .

Consumata una colazione che basterebbe per un intero reggimento , consegno la chiave al ricevimento e raggiungo la mia sdraio senza fretta . Sotto gli ombrelloni quest’anno c’è una certa indifferenza , non riesci a percepire quelle belle occhiate furtive e voluttuose di una volta .

La spiaggia ha un aria sobria e puritana , qualche bella puledra  ancora alligna , ma persino i ragazzi , quei pochi scampati alle località esotiche di moda , hanno perso smalto e brio , anzi , direi la voglia . Ho idea che stiamo per assistere ai primi sintomi di una terribile mutazione genetica . Gironzolano , boccheggiano , cazzeggiano sì , con le topine , ma senza alcun costrutto . Nessuno sembra voler far cigolare le reti di un letto .

Il fanfarone da spiaggia continua a tenere banco sotto l’ombrellone , è ancora un esemplare di razza , un professionista del rimorchio , un vero stratega , maestro in complimenti , cortesie e piccole attenzioni che preparano quella stoccata vincente che tocca il cuore e tutto il resto . Ma non è più un giovanotto , preferisce così pascolare nei pressi di femmine depresse , le accosta con l’aria distinta e la battuta pronta , creando  però un ‘aspettativa di timide speranze , non certo di torbide passioni .

In quanto a me cerco di tenere a bada stomaco e pancia , come due scolaretti retrattili e indisciplinati , non intendo certo spargere seme , anche , lo confesso , per non rischiare l’ipertensione appena sbottonata una camicetta , ma nemmeno sentirmi additato come il buzzicone della spiaggia  .  Posto poi che  – udite ! udite ! - ho deciso di togliere la canotta d’ ordinanza , non vorrei trovarmi costretto a pagare , Dio non voglia , un supplemento panza . Proprio così , avete capito bene , quest’anno ho deciso di sottopormi ad una , sia pur prudente , doccia di sole , speriamo bene . Perderò , è vero , la mia proverbiale tintarella  da muratore , ma ci guadagnerò senz’altro in salute per l’inverno . Ebbene sì , stavolta ho messo a nudo il giro panza ! Ne sarà entusiasta la mia amica Claudia che da Milano mi scrive pregandomi d’inviarle via mms un primo piano  del bamburin del Tiddi , come lo chiama lei . Ma che avete capito ? Si tratta semplicemente dell’ombelico , il termine dialettale è tipicamente lombardo . Naturalmente l’ho accontentata .  Ad ogni modo prima di fine agosto , sempre che non mi caccino prima , voglio completare la muta per trasformarmi in un bronzo di Riace … per il picchio poi non dovrei faticare più di tanto , già prima della cura , è cosa nota , ero a buon punto .

Il risultato , almeno per ora , non è un granché , la metamorfosi trova grossi ostacoli là dove la ciccia si annida nei rotoli  , e in quanto al colore faccio concorrenza alle aragoste , il tutto mentre perdo credibilità e pezzetti di pelle sotto la doccia .

Lontani i tempi in cui le femmine stanziali mi covavano con gli occhi , pregustando l’orgasmo e umettando le labbra in una melassa di manifesta concupiscenza  , mentre l’ambita preda dribblava , sdegnosa , ogni supplica e irrefrenabile desiderio . Che ci volete fare ? Ognuno nasce con i suoi cromosomi … ed io , modestamente , lo nacqui . Mi perdonerà ancora una volta il più volte saccheggiato principe De Curtis .

Concetti probabilmente già espressi , vero , d’altra parte quel poco che ho da raccontare è nei miei appunti di viaggio dispersi in questo diario ,  ancora una volta li leggo e mi ritrovo  a riscrivere le medesime battute a distanza , più o meno , di un decennio . Già , improvviso come un colpo di rasoio , torna alla mente quel caldo pomeriggio  in cui decisi di condividerli con qualcuno al di là del monitor , giusto giusto una decina d’anni fa , minuto più , minuto meno .

E’ tardissimo , e comunque , vista la piega che sta prendendo il foglio , sarà bene chiudere , almeno per oggi . L’insidia più grande , infatti , per uno scrittore come per un parolaio dilettante , è copiare se stesso .

Solo un’ultima considerazione , sembra che stanotte si ripeterà la pioggia di stelle , sarò disincantato , avrò forse pure perso la vena poetica , ma mi auguro soltanto , qualora dovesse cadere una stellina nei pressi , che almeno non mi becchi in testa .

 

12/08/2009

 

aranno le otto  , il sole trapela dalla tenda , tendo l’orecchio per catturare il rumore del mare . E’ ancora presto , tiro su le lenzuola , l’aria fresca del mattino è appena una brezza . Dicono che l’ozio , degno corollario della noia , sia il padre di tutti i vizi . Chissà perché ? Forse perché lo stesso autoerotismo nasce dallo stare con le mani in mano .

In genere non sono un pigro , anzi , oziare mi massacra le palle , ma in questo periodo semplicemente non collaboro , visto che non c’ho un cazzo da fare .

Tiro le tende , il chiarore contribuirà a svegliare il piccolo che ronfa ancora della grossa , poi me ne ritorno a letto . Davanti a me il finestrone , oltre il terrazzo il mare , allungando le dita dei piedi sembra quasi possa toccare le onde .

Colazione come da programma , poi quei cento metri fino alla spiaggia .

La giornata è magnifica , mi avvicino alla linea del bagnasciuga , un solitario cammina rasente le onde , poco più in là passeggia una coppia , l’uomo porta tra le braccia un fagottino , attorno alla madre sgambetta una bambina .

L’arenile brulica ormai del turismo di massa , è cominciata l’alta stagione , ancora qualche giorno e sarà ferragosto .

Si entra nel congegno balneare con l’ottimismo del sole delle nove , se ne uscirà , stressati e con i nervi a fior di pelle , non prima del tramonto . Ma non per me , uno stacco ci vuole , tornerò in albergo per il pranzo e non mi rivedranno in spiaggia prima delle quattro .

A quell’ora , puntuale come una cambiale in scadenza , dalla spiaggia accanto si diffonde irritante la movida brasiliana sparata a palla , con Verdi in cuffia fanno a cazzotti , è una lotta impari , che palle , mi toccherà rinunciare . Evidentemente non sono nato in sintonia col mio tempo , devo aver distrattamente succhiato la lirica col primo latte . Il nervoso fermenta in me come il vino nella botte , meglio cambiare strategia .

Per fortuna la tecnologia da modo di variare al tempo che non passa mai , col nuovo cellulare sto dando l’assalto al pianeta esseemmeesse , tanto oltre a cercare con lo sguardo di tanto in tanto il piccolo , per controllare dov’è finito , non ho nient’altro da fare .  E’ divertente , non c’ero mai stato , solo qualche rapida visita di passaggio . Contatto gli amici , solo che , eccheccazzo , non fanno che raccontarmi di disgrazie e malanni , comincio a pensare  … non è che niente , niente se staranno a fa’ vecchi ?

Finalmente arriva l’ora più bella , quella che precede il tramonto , cessano i richiami e gli scrosci degli altoparlanti che invitano a lasciare libero l’arenile per le pulizie serali , si chiudono sdraio e ombrelloni , i prendisole delle madri di famiglia tornano a coprire metri quadri di cosce e ventri matronali , mentre le più anziane montano in fretta un turbante di spugna sulla testa .

L’aria è ancora calda dal sole pomeridiano , ma dagli alberi del viale già scende gradevole il fresco della sera . Gli ultimi bagnanti lasciano la spiaggia , il passo dei reduci è stanco , quasi avesse percorso chilometri di costa . Sale dalle cucine un profumo di pomodoro e olio fritto , si animano i balconcini affacciati sul lungomare . Tra costumi e teli stesi ad asciugare gli ospiti di case ed alberghi escono ad annusare nell’aria il menù della cena . Insieme a loro , fresco di doccia , lo sguardo fisso ad osservare l’orizzonte , mi lavoro i capelli facendo bene attenzione alla pelle arrossata tra il collo e le spalle , qualche gocciolina scivola ancora dal mento e s’infila  sotto l’ asciugamano per raggiungere il torace .

Il pasto serale è il punto più alto della giornata , tutti insieme , gomito a gomito , ad aspettare le magie del cuoco e il sorriso compiacente del personale di sala   . Per molti sarà una vera delusione , ma in fondo non ci si accampa in una stanza d’albergo per quindici giorni solo per mangiare .

Fra l’antipasto e il gelato non passa più di un’ora , i camerieri , che fino a quel momento sembravano muoversi alla moviola , sparecchiano in fretta , probabilmente c’è qualcuno che li aspetta . La Luna è all’ultimo quarto , io appena al primo mezzo litro . Il resto lo tracannerò domani a pranzo . Usciamo dalla sala a ondate , una dopo l’altra , nella luce che declina i più piccoli frignano , i più vecchi s’incazzano per la qualità della cena più simile a un pasto d’ospedale .

Mentre si fanno programmi per il dopocena ,  il telegiornale spaccia le notizie di stagione , mi raccomando bere molto e non uscire mai nelle ore più calde … prima o poi me lo segno .  Due passi per il centro a curiosare tra le bancarelle , schierate come tende di soldati lungo il viale  , un salto al “Peter Pan “ , quindi , anelato come la frescura di un’oasi nel deserto , il felice ritorno , al sicuro , in albergo .

 

13/08/2009

 

’ da poco sceso il tramonto , tra poco si accenderanno le prime stelle , ma è un po’ presto per andarsene a letto , davanti a me ancora un esteso panorama d’ore vuote da riempire , tra i minuti e i secondi s’accampano , è inevitabile ,  progetti e  pensieri .

E’ un’epoca di bilanci , in cui inventariamo gioire , dolori , scacchi veri o presunti , occupati a masticare dubbi e rancori . La tipica patologia di chi , arrivato al mezzo secolo e dintorni , decide di mollare gli ormeggi e realizzare il sogno giovanile . Solo che quale sia non lo ricorda , probabilmente non è mai esistito .

Ci penso sempre , “ e se non lo faccio adesso “ ? E’ il progetto frustrato che ogni uomo porta sempre con sé in valigia , solo che quando la vita si accorcia si avverte impellente la necessità d’affrettare i tempi , prima che sia troppo tardi . Per fare cosa ? Ma niente , il progetto in realtà non esiste , è solo una medicina per la vecchiaia , la voglia mal repressa d’intraprendere sempre qualcosa di nuovo . E’ il sogno che vi porterete dentro , sempre e comunque ,  per il resto del viaggio , lungo o corto che sia . Proverete piacere nell’attesa , che in fondo è quel che conta , è la prova che siete ancora giovani , la costatazione di un entusiasmo che non conosce rughe .

La parola d’ordine è non farsi cogliere alla sprovvista , aggiornare i tempi , anticiparli se possibile , tra il ciarpame delle occasioni non si deve però scegliere seguendo l’esile regola della nostalgia , ma seguendo uno schema ben preciso che non lasci niente al caso , ormai siete adulti . In più , forti delle vostre esperienze , siete certi di poter frenare le vostre pulsioni , è insomma il vigore ritrovato che vi permetterà di credere al domani . Attenti però , le peggiori sciocchezze si commettono proprio a quest’età , se non altro perché non avrete più tempo per rimediare .

Tranquilli , non ho altro da aggiungere a questa lunga sequela di luoghi comuni , la lezione di morale è terminata .

Stasera niente cantante , le sedie del giardino ospitano solo badanti ed anziani , in tivù c’è la nazionale , ma non ho voglia di calcio , aspetto la Magica .

Nel frattempo il piccolo ha rimorchiato , una bella biondina di appena sei mesi più grande , lei gli sta insegnando a giocare a “uno” , lui , astuto , finge interesse per il gioco , ma nel frattempo non lesina apprezzamenti , né disdegna incontri fugaci bordo piscina , dove potersi scambiare coccole e confidenze . Tutto suo padre .

Lo osservo come quando si guardano i cuccioli , ha stile . Con  gesti lenti e misurati comincia la laboriosa opera di seduzione , sta per chiuderla all’angolo , ma la piccola  fa la ritrosa , ha la vocina esitante , ma si vede lontano un miglio che sta per cedere , è lusingata . Poi l’imprevedibile . Mi spiace dover interrompere questa , sia pure acerba , giostra amorosa , ma diciamolo chiaramente , se non salgo entro cinque minuti , mi cago addosso . Lei resta delusa , lui piuttosto incazzato , son le prime pene d’amore , spero soltanto che un giorno , ripensandoci , non voglia incolpare il padre per l’occasione perduta . 

E’ quasi l’una , ma stanotte non ho sonno , ho piuttosto voglia di leggere , tirerò fuori dalla mia borsa magica quel vecchio testo scolastico scovato in fondo a una pila di libri disposti a casaccio sulla bancarella del mercatino di Conca d’Oro . Inutile chiedere di che si tratta , è un manuale di storia , ovvio .

La storia per me è un vizio , mi consuma la vista nei pomeriggi estivi davanti al bagliore del mare , all’ombra degli alberi del parco , nelle domeniche di città , quando le strade finalmente tacciono , o di sera , a letto , con il libro sollevato contro il chiarore rassicurante di un abatjour . Oltretutto in zona dev’essere passata Santa Lucia , so un cazzo com’è , ma da quando sono qui riesco a leggere  senza troppa fatica , e soprattutto senza occhiali . Mi riferisco naturalmente a quelli da presbite , miracoli non se ne fanno nemmeno in alta stagione  . Pensare che m’ero ormai abituato all’idea che fosse arrivato il temuto momento di mettermi a studiare il braille .  

Le battaglie , gli intrighi di corte ,  re e imperatori , papi e cardinali , artisti e scrittori , i grandi personaggi e le geniali scoperte , rievocarla significa viverne il fascino come in un un romanzo d’avventura . L’errore è assegnare al suo insegnamento una valenza pedagogica votata ad inseguire un’utilità didattica . Le dispense sono in tal caso noiose , tristi , corrucciano gli adepti , i giovani lettori , la storia non insegna proprio niente , deve solo appassionare . Tutt’al più può servire ad arricchire  la toponomastica cittadina , fornendo qualche nuovo nome illustre alle più recenti strade di periferia .

Non so voi , ma io non so resistere di fronte a un nome che non conosco inciso sulla targa all’angolo di una via . Devo immediatamente informarmi sulla biografia del personaggio misterioso , così , appena a casa , per prima cosa accendo il picci . Siano benedetti a tal proposito , internet e Wikipedia .

Chi di voi sa dirmi , ad esempio , chi era Gaetano Filangieri ? Temo nessuno . Niente di grave , tranquilli , quelli che ne conoscono mestiere e meriti sono davvero pochi . Eppure il sottoscritto , non appena ha cominciato a frequentare il bel palazzo in Prati , al civico 4 della via titolata  a questo signore , è dovuto correre a documentarsi prima di schiattare dalla curiosità .

Sono forse malato ? Probabile .

 

14/08/2009

 

a fauna da spiaggia è interessante e variegata , prevalgono , al momento , donne , bambini ed esemplari maschi non trombanti . La maggior parte degli uomini , quella sessualmente attiva , arriverà più tardi .

Conviventi e mariti , prima dei dovuti slanci verso la famiglia , più o meno allargata , dovranno sistemare amanti e amorazzi , che , si sa , nei periodi festivi , Natale e ferragosto in particolare , sono particolarmente nervosi .

Al tavolino del bar un ometto tozzo , con capelli radi e occhi sporgenti , consulta il giornale , è meticoloso nel frugare ogni singolo trafiletto , sembra dedito alle cifre , forse fa incetta d’azioni in borsa , la sua bocca si fa sottile , segno d’una convinzione profonda . Deve averla imbroccata .         

Accanto alle docce due ragazzotti sudati masticano gomma e pallone , scambiandosi frizzi e lazzi . I due non hanno un solo tratto in comune , tanto snello e affabile il primo, quanto grasso e scostante il secondo . Si discute di calcio mercato , ci scappa , è inevitabile , qualche moccolo .

Poco più in là , a ridosso dello steccato del bar , una donna sola , non più giovanissima , estremamente riservata , legge una rivista , occhi bassi sul fumo della sigaretta .

Seduti lateralmente un nonno , una nonna e un bambino . L’anziano , visibilmente insofferente per la canicola , ha un’aria indolente , tutto gli da sui nervi , sbuffa . La moglie , ossuta , due spanne più alta di lui , scuote la testa , lo guarda accigliata , ma la smorfia muta in sorriso non appena intravede  il nipotino  immerso in un fumetto spalancato sulle ginocchia . Bravo , bello di nonna ,  è ancora presto per fare il bagnetto .

In prima fila due vecchine , ambedue sposate . Tengono il posto all’ombra con un asciugamano al marito . Di chi ? Ma è ovvio , a quello superstite , è noto infatti che le donne campano in genere almeno dieci anni più a lungo dei maschietti . Quale sia la vedova non so , tutt’al più posso tirare a indovinare . Una ha la borsa da mare gonfia , libera nell’aria un forte odore di formaggio , l’altra tiene la borsetta stretta al petto , quasi fosse piena di pepite d’oro .

Un omino calvo e magro , con la divisa da marinaretto e il berretto a visiera , spazza con lo sguardo l’arenile cercando topine discinte , almeno da guardare . Ha l’aria un po’ equivoca , ma è vecchio , probabilmente innocuo , lo lasciano fare . All’ombrellone accanto , sulla destra , una donna , avrà circa quarant’anni , sul volto i segni di una bellezza precocemente sfiorita , a me sembra ancora una gran bella gnocca , dev’essergli sfuggita .

Una bella stangona bionda , in un succinto due pezzi , mi viene incontro , capelli lunghi sciolti sulle spalle , sembra volersi offrire , sussurrando allusivamente : “Sarò la tua birra “. Ma è solo la mia fervida immaginazione , ancora influenzata dalle pubblicità di Carosello . Passa oltre , l’aspetta in quarta fila un ragazzone palestrato , spalle larghe , capelli biondo cenere e ventre piatto . La vede , sorride , e , simulando un ‘ improbabile indifferenza , infila tra le labbra una sigaretta .  

Una coppia d’innamorati arrostisce accanto alla riva . Lei , magra , languida , distesa sul telo da mare , bocca sotto , bikini slacciato . Lui le siede accanto sulla sabbia bagnata , le accarezza i capelli , ma preferirebbe il culo , è evidente . Restano silenziosi , probabilmente incazzati , quantomeno  lei , è un classico . Il ragazzo ostenta sicurezza ma si vede che è preoccupato , da un po’ non è più come prima , l’ammette con se stesso , ha frenato le promesse , misurato le carezze .      Stasera , se la vuole , dovrà rispolverare le attenzioni di un tempo . Ci riuscirà , sa anche questo , ma solo dopo almeno un paio di stoccate a vuoto , qualche perplessità e un mare di sospiri .   

Intanto il cummenda corricchia sulla battigia , è persuaso di essere bello , e crede suo preciso dovere esibire al mondo il suo fisico asciutto . Fa un po’ di tristezza vedergli tremolare quella pelle color nutella , non sospetta nemmeno che gli si possa essere avvizzita con il passare dei decenni .

Lungo la passerella fa , infine , il suo trionfale ingresso Sario , tutt’altra stazza rispetto al corridore da spiaggia del periodo poco più sopra , alto , grande come una montagna . Vi chiederete chi sia , ma è mio cognato , dovreste vederlo … cazzo , è uguale !  

Il cielo non è più limpido , l’aria è umida e un vento capriccioso arriccia le onde , il sole si nasconde dietro un gregge di nuvole scure . La spuma sul bagnasciuga sale come la crema alla superficie del latte , meglio interrompere la rassegna prima che venga a piovere .

Ma il piccolo stavolta non sente ragioni . Aspetteremo , tanto , male che vada , l’albergo è a due passi .
Lo raggiungo , gioca con due amici freschi di nomina nell’acqua salata , provo a testarla con movimenti lenti , quasi impercettibili , sollevo le braccia e arrivo ad immergere perfino le ginocchia . Avanzo con prudenza , con quel tanto d’ansia che viene dalla consapevolezza di compiere un ‘azione estrema .  L’onda m’inzuppa il costume , lambisce le chiappe , qualche spruzzo indisponente raggiunge la pancia . Cazzo , per gli altri sarà pure un brodo , per me è gelata , ad ogni passo è una pugnalata tra la quarta e la quinta vertebra lombare , senza contare le stilettate a stomaco e fianchi . No , no , non è proprio cosa …
 

 

15/08/2009

 

erragosto , un giorno festivo , uno dei tanti , ma in questo caso pochi sanno perché . Non badate a quanto divulga la Chiesa che , nei suoi rigurgiti medievali , deve sempre conferire ad ogni festa una connotazione religiosa e ha deciso che proprio oggi , in un pomeriggio di 2009 anni fa o giù di lì , la Vergine Maria dovesse prendere l’ascensore . Oggi , in realtà , più o meno nello stesso periodo , cominciavano le ferie di Augusto ,  e noi , non più sudditi , ma comunque suoi diretti discendenti , non possiamo che seguirne  le orme , in genere , considerata la gran mole d’ acqua che abbiamo tutt’intorno , sulla sabbia  . Tracce di vita anche queste .

Gli elicotteri dell’arma volteggiano a bassa quota , i rambo delle forze dell’ordine , solerti e coraggiosi come sempre , tengono d’occhio le spiagge , Dio non voglia qualcuno dovesse scatenare una guerriglia armato di gavettoni o farsi incautamente manipolare le ossa dal modellino di massaggiatrice con occhi a mandorla e cappellino a pagoda sulla testa .

Lety è qui , starà con noi per qualche giorno , è tornata ad occuparsi di Gabriele a tempo pieno ed io ne posso approfittare per fare un salto “Altrove “. E’ sempre piacevole lasciarsi trasportare dai capricci dei ricordi . Chissà che faranno in questo momento in quel paesino addormentato dall’incenso e dalla calura estiva , accovacciato tra la piazza e il suo campanile ?

Dalla spiazzo di fronte casa lo sguardo degrada a valle , risale le pendici della montagna e fugge verso il panorama delle cime più lontane . Una veranda immette nelle stanze ombrose , dove ristagna ancora l’odore confortante dell’infanzia . Due camere , bagno e cucina , dormivo nel letto accanto a  quello di mia madre , mettevo sotto il cuscino un giornaletto , quasi sempre Topolino , ero con lei , ma non mi bastava , avevo comunque paura dell’uomo nero .

Esco come tutte le mattine a fare una passeggiata , il sole è ancora basso all’orizzonte  , si può fare … salgo le scale e varco il cancello . Saluto distrattamente un paio d’amici mattinieri , seduti sul muricciolo della piazza , poi mi avvio verso la strada che porta fuori dal paese .

Costeggio la chiesa dove serpeggia un viottolo stretto , porte di stalle ed usci di abitazioni si alternano fino al piazzale che sale verso la strada principale , lastricata di sassi bianchi , levigati e lucidi . Pietre scivolose , ancora umide per la guazza notturna .

Alla casa d’angolo una coppia di anziani si gode il fresco sul terrazzino , uno dei due mi rivolge una battuta in dialetto , provo a rispondere usando la stessa moneta  . Patetico , un autentico fallimento . Ho sempre invidiato a mia moglie la sua versatilità , imita perfettamente tutti i dialetti  , adattandosi agli accenti e agli intercalari locali con sorprendente disinvoltura , nel calabrese poi è strepitosa , io , di contro , son sempre stato monoglotta .

Sono fuori dall’abitato , esploro con lo sguardo la valle , il sole brilla sulle lenti degli occhiali da sole . Alla mia sinistra sale la montagna , a destra digradano i campi , l’erba è alta , nessuno se ne occupa più da tanto tempo . Più lontano , sull’altopiano schizzato ad acquerello , terre gialle di spighe tagliate , terre incolte o rosse di aratura fresca , anche quelle deserte . Alzo gli occhi verso l’azzurro , le cime si rincorrono ineguali , un versante così lungo che non se ne vede la fine.

Una torma di ragazzi vocianti scende dalla mulattiera che s’inerpica su per il monte , un gruppetto di donne si raduna nei pressi del muretto che costeggia la strada . La nostalgia campestre dev’essere contagiosa .

Ho fatto pochi passi , mi viene incontro un vecchio amico , pantaloncini scuri e una camicia blu aperta sul torace , si ferma e con un gesto circolare della mano mi presenta la famiglia . Ha il vezzo , tutto italiano , di gesticolare molto a sostegno del parlato . Lo ricordo così da sempre . Sorrisi di circostanza , qualche rapida battuta , quindi , sempre più schivo , accenno un rapido saluto e volto le spalle .  Riprendo il cammino e mi sorprendo a pensare a volte alta  : “Cazzo … però …ha già un figlio così grande … ”

Volto la curva , sull’asfalto screpolato merda secca di vacca e solchi d’autocarro ,  passo accanto al camposanto , lo ricordavo piccolo , quasi in miniatura . Una chiesetta , l’ossario e un mucchietto di croci sulle tombe . Mi ritrovo davanti un condominio , di più , ha assunto le dimensioni di un quartiere di periferia ,  di quelli dormitorio , per capirci . C’è più gente sepolta qua  sotto , che viva in paese .

Ne esce in quel momento uno scricciolo di donna , faccina mansueta , capelli raccolti in una crocchia , tutti bianchi , è avvolta in uno scialle nero , sarà , sì e no , un metro e cinquanta . Ha le mani piccole , le si possono vedere le vene quasi nere sotto la pelle . Un saluto balbettato nella sua vocina tremula e dolce . Ricambio .

Il sole è ormai alto , splende forte , comincia a far caldo , doppio la boa dell’aretta e ritorno sui miei passi . La via verso casa  , in leggera salita , è appena più faticosa ,

Sotto la strada , oltre il muretto laterale , il campo  dove intessevamo capanni con le liane  , per portarci lucertole e rane da sottoporre ad autopsia . Interrompo il cammino per tendere l’orecchio , dopo il bronzo delle campane s’ode lontano il suono di una banda .

L’ombra è sparita quasi ovunque , la gente non si sofferma a lungo di fronte l’uscio di casa , preferisce entrare , le porte si chiudono per sbarrare il passo persino al riverbero , fuori restano solo le mosche e le tendine ancora oscillanti .

Questo è ancora un luogo a misura d’uomo , dove si può ridere insieme di storie piccanti ,  scambiarsi confidenze sussurrate sottovoce in un orecchio , confessando segreti che il giorno dopo saranno già sulla bocca di tutti ,  coltivare amicizie che resistono al tempo  , vivere amori che niente e nessuno potrà mai cancellare . Ne abbiamo incontrati tutti frequentando quel posto nei giorni felici delle vacanze , ma sempre quando non era il momento  .

Bella , fiera , i seni appena accennati sotto la camicetta rosa  . Passava , ci guardava , negli occhi qualche timida allusione e vagonate di seduzione , ma sempre senza malizia . Così almeno credeva .

Per tutto il tempo che passavamo in paese , la nostra vita , così come la sua  , era cercarci ed incontrarci fuggevolmente , inceppati , l’uno e l’altra , dal tempo sbagliato e dalla timidezza . Dialogavamo con gli sguardi , lungo le stradine acciottolate  , dietro ogni curva , tra le case strette l’una all’altra e nei cortili in ombra , lei sorrideva e sembrava dire :” lo so , lo sappiamo , tu sei qui per me , ed io per te “. Allora si girava il paese da un capo all’altro con la speranza di potersi almeno incontrare , bastava uno sguardo per incendiare il cuore , oggi gli adolescenti innamorati aspettano un messaggino per ore , non è cambiato niente , lo stesso batticuore .

In chiesa - se non ci fosse andata non ti saresti mai sognato di entrarci  – non le toglievi gli occhi da dosso , lei lo sapeva , si voltava due o tre volte a guardarti e sorrideva , questo fino all’ ite missa est . Poi si usciva tutti insieme dalle porticine laterali , qualcuno provvedeva ad aprirle - mai visto chi fosse - si sbirciava per controllare la zona d’ombra in piazza dove ci si sarebbe senz’altro diretti , e per caso , sempre e solo per caso , ci si ritrovava vicini . Schiene appoggiate contro un muretto di sassi , l’uno accanto all’altro , ancora una volta per puro caso , naturalmente . Si sfioravano le mani , si toccavano le ginocchia   e per quel rapido contatto , quasi impercettibile , passava la corrente di un flusso magnetico , quasi un tepore carnale .  Ti avvicinavi a lei lavorando di fianchi e di ginocchia ,  “Starà ferma con quel ginocchio  o lo tirerà indietro ? ” 

Poi si ripartiva , sempre tacitamente e ci si dava l’appuntamento per l’anno seguente , al più tardi a quello successivo . Storie che ti restano appiccicate per il resto della vita , tatuaggi dell’anima .

Nei miei anni di scribacchino ho scritto spesso di quest’isola fuori dal mondo che ha  i suoi luoghi conosciuti  , le passeggiate tradizionali , le persone da incontrare al solito posto . Nell’album degli errori le ho riservato pagine e pagine , molte ancora da riempire , del resto è cosa risaputa che le praterie del passato hanno il colore dei sogni . 

 

16/08/2009

 

’ domenica , e poi oggi fa davvero troppo caldo per mettermi a scrivere , per cui , se non avete proprio nient’altro da fare , accendete la televisione .

 

17/08/2009

 

ichiudo la finestra lasciando fuori un panorama di cortile a due passi dal mare , oltre il balcone , prima della spiaggia , mucchietti di case disposte a casaccio , retaggio dell’edilizia selvaggia del tempo che fu .

Osservo lo spettacolo come fuori del mondo , sicuro che il mondo , comunque , non cambia mai .

La mattina è grigia e umida , ma è ancora presto , al più tardi un’altra  mezz’ora e il cielo tornerà sereno , del resto , da quando sono qui , sembra che anche le nuvole siano andate in ferie , mi auguro non tornino prima della fine delle mie . Prima della partenza il clima sembrava impazzito , alternava canicole equatoriali a nubifragi apocalittici , mi aspettavo tempi duri , mi sbagliavo , favorito dall’altra pressione e incoraggiato dai meteorologi quest’anno il solleone è stato di parola .

Ancora poche le voci in strada , ma si sente già il respiro affannato della città che si risveglia , mi manca il parco dietro casa , ma temo mi mancherà molto di più il profumo del mare e il tranquillo sciabordio della risacca . Proprio vero , si accorcia il tiro della nostalgia quando s’indebolisce il raggio d’azione della nostra memoria , e quello che solo ieri era abitudine , domani sarà malinconia .

Finalmente siamo pronti per la prima colazione , appena in tempo , ancora qualche minuto e avrebbero sparecchiato i tavoli togliendoci tazze e bicchieri da sotto il naso . Ogni mattina è una corsa disperata contro il tempo . Ma  stavolta non siamo stati i soli fautori del last minute , la sala ristorante è ancora piena e , devo dire , piuttosto animata .

Un cappuccino o un caffè si può consumare in tempi relativamente brevi , dai trenta ai quaranta secondi , un cioccolato richiede forse una pausa di riflessione che dura anche un paio di minuti , ma in certi casi la colazione può protrarsi anche l’intera mattinata , per qualcuno è un rito , una cerimonia che arriva ad investire la sfera religiosa . 

Buongustai veri e gastronomi avventizi , abituati ad un caffè alle sette e più niente fino all’ora di pranzo, banchettano intorno ai tavoli come mosche intorno al miele . Bevande , yogurt , salse , creme , pane , burro , marmellate e frutta di stagione , e poi formaggi , prosciutto , mortadella e fette di salame , mancano solo le uova e i wurstel con i crauti .

Come d’incanto spariscono turbe dispeptiche , acciacchi epatici , ulcere , coliti e gastriti , il rito deve comunque celebrarsi e , convertiti anche gli incerti , l’impulso velleitario di saccheggiare la dispensa contagia un po’ tutti . I nuovi golosi , non appena consumata la prima il primo giorno , si ripetono puntualmente fino al termine del soggiorno , l’abbuffata mattutina diventa un’abitudine cui non sa più rinunciare .

“Cicogna” , ancora in sottoveste , ciabattante , con capelli tinti e il carminio sulle labbra secche , gambe lunghissime  e sottili caviglie di porcellana , puccia il cornetto nel cappuccino , il cameriere le indica un tavolo , lei annuisce , ringrazia , ma preferisce restare in piedi .

“Codino” , tracagnotto , alto un soldo di cacio , con una pancetta rotonda , sfoggia una camicia azzurra con aquila dorata sulle spalle , divora panini e croissant mentre , con voce stridula , biascica anche a tavola il suo incomprensibile napoletano . Dialoghi improbabili planano tra bicchieri e zucchero , tazze semivuote e tovaglioli accartocciati .

Per l’ elegante “Francois  è un educato muover di ganasce , un frequente forbirsi di labbra , un delicato tintinnar di posate intorno a pietanze di così elevato rango .  Alta , magra , eterea , è una vera regina di Francia . Incredula e imbarazzata , si passa con gravità un dito sul sopracciglio e tenta di frenare l’incontenibile voracità del proprio enfant , detto “er Macina” , gli bisbiglia qualche parola all’orecchio , tutto inutile , è una battaglia persa . Rinuncia , si ritrae e con grazia transalpina sposta con la punta di un dito quel ciuffo ribelle , un fregio liberty che , capriccioso  , le ha coperto gli occhi per un istante .

Schrek , seduta , gambe allargate  , al tavolo accanto , punzecchia con la forchetta un’ ananas farcita - con cosa non si sa - nel frattempo ringhia contro il personale di sala   , colpevole di avergli portato via pane e cioccolata . Il rituale dei camerieri è laborioso e spazientisce all’ora di pranzo , senza parlare della cena , a colazione , invece , vanno tutti di corsa .  

Bellicapelli” siede composto , come sempre , accanto a mamma’ , scruta i riccioli del burro e il toast carbonizzato  , ma nel frattempo non disdegna di guardarsi attorno , casomai trovasse quella giusta da presentarle ,  del resto si sa , dove c’è posto per due ce n’è anche per tre .

All’altro capo della sala siede ancora “Mister Bean” , pallido , taciturno , lingua biancastra , con gli anziani genitori  . Nevrotico , ansioso per la loro salute , e sempre lì a pensare cosa farà da grande . Non mangiano , spizzicano , e quando s’alzano da tavola è ancora tutto lindo e pinto , nemmeno una briciola fuori posto .

“Cleopatra “ , il taglio di capelli la battezza ,  di viso non è granché ma per il resto sta messa bene , e poi c’ha un culo che le parla , magari trasteverino , ma le parla . L’ho visto da vicino in ascensore  , siamo scesi insieme l’altra sera in sala mensa , ma non ditelo a Lety , lo leggerà da più tardi .

Ce l’ha con l’organizzazione di sala , in mancanza d’aspidi , vorrebbe almeno una dose , tagliata come si deve  , di pesca sciroppata . Il maitre la guarda , scuote la testa , poi alza le spalle e allarga le braccia , spiega che l’hanno finita . Il marito , lingua sciolta , testa lucida e immancabile cappellino da monello , commenta a bocca piena quanto è meglio non riferire  . Ma il direttore di sala non si scompone , sorride , sempre impeccabile , giacca bianca , cravatta e pantaloni neri , senza mai una piega storta .

Sono solo alcuni dei nostri nuovi amici e commensali , ad ognuno abbiamo dato un nomignolo , è un gioco innocente , niente di oltraggioso , loro avranno senz’altro fatto lo stesso con noi tre .

Tagliato fuori dalla competizione per conclamata incompetenza gastrica , posso solo provare ad imitare i più ghiottoni , è un grande banchetto che obbliga e ci trascina tutti . Comunque sto al gioco e al suo rituale , fingo di condividerne la passione , poi mi ritraggo inventando le scuse più banali . E’ una tecnica pericolosa , che può costare amicizie e far naufragare simpatie .

Intanto le ultime lingue battono contro i palati , le deglutizioni finali interrompono le rare parole , mentre la naturale flatulenza annebbia la vista e la mente . E’ il mio momento , nella specialità sono un campione , non temo rivali , lo sanno bene moglie e figlio che , strabuzzano gli occhi e , fingendo di non conoscermi , abbandonano ,  accigliati e silenziosi , la grande sala .

Non ci bado , potrei squagliarmela alla chetichella , prima d’essere additato al pubblico ludibrio dal segugio di turno , di fiuto gagliardo e stomaco delicato , ma preferisco uscire a testa alta , senza dimenticare , naturalmente , di salutare .

Li raggiungo poco dopo in spiaggia , tolgo la canotta , mi stendo sul lettino e un tepore di beatitudine mi avvolge i sensi .

 

18/08/2009

 

eri sera la mia signora ha caricato in auto la busta dei panni sporchi , la nostalgia per l’ombrellone e qualche valigia , ha messo in moto ed è ripartita , sembra che il Comune non possa proprio fare  a meno di lei . Tornerà a riprenderci venerdì pomeriggio ed anche per quest’anno  calerà il sipario sulle vacanze d’agosto .

Oggi giornata da single , lo stato è naturalmente provvisorio , il piccolo è stato invitato a pranzo da un amico  , e il sottoscritto  , dopo aver consumato in solitudine un pasto frugale – risotto al radicchio e taleggio , scaloppa di pesce spada alla livornese , patate novelle al vapore , funghi trifolati , gelato e caffè – è salito in camera per mettere un po’ d’ordine tra questi suoi appunti scarabocchiati su pagine di giornale o vergate in fretta , ed evidenziate in giallo , sul frontespizio bianco di un vecchio libro . 

Ogni voce il suo numerino e la sua nota a pie di pagina , una confusione che non ti dico , pensieri indecifrabili in cui non mi  ci raccapezzo più nemmeno io . Mia madre le chiamava zampe di gallina , e da allora , avevo ancora i calzoncini corti e i calzettoni bianchi , non è cambiato niente  .

Mi piace scrivere nelle ore più impossibili , quando non mi sento spiato , nascondere albe , tempeste e tramonti , insomma tutto il materiale esplosivo , dentro un cassetto , quindi attendere con pazienza l’innesco che lo farà conflagrare , proiettando sul monitor costellazioni di vocali , consonanti e interpunzoni , in mille e mille scintille di parole .   

Scrivo anche oggi questa mia paginetta , una vela quadrata sospinta dalla corrente delle mie scombinate cellule cerebrali che sbandano disperse nel vuoto del cervello .

Ancora una volta sottoporrò emozioni e pensieri allo strazio di una tortura semantica sperperando megatoni di parole .  E’ un lancio di coriandoli e stelle filanti di un carnevale parolaio fuori stagione . Voi , se lo ritenete , deplorate pure l’uso e l’abuso di pixel e aggettivi . Non merito altro .

Alla maniera dei gamberi ogni tanto mi diverto a camminare all’indietro ,  la vita ne combina di tutti i colori , non smette mai di emozionarmi e per di più scaccia la noia . Sarebbe un peccato non condividerla con chiunque sia disposto a leggermi e soprattutto con chi  mi vuole bene . E’ uno strappo continuo ai luoghi cari e alle persone amate , ed io non ho ancora perso la voglia di staccare i fogli dal calendario per segnare almeno i giorni speciali , quelli che fanno la differenza .

Intanto gli anni passano e ci vuole un soffio ad imbiancare i capelli , vorrei almeno provare a sopravvivere alla mia morte , speriamo il più lontana possibile , nel ricordo di chi rimane , e ammesso che mi restino da campare ancora una ventina d’anni , dovrò darmi da fare , prima che dagli archivi della memoria scompaia del tutto questo inchiostro color seppia .

 

19/08/2009

 

tamattina l’ombrellone alla mia destra , solitamente vuoto , è invece occupato , deve trattarsi di un giornaliero . Accanto a lui due marmocchi pestiferi , un maschio e una femmina e , appisolato sul fondo della sdraio , un anziano , probabilmente il nonno .

E’ un padre separato , si vede lontano un miglio , lo si deduce dalle continue attenzioni rivolte ai figli . Tanto sarà per poco , stasera , domani al massimo , li riporterà alla madre , e tornerà libero come il vento per darsi di nuovo alla macchia  .

Ronza come una radio , racconta a voce alta tutta la sua vita , immagino fin dall’inizio . L’uomo sdraiato l’ascolta in silenzio , e solo di tanto in tanto si limita ad annuire . Non che io voglia impicciarmi , è lui che vuol farsi sentire , e in spiaggia , oltre a scassarsi le palle e lumare bocconcini , non è che ci sia molto da fare . A fine mattinata , ne sono certo , saprò tutto di lui ... tranne il suo nome .

Attorno ai cinquanta , accento meridionale , faccia da stronzo e costume firmato , narra le sue vicissitudini d’amore . Tiene a farci sapere che è un libero professionista … in tanti ce lo chiedevamo .

Sembra che la moglie , bellissima , bionda , occhi azzurri e un corpo da sballo , abbia deciso di non rifarsi più una vita . Lui ne sembra in verità dispiaciuto , anche se è convinto che lei lo faccia apposta per rendergli più penosi i sensi di colpa .  In fondo non è un crimine se all’improvviso incontri una che ha la metà dei suoi anni e perdi la testa , decidendo così di offrirti una seconda giovinezza . Il classico colpo di testa , l’ultimo soprassalto contro la maturità , in una parola , follia .

Illuso , l’uva acerba è assai pericolosa . Per un amore folle , uno di quelli disperati , puoi ancora andare , ma per quello di letto è molto meglio ti faccia da parte . Ma quale sesso sfrenato ? Non si recupera così in fretta a una certa età , e Lady Godiva ama le repliche , non si accontenterà di una sola cavalcata , di tanto in tanto , per quanto stravagante . A questo punto , se proprio ti tira , è molto meglio ti rivolga alle mercenarie che fanno l’amore a tempo … loro da perdere non ne hanno , sarebbe un buon affare per tutti e due .

Ma per un imbecille del genere ho sprecato anche troppo tempo , non giudicatemi male  , di solito non valuto mai una persona da un primo , timido approccio , scaricando su di lui le mie consuete , mordaci bassezze , ma questo m’è stato sui coglioni fin dall’inizio .

A proposito , Silvestro ha debordato , durante la pausa pasto sarà bene che cambi il costume , questo mi stava bene una quindicina di chili fa  .

Nel pomeriggio dovremo tornare in spiaggia molto presto , mi viene da piangere solo al pensiero , ma Gabry ha due tornei , uno di calciobalilla e l’altro di Yu – gi – oh , è entrato in finale , non sta più nella pelle , è eccitato come un ragazzino … ah , già , lo è , a volte me ne dimentico . Sua madre me lo ripete spesso .

Adesso vi lascio , se non casco dal sonno torno a trovarvi stasera  .

Sono da poco passate le ventidue , una volta tanto sono riuscito a portare Gabriele in camera a un ‘ora decente , deve aver bisticciato con Melissa , la biondina di cui vi ho già relazionato . Schermaglie d’amore dovute , pare , a incomprensioni su chi dovesse accecarsi durante il consueto nascondino del dopocena . La compagnia di Rocco , rampollo di “Cleopatra” , per quanto piacevole non gli garba altrettanto . Così , alla fine io e la madre , barattando la ritirata anticipata con una mezz’ora di cartoni animati , siamo riusciti a convincerli tutti e due a lasciare il bordo piscina per infilarsi a letto . Simpatica , oltre che bona , peccato che le potenziali amicizie , o almeno quelle più interessanti , debbano sempre concretizzarsi quando è ormai ora di ripartire . Niente di grave comunque , non devo essermi perso riflessioni o considerazioni di particolare profondità , del resto dagli sguardi allupati dei maschietti , ospiti dell’hotel Villa Margherita , si evince chiaramente come siano tutti persuasi che la replicante della seducente regina d’Egitto dia il meglio di sé quando mostra il lato b  , dev’essere per questo che anche il sole , sulla spiaggia , l’ha inquadra sempre e soltanto di schiena .   

Dimenticavo di dirvi che stasera a cena mi sono ritrovato circondato dalla Grand Armée , in sala sono infatti approdati i  Verboeket , moglie , marito e due marmocchi  , che hanno preso dimora a nord  . A sud già soggiornavano i Vigneron della bella Francois , mentre ad ovest si era stabilita da qualche giorno la famiglia Molinà con la sua cucciolata , come del resto avevano fatto , a suo tempo , ad est i  Dalmonté . Lei bionda e dalla pelle chiarissima , lui nero come il carbone , la piccola un delizioso cioccolatino al latte .

Urka ! Non me n’ero accorto ! Ad ore dieci avvisto anche i Macary ! Devono aver passato il confine nottetempo … qui se scoppia la guerra dei vini so’ cazzi ! Proprio adesso , oltretutto , che  l’ esercito di Franceschiello sta per imbarcarsi per tornarsene lemme , lemme , sotto l’ombra del Vesuvio .

A proposito di borbonici , l’atteggiamento di “Codino” comincia a preoccuparmi , è già la terza volta che , passandomi accanto , con il piatto dell’antipasto che trabocca , mi fissa languido , finendo poi per strizzarmi l’occhio . Mi sa che Lety c’aveva preso , quello è checca col botto . Mi siedo su una sedia d’angolo , spalle al muro , non si sa mai , e stasera vedrò poi di sprangare porta e finestre , quando si tratta di culo non si è mai abbastanza prudenti . 

 

20/08/2009

 

ono da poco passate le otto del mattino , il sole fa ancora fatica a perforare la foschia che avvolge il mare e l’orizzonte . Sul bagnasciuga c’è un barchino a secco , chissà come ci sarà finito ?

Oggi è il penultimo giorno di ferie , è stata una bella gita , ma , sono comunque contento che sia finita . Diciamocelo pure , di sole , di mare e di sabbia ce n’ho le palle piene .

In simili frangenti mi tornano alla mente le illuminanti parole di mia madre  quando , dopo aver sterminato un’intera armata di soldatini dell’Atlantic e smontato per l’ennesima volta il fortino di Lego , m’infilavo in cucina per torturarla con la solita filastrocca che suonava più o meno  : “Mamma non so che fare “ . Lei , come sempre paziente , mi fissava  intenerita  , poi , riprendendo a spicciare e cucinare , rispondeva  : “Batti la testa al muro “ . Considerati i risultati , inutile nascondere quanto sarebbe comunque sotto gli occhi di  tutti , qualche volta devo averle anche dato retta , e , memore di quel prezioso consiglio , per il prossimo anno  ho deciso che trascorrerò le mie ferie  in Cina , lì , perlomeno sono organizzati e troverò ad aspettarmi la grande muraglia .

Oltretutto so’ tredici giorni che litigo costo lettino e ancora non c’ho fatto pace … almeno adesso che siamo agli sgoccioli qualcuno sa dirmi , di grazia , come cazzo s’abbassa lo schienale ? 

Mi conforta sapere che presto sarò a casa , renderò la chiave della 503 , ma in tasca avrò di nuovo quella di Alì Babà che , da sempre , apre la grotta miracolosa , sita da qualche anno nei pressi del nuovo Salario , zona Serpentara .   

 

 

21/08/2009

 

 

erie d’agosto , monoscopio mio non ti conosco. “ Oltre che una filosofia di vita , è anche una prodigiosa terapia disintossicante , alla quale mi sono scrupolosamente attenuto da quando ho messo piede sul litorale tirrenico . Il telecomando , di cui a casa sono unico e indiscusso detentore , è stato infatti tutto il tempo tra le mani abbronzate di Gabriele , almeno quel poco scampato a bagni , castelli di sabbia e videogiochi .

Qualche notizia l’ho tuttavia distrattamente intercettata con l’occhio sbieco , mentre frugavo  tra i trafiletti del Messaggero , nell’affannosa ricerca d’improbabili novità sulla campagna acquisti della Magica . Indispensabile , quest’anno , rafforzare difesa e centrocampo .

Oggi però , per non tornare in città del tutto ignaro di quanto è , nel frattempo , successo nel mondo e dintorni , mi sono concesso la visione e l’ascolto di un telegiornale ufficialmente elargitoci dalla tv di regime , mi pare quello di Canale 5 , tanto son tutti uguali . 

Niente di nuovo , mi sembra , l’attualità è quella di sempre , scandali , leggi sbagliate , sperpero di denaro pubblico , incapacità , stupidità e inefficienza , in Italia d’altra parte molto si crea ma niente si distrugge .

Sorvolo per decenza sui ciclici colpi di sole di Bossi , non vale la pena commentare simili stronzate . Per il resto poco altro . 

Gheddafi , uno che non muore mai , pare abbia chiesto al governo di Roma i danni per la prima guerra Punica .

Interrogato circa la fuga di cervelli all’estero il ministero della ricerca ha risposto di non aver trovato … niente .

A seguito di un blitz della Finanza  è stato accertato che le uniche persone che occupavano il loro posto al San Giovanni erano i pazienti . Immediata è stata la convocazione di una riunione di gabinetto per discutere come debellare la piaga dell’assenteismo , ma è stata subito rinviata perché al dicastero non c’era nessuno .

A proposito poi dell’annosa querelle circa un presunto divario tra paese reale e paese legale , e in particolare sul potere d’acquisto degli italiani dopo l’introduzione della moneta unica , il ministro dell’Economia ha dichiarato che negli ultimi dieci anni nulla è cambiato , se infatti ieri con diecimila lire non ci compravi un cazzo , lo stesso accade oggi con cinque euro . Non fa una piega , Tremonti ha sempre ragione .  

Intanto il governo Berlusconi ha esaurito il compito per il quale era stato istituito , l’inflazione è cresciuta , la disoccupazione pure , l’industria boccheggia e la bilancia dei pagamenti tracima . Insomma , tutto come previsto .

Secondo una recente indagine , infine , la Doxa comunica che il Popolo delle libertà non conta sull’appoggio della Lega , il Partito Democratico non conta con l’alleanza con Di Pietro , e Casini … non conta .  

E per chiudere l’immancabile chicca di gossip , incredibilmente anche quest’anno non parteciperò alla selezione di Mister Universo perché nessuno me l’ha chiesto .

Tutto qua . Per tutto quanto avessi comunque omesso , volutamente o meno , potrete rivolgervi a Bruno Vespa , tanto ormai in Italia scrive tutto lui .

A questo punto è  arrivata proprio l’ ora di salutarci , in queste ultime ore dovrò darmi da fare per limare , correggere , e infine trasformare questo foglio word in una pagina html , inserendo poi foto , un’adeguata colonna sonora e qualche divertente gif animata . Al ritorno in città di tempo ne avrò ben poco , si torna al lavoro , riprenderà la vita di tutti i giorni e , per fortuna , il campionato .

Anche per quest’anno il vostro tour operator chiude , senza avervi nemmeno chiesto lo straccio di un  pedaggio , se non quello della cortesia di leggermi fino in fondo .  

 

 

22/08/2009

 

 he altro dire alle tre di notte ? Spero di avervi , se non appassionato , almeno divertito , buon rientro per chi torna e buone ferie per chi parte o le prosegue .