Capitolo 77

 

Aspettando i Maya

 

 

 

 

unque, l’ultimo capitolo, almeno per ora. Sto affinando il mio stile epico, ancora qualche appunto prima di pubblicare questo mio diario. Sarò breve per evitare di mettere alla prova la pazienza dei lettori. Anche perché il template che ospiterà questa mia opera non prevede più di 640 pagine. Non so se ci sarà un seguito. Vedremo. Il mio rigore intellettuale mi impedisce di proseguire oltre su questo terreno, continuando a titillare il narcisismo sfrenato di un cinquantacinquenne che si crede ancora un ragazzino. Probabilmente, nell’interesse della Nazione, prenderò a occuparmi di questioni fondamentali come cercare una cura preventiva e mirata che possa preservare i nostri ragazzi dall’ influenza della Curva Nord.   

Ciondolo per casa nel giorno dell’Immacolata, gli occhi persi dietro a qualche sogno, un dolce far niente operoso e stimolante. E’ sabato, una giornata di festa. Persa. Se non altro splende il sole.

Oltre i vetri il gelo di dicembre, in sala da pranzo l’abete con tutte le sue belle lucine accese. Decorazioni natalizie sui mobili e alle pareti. Tutto conferisce un’aria magica alla casa. Lety, ancora una volta, si è superata. Figuratevi che ha addobbato anche il portone. 

Meno di un mese e sarà 2013. Sempre che i Maya non l’abbiano imbroccata. Lo ammetto, mi preoccupa la possibilità che la fine del mondo arrivi prima che possa vedere  Monti finalmente fuori da Palazzo Chigi.  

E’ un pezzo che non ci si vede. Ho avuto da fare, lavori di restauro. Novità di rilievo: un nuovo, tenero, inquilino a dividere con noi l’appartamento, una bella ragazza, Elisa,  accanto a Roberto che, nel frattempo, si è mollato con Valentina, il fuoco di Sant’Antonio per la signora che, occorre dirlo, non si fa mancare niente, e un tendine rattoppato per il vostro autore preferito. Per il resto si tenta di sopravvivere al governo Monti e all’Unicredit.

Questo grosso modo, avremo poi tempo per entrare nei dettagli.

La notizia più importante degli ultimi tempi è però, senza alcun dubbio, quella che ci vede ormai sudditi della Bce.  Perduta infatti la sovranità monetaria da oltre un decennio, negli ultimi mesi abbiamo ceduto anche quella politica. Ora si è chiuso il cerchio. Quello della trilaterale.

E’ un discorso complesso che richiederebbe non un capitolo, ma un libro a parte. E non è proprio cosa. Ci basti annotare che questo ha comportato l’impoverimento del Paese e la fine di ogni diritto costituzionale.

Siamo un popolo di precari, indebitati fino al collo, senza futuro e ormai prossimi alla bancarotta. Di questo dobbiamo ringraziare, non tanto il sobrio Monti, semplice sicario di Francoforte, né il vegliardo che ci ha venduti e siede, impunito, sul Colle, ma chi li ha preceduti al Quirinale e Palazzo Chigi: da Prodi a Berlusconi, passando per D’Alema, Amato e Ciampi. Gentaglia.

Dieci anni fa mia madre, una semplice massaia, si chiedeva, perplessa, come mai non fosse stata fissata la parità lira euro: 1 euro, 1000 lire. Chi oggi predica la morale, limita, di solito, le sue funzioni a quelle di un trombettiere di reggimento, che, dopo aver suonato la carica e fatto molto rumore, si crede dispensato di pagar di persona. Chi, ieri, ha sbagliato quei conti, sottraendo il futuro almeno a un paio di generazioni, e rendendole inabili a una vita indipendente, oggi si gode la pensione, del tutto inaccessibile alle nuove generazioni, che, ciò nonostante, vengono ugualmente rapinate dalla previdenza sociale.

E nessuno pagherà per un simile aberrante genocidio.

In poco meno di un ventennio hanno devastato un Paese, svendendolo e impoverendolo, fino a portarlo sull’orlo della bancarotta. Nessuno di loro marcisce in galera, qualcuno si gode la pensione, altri continuano a nuocere impunemente. La cronaca, oggi, li esalta, la storia, domani, li condannerà.

Non siamo più stati liberi da quando ci siamo calati le brache per metterci agli ordini di Bruxelles. E adesso siamo anche più poveri.

Dove sono ora le avvilenti cassandre che inneggiavano all’ omologazione europea, panacea di ogni male sociale, economico e politico? Grandissime teste di cazzo…

Nel frattempo un nuovo spettro si aggira per l’Europa: lo Spread. Se ne sapeva poco o niente fino all’altro ieri, poi, all’improvviso, ha preso a menar fendenti ovunque, diventando, in meno di un mese, il nemico numero uno dei popoli dell’euro zona. Speculazione e inflazione, al suo confronto, sono dilettanti. In effetti se ne sentiva la mancanza. 

A tentare di spuntare gli artigli a lui e a chi lo manovra, la Lega, Di Pietro e il Movimento Cinque Stelle, sorto dalle ceneri del malcontento e sponsorizzato dal noto comico genovese Beppe Grillo. Ma non chiamateli grillini, se no s’incazzano. A dargli strada, viceversa, tenendolo però sempre bene d’occhio, un centro sinistra a mezzo servizio, orfano di falce e martello e prodigo d’incoraggiamenti verso il leader impostoci da Francoforte, e un centro destra allo sbando, alla mercé degli umori di un nano saltimbanco che, a giorni alterni, decide per il ritiro o il ritorno in campo. 

Ma questa è storia d’oggi, facciamo dunque un passo indietro.

Ah, no, un momento, dimenticavo… sulla panchina della Roma è tornato Zeman. Con tutto quello che questo comporta: tensione, divertimento, tanti goal, segnati e subìti, e, ovviamente, nessun risultato. 

Ci eravamo lasciati, se non sbaglio, nel gennaio 2011, dopo la tradizionale cena della Vigilia in via Colli della Serpentara, con fratelli e nipoti, e il Capodanno a Terracina, ospiti di Alberta e Gabriele, in compagnia degli amici di sempre: un soggiorno piacevolissimo, da Santo Stefano al primo dell’anno, una rimpatriata coi fiocchi.

E’ l’anno del 150° dall’Unità; improvvisamente si scopre una data che i libri di storia hanno sempre ingiustamente ignorato, il 17 marzo, proclamazione del Regno d’Italia. Novanta italiani su cento non ne sapevano niente, per conoscerla hanno dovuto aspettare un secolo e mezzo. Dopo tanto tempo vorremmo almeno festeggiarla come di deve, ma Calderoli si oppone: I patti erano chiari - spiega - quando fu approvata la legge dei 150 anni, avevamo avvertito: diamo via libera, ma a condizione che la festa non abbia effetti civili. Dove sta scritto che per celebrare una ricorrenza bisogna fare vacanza?Il politico padano, curiosamente alla guida di un dicastero italiano, comunque, assicura: “Alla Lega questa festa porterà una montagna di voti perché si dimostra che dopo un secolo e mezzo l'Italia è divisa, nemmeno in due, ma in tre tronconi.

Qualcuno dovrebbe spiegargli che la maggior parte di quei mille veniva dal nord Italia e indossava una camicia rossa, non verde, ma sarebbe fiato sprecato. Del resto, solo in un Paese dove governa la banda bassotti poteva salire sullo scranno più alto di un ministero, un incoerente xenofobo che inneggia alla secessione, brucia il tricolore e si proclama padano. Sorprende piuttosto l’atteggiamento di Napolitano che accetta passivamente certe mostruosità. Ma l’inquilino del Colle non ha ancora svenduto il Paese alla Bce, e qualcuno, me compreso, ancora lo stima. Ci metterà comunque poco a farci cambiare idea. 

Intanto Calderoli rincara la dose: "Dare il voto agli extracomunitari, non mi sembra il caso, un paese civile non può fare votare dei bingo-bongo che fino a qualche anno fa stavano ancora sugli alberi, dai…” Un vero signore.

Arriva febbraio, il mattino, in punta di piedi, viene a curiosare alla finestra, il cielo è limpido, sembra primavera. Il clima fa le prove per l’estate, nella capitale a metà mese il termometro  segna ancora 27°.  Nel frattempo la Roma di Ranieri non decolla, sembra voglia fare sfracelli, ma non riesce a tenere un risultato.

E’ tempo di festival, le canzoni sono sempre le stesse, tutti aspettano solo Benigni. Io no, sono disgustato, soprattutto da chi lo osanna: per guadagnare i 250.000 euro che, pare, abbia percepito per quaranta minuti di varietà, un onesto lavoratore deve lavorare almeno una decina d’anni. Un precario non ne parliamo nemmeno. Oltretutto mi rode particolarmente il culo perché proprio in quei giorni, per poter pagare una piccola parte del pizzo di stato mi tocca vendere la chitarra elettrica. Ci faccio duecento euro, una goccia nell’oceano dei miei debiti, ma è sempre meglio di niente.

Marzo ci fa rimpiangere febbraio. Tempo di merda, il mese peggio di così non potrebbe cominciare. Le ossa cigolano, le articolazioni scricchiolano, ma quello che mi preoccupa non è tanto la pioggia,  alla quale sono ormai abituato, quanto il traffico: lo scooter è infatti fuori uso e mi tocca prendere l’auto, o, peggio, quando serve a Lety, i mezzi pubblici.

Un interludio, fortunatamente, breve. Qualche giorno,  un centinaio di euro e l’esseacca torna in perfetta forma: indosso il casco e richiudo le chiavi della Citroen nel cassetto.

La sera intanto litigo spesso col televisore di cucina, da qualche tempo si è bloccata la sintonizzazione su Rete 4 e il telecomando non vuole saperne di cambiare canale, mi tocca sorbirmi tutte le sere il Tg4 e la domanda, come diceva qualcuno, sorge spontanea: ma Emilio Fede lo pagano?

Dopo le prime timide pennellate di aprile, la primavera impugna saldamente la tavolozza e dipinge i suoi colori più vivi sulle strade e sui parchi della Serpentara.  E’ il 5 maggio, un giovedì pomeriggio, sento Ale che discute al telefono. Pare manchi un giocatore alla sua squadra di calciotto. Lo guardo e punto l’indice sul mio petto. Lui sposta la cornetta dall’orecchio, copre il ricevitore con il palmo della mano e ricambia il mio gesto con uno sguardo interrogativo. Storce la bocca, ma di meglio non c’è, e sia pure obtorto collo, accetta.

Sono le dieci di sera, nello spogliatoio tutti ragazzi sotto i trenta, trattengo il respiro, tiro in dentro lo stomaco, sfilo la tuta e indosso maglietta e calzoncini. Nonostante la stagione, fa ancora piuttosto freddo, è forse per questo che, nonostante un paio d’anni di completa inattività, mi muovo comunque abbastanza bene. Tengo la posizione davanti alla difesa e azzardo addirittura qualche scatto in avanti. Segno persino una rete, non speravo tanto. Il match è ai minuti finali, ancora pochi minuti e tutti sotto la doccia, la corsia di sinistra è libera, tanto vale tentare un affondo. Improvvisa una sassata sopra al polpaccio, cado a terra in maniera del tutto innaturale. Compagni e avversari mi si fanno intorno, si forma un capannello, qualcuno è preoccupato. Tenendomi il piede sinistro con tutte e due le mani,  sollevo lo sguardo e chiedo chi mi ha tirato quella cazzo di bastonata. Mi guardano come fossi un marziano. Tento si rialzarmi, ci riesco, un dolore fottuto al polpaccio, non gli do molto peso, immaginando possa trattarsi di semplici crampi. Poco dopo il fischio finale.

Torno a casa, ma, dopo la doccia, il dolore persiste. Scivolo nel pigiama e ci dormo su, domani, tento di rassicurarmi, andrà senz’altro meglio. Venerdì mattina, va peggio. Ma ho troppo da fare, la mia agenda è piena, una marea di appuntamenti. In un solo giorno devo attraversare tutta Roma, nella speranza di alzare un po’ di grana.

Va avanti così per circa due settimane, sia pure zoppicando e stringendo i denti per gli scossoni dello scooter, continuo a girare la capitale in lungo e largo. La sera però il dolore si fa più intenso, oltretutto il piede è livido, gonfio e arrossato, non mi entrano più nemmeno le scarpe, devo infilare gli scarponcini, quelli belli larghi, in pieno maggio. Finalmente Lety mi convince a farmi visitare. La dottoressa prescrive una risonanza magnetica. Un paio di giorni per l’appuntamento, quindi l’impietoso responso: probabilmente è partito il tendine di Achille, s’è stuccato come il mi cantino di una chitarra… sfido che sentivo un dolore della Madonna.

Colpa di mia madre e della sua sbadataggine, evidentemente, nel farmi il bagnetto nello Stige, ha dimenticato d’immergermi del tutto, tenendomi sempre per lo stesso tallone. Così, all’ennesima sgambata, si è disintegrato. Chiamo la squadra per riferire la ferale notizia, si prevedono tempi lunghi per la ripresa, il mister è prostrato, lo staff medico, più ottimista, non dispera possa tornare in campo a settembre, ma la stagione è comunque finita. 

Il piede nel frattempo da rosso è diventato nero, il gonfiore quello di un palloncino che si compra alle giostre. 15 maggio, sala visite ortopedica dell’ ospedale Sant’Andrea, lo specialista conferma, va operato, e di corsa. Per l‘indomani il ricovero, ma dovrò presentarmi al pronto soccorso e fare tutta la trafila. Da capo.  Mi tocca. 

Arrivo alle 8 di mattina, ci passo tutto il giorno, e, alle sette di sera, senza occhiali e coperto soltanto da un telo verde,  sono in ascensore, supino su una lettiga gelata, diretto in sala operatoria. Un freddo che non ti dico.  Salgo al piano, il portantino esce e mi lascia dentro. Solo. Arriverà qualcuno, penso.  Passano dieci minuti buoni, entra un tipo, non posso vederlo, Santa Lucia, come ricorderete, si è fermata giù da basso e ha staccato dal servizio. Quello che, immagino, deve essere un infermiere si rivolge a un collega, “Te guarda ‘ndo l’hanno l’asciato questo…”

Questo, intuisco, devo essere io. La barella percorre un corridoio e si ferma in una sala illuminata a giorno. Fortissimo l’odore del disinfettante. Mi chiedono se sono pronto, pronto è il mio secondo nome, rispondo spavaldo, certo di non potermi cacare sotto, visto che il giorno prima mi era stato prescritto di arrivare digiuno.

Mi mettono a sedere, qualcuno armeggia alle mie spalle, lo sento, quattro o cinque pugnalate alla schiena per addormentarmi dal bacino in giù, poi bocconi, faccia su un cuscino, e li lascio lavorare di fioretto.

L’intervento dura una mezzora, forse qualcosa di più. Niente dolore, solo un fastidioso solletico e la consapevolezza che quel lavorio di ferri e garze riguarda il mio povero tallone.

Mi riportano in camera, Schwarzenegger mi solleva di peso, piazzandomi sul letto. Non sento un tubo, inforco gli occhiali e solo allora mi accorgo che il piede è fasciato. Lo lascio stare, nemmeno lo guardo, non si sa mai dovesse prendersela. Giù, in sala restauro, mi hanno suggerito di non muovere un muscolo. Non ci penso nemmeno. Del resto devono avermi inoculato l’anestesia per un cavallo, dal culo in giù sono paralizzato,  anche il piccolo non da più segni di vita. Che pena vederlo così, esanime, riverso su un lato.

Finalmente entra Lety, dietro di lei c’è anche Alessandro. Mostro il pollicione in segno di assenso. Tutto bene. Vorrebbe trattenersi per la notte, la dissuado, preferisco vada a casa, tanto non ho bisogno di niente.

Una notte d’inferno, certamente la peggiore della mia vita. Passato l’effetto dell’anestesia, qualcuno comincia a mordermi il polpaccio fino a rosicchiarmi il tallone. Tutta notte. Mai sazio. Come se non bastasse, mi scappa da pisciare, provo a inserire il branzino, ancora intontito, nel pappagallo, ma fa i capricci, non ne vuole sapere. Lo stimolo si fa più pressante, cominciano i dolori, la vescica pare voglia esplodere. Alla fine sono costretto a schiacciare il campanello.

Un armadio d’infermiera si avvicina, mi chiede che succede. Mi scappa da matti è tutto quel che riesco a biascicare, mentre strizzo gli occhi e sudo freddo. Il dolore si fa insopportabile, digrigno i denti, la tipa capisce, infila i guanti, me lo prende tra le dita e, con un colpo secco, mi trapassa la punta dell’uccello con un ago formato famiglia. Limortaccisua, che dolore! La stoccata è comunque vincente: una pisciata coi fiocchi, giallo paglierino, supera lo sbarramento, percorre per intero il cannello e sfocia, trionfante, nel catetere. Un bruciore d’inferno, ma almeno la vescica non è esplosa.

La notte, comunque, è ancora lunga, mai trascorso una notte così lunga. L’anestesia ormai è solo un ricordo, lo stronzo di prima continua a mordere il polpaccio, banchettando allegramente col mio tallone. Ha denti aguzzi il bastardo, quell’ago infilato dove non dovrebbe, oltretutto, non aiuta.

Arriva l’alba, arriva sempre, chiedo al primo camice che passa di togliermi lo spiedo, tanto ormai l’arnese è sveglio. Macché, bisogna aspettare la visita del mattino, sarà il primario a decidere cosa fare o non fare.

Passano le ore, arriva il professore con il suo stuolo di tirocinanti, tra loro anche qualche bella topolina in camice bianco, e, per fortuna, decide di stapparmi il pisello. Poi uno degli apprendisti stregoni, il dottorino, mi afferra il piedone, toglie le bende e fa la medicazione. Nel frattempo è arrivato il tutore che avevo ordinato, me lo infila e lo serra a doppia mandata. Andrà tolto non prima di un paio di settimane. Mi chiedo il profumo che emanerà da quella paccottiglia a distanza di tanto tempo. Trascorrono altre ore, un pomeriggio intero a sentire la pelle tirare per la cicatrizzazione, stringendo i denti per il dolore.

Il giorno dopo le dimissioni, in carrozzella fino alla porta di uscita e saltellando fino all’auto parcheggiata fuori. Finalmente a casa, le stampelle per salire al piano, chiudermi la porta alle spalle e dirigermi nel lettone. Da lì in avanti, per almeno un mese, solo fino al cesso con il trespolo, gambone col tutore ciondoloni, poi di nuovo sotto le lenzuola, senza potermi muovere. Tra l’altro le zanzare della Serpentara quest’anno si sono organizzate prima del solito e vanno in deliquio per il mio sangue fresco di analisi e libero da organismi patogeni.

Ma il lavoro non aspetta. Mi faccio portare il computer in camera da letto,  accanto al comodino, e organizzo l’ufficio.  Basterà un po’ di silicio e un contatto telefonico con il mondo esterno. Ai giri, quelli più necessari, ci penserà Roberto, per il resto, una volta tanto, muoveranno il culo anche i clienti. Eccheccazzo.

Immobile, a letto, il tempo trascorre lentamente. Qualche telefonata, il perfezionamento di una polizza ogni tanto, la preparazione di una serie di lettere commerciali, poi non mi resterà che affidarmi al digitale terrestre, recentemente passato a dare il cambio all’analogico.

In onda in quei giorni, per una fortunata serie di circostanze, di nuovo A Team, Magnum P.I. e Supercar. Un piacevole ritorno agli anni ottanta. 

A farmi saltare la mosca al naso, invece, la situazione del lavoro in Italia. Ho tanto tempo a disposizione e, quel che è peggio, ho in mano un telecomando, e le notizie che arrivano dai tigi sono tutt’altro che incoraggianti.

Oltre sette milioni di giovani tra i 18 e i 34 anni, vive ancora a casa con mamma e papà, il 40% ha più di 25 anni e uno su due può contare su un'occupazione, ma non riesce a emanciparsi dal nido familiare, perché precario. Penso ai miei figli, ripenso al piano sul lavoro approvato dal consiglio dei ministri solo l’anno prima, e allo slogan del ministro Sacconi, “Liberare il lavoro, per liberare i lavori”.  Un completo fallimento.  Ma la colpa non è sua, dichiara il titolare del dicastero, la causa della disoccupazione giovanile sono i cattivi genitori. Non ho parole… 

Andrà avanti così, tra letto, telecomando e cesso,  per un paio di mesi, poi pian pianino, dapprima il piede, leggero, a terra, poi i primi passi con Donjoy, quindi il ritorno in moto, un piede ben saldo sulla pedana, l’altro appena appoggiato, considerata la mole del tutore, infine, dopo quindici giorni di svogliata fisioterapia,  la possibilità di tornare a camminare con entrambi i piedi. 

Come? Donjoy? Siete davvero ignoranti…è la marca del tutore.

Particolarmente emozionante il momento del distacco dalla protesi. Forzo la serratura di fort Knox, poi passo ai lacci. Delicato, dita leggere come una piuma, intravedo il piede, gli sorrido, lui ricambia, sfilo lentamente Donjoy, fisso le dita, provo a muoverle, lentamente, accarezzo il tallone e infilo, ancora più lentamente, il calzino. Lui vorrebbe rifiutarsi, storce il cotone all’altezza del tallone, lì dove è rinforzato e si sente più protetto, poi riconosce il rosa della pelle e, rassicurato, si lascia guidare.

Il tutore è a terra, ormai inutile, come una scarpa vecchia. Tento di sistemargli i lacci per ridargli almeno un po’ di dignità. L’impresa è ardua, se non impossibile, un’annodata alla come vie’ vie’ e lo lascio, avvilito, sul pavimento.

E i primi passi senza tutor? Che emozione. A passeggio per le stanze col tendine nuovo, convergenza e messa a punto da rivedere, ma nel complesso sembra tenere bene la strada. Un ricordo indelebile. Così come quello di un pomeriggio, seduto sulla mia poltrona di lavoro: il piedino, sotto la scrivania, d’un tratto, al ritmo di un pezzo di Venditti, partì da solo e cominciò a battere il tempo. Esaltante. 

All’ultima visita di controllo il chirurgo mi guarda perplesso, sostiene che avrei appoggiato troppo presto il piede a terra. “Ho seguito le indicazioni del medico che mi ha visitato l’ultima volta:” Protesto. “Mmmmm”  fa lui “ non capisco perché abbia avuto tanta fretta.”

Ma, dico io, perché non si parlano tra loro…

E’ giugno, si fa sotto l’estate. Tempo di amministrative. Si vota in diverse province e alcuni comuni. Tra questi Milano. Al seggio anche Berlusconi. E’ sorridente, era da un po’ che non infilava qualcosa in una fessura, senza dover pagare.

A Roma, intanto, viene inaugurato il ponte della musica. Sentivamo davvero il bisogno di una costruzione tanto orripilante. Completamente fuori contesto, sembra di essere tornati allo scempio degli anni settanta. Evidentemente qualcuno ci mangia.

Lo guardo bene, è una zona che bazzico spesso, è vero che di ferraglia in giro per la Capitale ce n’è in abbondanza, ma mai in un quartiere così elegante. A prescindere dai gusti personali, un’opera del genere potrebbe fare la sua figura tra Brooklin e Manhattan, a cavallo dell’East River, non certamente tra i lungotevere Flaminio e Maresciallo Cadorna,  deturpando il pigro scorrere del Tevere.  Ripeto, del tutto fuori contesto architettonico, magari, traslocandolo sul laghetto dell’Eur, potrebbe dare nuovo lustro al dismesso Luneur.  Perché ci perdo tanto tempo? Perché amo Roma, i suoi scorci, le sue magie, e con quell’affare bianco tra Flaminio e Foro Italico non sarà mai più la stessa. Non c’è niente da fare. 

A proposito di arredo urbano, guai grossi anche per Superman, la Telecom annuncia che dalle piazze e dalle strade spariranno tutte le cabine telefoniche. 

Ma la notizia che monopolizza l’informazione in quei giorni arriva da fuori, viene arrestato per stupro il presidente del fondo monetario internazionale Strauss Khan. Sfortunatissimo. Passi la vita a metterlo nel culo alle popolazioni dell’intero pianeta e nessuno ha niente da dire, poi, un malaugurato giorno, provi a farlo con una cameriera d’albergo e ti ritrovi in manette dalla sera alla mattina. 

Come se non bastassero i guai in casa, anche fuori l’economia va sempre peggio. Il cetriolo comincia a volare sempre più basso. Nell’aria già si sente la puzza di Mario Monti.

Le premesse sono le stesse di 82 anni prima. Ricordate? Irving Fisher, un chimico prestato all’economia, annuncia categorico: ”I mercati si trovano a un livello alto e stabile. Americani investite!” E’ il 15 ottobre del 1929. Nove giorni dopo crolla la borsa di Wall Street e comincia la grande depressione. Di lì a qualche mese, lunghe file di disoccupati si snodano per le strade degli Stati Uniti, e, attraversato l’Atlantico, si mettono in coda anche in Europa.

Questi sono i grandi economisti, flagello dell’umanità, indovini di grana grossa che procedono a tastoni, un po’ come i meteorologi. Con la differenza che questi ultimi hanno, perlomeno, strumenti più o meno affidabili che consentono loro di non prendere grosse cantonate.

Li abbiamo avuti anche noi, qualcuno solo incompetente, qualcun altro probabilmente anche colluso con le grandi multinazionali. Hanno tessuto lodi alla moneta unica e magnificato la globalizzazione, disintegrando il tessuto stesso del sistema produttivo, le piccole imprese, e determinando l’attuale, fin troppo prevedibile disastro economico. Ma invece di cacciarli in galera, li abbiamo incensati e ricoperti d’oro. Non meritano alcuna menzione, li conosciamo, purtroppo, tutti quanti, uno per uno. A qualcuno, tra qualche tempo, dedicheranno, ci scommetto, persino qualche strada. 

Bene, ci risiamo, stanno per tornare i tecnocrati. Saranno cazzi amari.  

Solo quando la politica sarà liberata dai lacci di pavidi ragionieri e restituita agli statisti di razza, pronti a rischiare, la nostra pelle, magari, ma anche la loro reputazione, si potrà tornare a sperare in una difficile, probabilmente lenta, ma definitiva ripresa e in un futuro.

Luglio, nel frattempo, è impazzito. Piove da giorni, in cielo deve essersi rotta una guarnizione, suggerisco a Papi di chiamare un idraulico. Contatta un tipo in gamba, che, sia pure senza fattura, ci restituisce il bel tempo. Tanto è vero che il ministro Brunetta prende un colpo di sole e, a chi ritiene esagerato il suo piglio autoritario nei confronti del pubblico impiego, dichiara: “È ovvio! Ovvio! Ovvio! Ovvio! Ovvio! Ovvio! È così! È così! È così! È così! È così! Protestate pure ma è così! È così! È così! Se non vogliamo , se non vogliamo... riconoscere... la realtà... allora: è così."

Un discorso da statista di grande spessore. Poi, non contento, urla alla piazza dei precari che lo contesta: “Siete la parte peggiore d’Italia”. Superfluo ogni commento. Solo una delle tante teste di cazzo che affollano il pianeta in quei giorni.

Un’epoca disgraziata, ne spuntano a centinaia, ogni giorno, ad ogni angolo, così, tanto per complicarci la vita, con una frequenza e una capacità di riproduzione davvero preoccupante. Possibile che non si riesca a trovare una soluzione definitiva a una mutazione tanto aberrante? A volte credi di essertene liberato, stai per brindare, quando…macché…niente da fare, rieccoli...continuano a spuntare come funghi, te li ritrovi sempre davanti, in ogni circostanza, in ogni strada, stagione, persino quando te ne vai al mare…una setta che conta migliaia di adepti in tutto il mondo. In  Italia, però, la colonia più numerosa. Un incubo. La maggioranza di questi è della specie dei manager. Il termine "manager" deriva dall'inglese "to manage" che significa "gestire", quindi il manager è un gestore, in linea di massima di cazzate, le sue. Le partorisce di notte, preferibilmente seduto sulla tazza del cesso. Non sa cosa significhi il termine buonsenso, tanto meno criterio. Tassativo per farsi strada in questa particolare categoria di esaltati, essere ottusi. Se appena si è soliti soffermarsi a pensare alle conseguenze delle proprie azioni, è meglio astenersi dall’intraprendere la carriera. Di solito il manager è scemo di suo, ma, se segue dei master specifici e mirati, può persino peggiorare. E’ un autentico genio…non avete idea di quanto sia “avanti”. Non cercate di comprenderne pensiero e scelte, per voi comuni mortali sarebbero solo tempo e fatica sprecati.

Tra questi merita almeno due righe di encomio Mario Draghi. Stipendio un milione l'anno, euro più, euro meno, siede sul trono di Palazzo Koch in via Nazionale e presto assurgerà agli onori degli altari della tristemente nota Banca Centrale Europea. Già direttore generale del Tesoro e vice presidente di Goldman Sachs, una delle più grandi banche d’affari del mondo con sede a New York, con lui prosegue quella intensa stagione di privatizzazioni e svendita del patrimonio produttivo industriale a partecipazione statale, inaugurato da insigni economisti quali Ciampi, Amato o Visco, che ha provocato povertà diffusa, perdita di competitività, chiusura di interi stabilimenti e plessi produttivi, arrecando immani disastri economici e sociali al nostro Paese.

Intanto al referendum del 12 giugno, tanto per cambiare,  si vota sì per dire no. No al nucleare, no alla privatizzazione dell’acqua, no al legittimo impedimento. Se ce lo mettono al culo anche stavolta, so’ cazzi amari…ma per fortuna stavolta votiamo bene.

In compenso alla Rai fanno fuori Santoro e, preoccupatissimi, i teleutenti cominciano a chiedersi come farà, d’ora in avanti, a tirare avanti la carretta con quello straccio di liquidazione.  Tra i più angosciati, il sottoscritto. Poi però ci ripenso, ho anch’io le mie gatte da pelare, che si arrangi. Un milionario davvero molto modesto e soprattutto coerente…povero Robin Hood, defenestrato dal tubo catodico con appena tremilioni di liquidazione…gente come lui dovrebbe avere il buon senso di godersi il malloppo e non farsi più vedere…se poi penso che ci sono migliaia di gonzi che lo finanziano pure…e poi ci lamentiamo che al governo ci sia un bandito… 

E’ piena estate quando Roby decide di farmi morire di paura, fissa il gancio del paracadute nel cavo d’acciaio, si avvicina al portello, un paio di respiri profondi e, al terzo, si lancia nel vuoto avviticchiato all’istruttore. La forza centrifuga gli separa i globuli bianchi dai rossi, e precipitano insieme, felici, verso le luci della pista che si fanno sempre più vicine. C’ho un figlio matto. Comunque tutto bene, oltretutto, per fortuna, la bravata gli costa un occhio e non potrà più ripeterla. Le  mie coronarie sono al sicuro per il futuro.

Forte Roberto. Sta sempre zitto, ma in mezzo alle gambe c’ha due palle come meloni. Ogni tanto mi fa incazzare, mi preoccupa quel suo modo di prendere sempre a muso duro la vita. Nessun compromesso, o bianco o nero. Ogni tanto provo a parlarci, ma per fortuna non mi sta mai a sentire.  Figli contenti, figli incazzati, figli delusi, figli come te quand’eri figlio. Goditeli quando sorridono e lasciali in pace quando vogliono restare da soli, prova a dargli un consiglio ogni tanto, ma lasciali sbagliare. 

Fa caldo a fine luglio, terribilmente caldo, e il Principale, braccino corto, non intende far riparare il termostato, né fa piovere sul serio. Si schiatta e ci si appiccica. Torno comunque in sella finalmente senza tutore, il tempo però non mi è amico, una pioggerella rada e sottile. Osservo il cielo, intimidito, sembra innocua nuvolaglia, ma col Vegliardo non si sa mai, è un tipo imprevedibile. Del resto sento che in auto sarebbe ‘na caciara, mi faccio il segno della croce ed esco dal vano moto. Pochi metri e a momenti faccio il botto: perdo aderenza sul bagnato e, per un pelo, evito il camion della spazzatura. Un brivido, poi accelero, guai a fermarsi proprio ora.

Un paio d’incassi in zona Africano, come prima volta meglio non allontanarsi troppo. Tutto bene. Tornato a casa, accendo la tivù mentre riscaldo la cena della sera prima nel fornetto. Studio Aperto parla del bambino rimasto ucciso da una porta di calcio che gli è rovinata addosso.  Pare che il 118 abbia inviato subito un’ambulanza, ma senza medico a bordo…mi ricorda quando fui io a chiamarla vent’anni fa, per mio padre, mi rimproverarono di non avergli precisato d’inviare un medico, anziché un idraulico. Ricorderete anche voi.

Il mezzobusto si sistema la cravatta e passa alla cronaca estera. C’è aria di fronda e polvere da sparo. Dalla Libia, alla Siria, all’Egitto, passando per Israele, fino a sbarcare sulle sponde inglesi, i giovani, a cui è stato rubato il futuro, finalmente s’incazzano e, sempre più numerosi, danno l’assalto alle piazze. 

Ma i soliti noti non si scompongono, mentono spudoratamente, cianciando di criminalità diffusa, incapaci di ammettere che la globalizzazione dei plutocrati e delle multinazionali ha miseramente fallito. A tenergli bordone, accompagnando con note basse la melodia, la stampa di regime. E’ impressionante, considero, la mole di cazzate che sparano nei tigi nazionalpopolari, un modo di deformare la realtà a dir poco criminale.

Agosto,  il caldo torrido assedia la Penisola,  tempo suo, direte voi, lo so, ma si suda lo stesso. La vita è un complesso di funzioni, quali la nutrizione, la respirazione, l’irritabilità e la riproduzione, caratterizzano la materia vivente, il resto è una gran rottura di palle…e con la canicola va pure peggio...non resta che partire per il mare. Per noi, però, è ancora presto, se ne parlerà per la seconda metà di agosto.  Sempre che riusciremo a ottenere quel prestito all’Ipa. Vedremo.

Nel frattempo scorrono i giorni, pigri, sul calendario, e arriva ferragosto: mi sa che so’ l’unico stronzo che, invece di dedicarlo al cocomero e ai gavettoni, sostiene gli esami, online, di aggiornamento professionale.

Attraversando indenne la calda notte del 17, all’alba, tutto azzimato e con il costumino firmato, spunta il 18 agosto. Finalmente si parte per le ferie, è probabilmente l’ultimo anno che ce le possiamo permettere, il prestito ci è stato concesso, ci aspetta Montesilvano. Naturalmente solo io, Lety e il piccolo. La formazione è ormai quella tipo. Roberto e Alessandro hanno ormai altre vite, anche se continuano a vivere sotto lo stesso tetto.

Una vacanza splendida. La città non la vedo nemmeno, l’hotel è fuori dell’abitato, sulla costa, un po’ fuori mano, ma c’è tutto, mare, spiaggia ristorante e piscina. Parcheggiata l’auto all’arrivo, non la muovo più, cascasse il mondo.

Intanto, nella capitale, il nano va in depressione, la crisi è dietro l’angolo, si torna a parlare di elezioni. Mentre siamo in ammollo occorre tener d’occhio il cetriolo del federalismo fiscale. Nessuno ce lo dice, stampa e tv hanno ben altro di cui cianciare. Nel frattempo, in alcune province, grazie al mentecatto farfuglione, le tasse della famigerata Rcauto aumentano del 3,50%. Nessuno se ne accorge perché nessuno ce lo dice.

Oltretutto la Bce è incazzatissima con noi pelandroni, e senza tanti fronzoli ci impone la manovra economica. Spera di costringere l’Italia a privatizzare quel poco che le resta. Magari le coste.  Perché no?  Sono i veri obiettivi della drastica politica di “risanamento” imposta dalle lobby finanziarie al riparo della Commissione Europea. Il debito, del resto, è l’alibi di chi vuol mettere le mani sui beni pubblici.

Le privatizzazioni non hanno mai risolto il problema. E’ stato esattamente il contrario, ovunque. Non bisognerebbe abbassare la guardia, il cetriolo vola di nuovo pericolosamente basso…ma noi siamo tutti distratti, è tempo di vacanze, ci penseremo al ritorno in città. D’altra parte anche lo stesso nano ci rincuora: “Abbiamo un debito forte, ma gli italiani sono benestanti!” Noi ci crediamo, ignoriamo la minaccia di Francoforte e lasciamo che trami la sua tela, da consegnarci a settembre, al più tardi a ottobre o novembre.

A distrarci ulteriormente Napolitano, che rinuncia all’aumento di stipendio, francamente nessuno era a conoscenza che lo pagassero pure, e lo psicodramma della Lega che insiste: ministeri al nord previsti per Legge!  Da scompisciarsi dalle risate, più di quindici anni a rompe’ le palle co’ Roma ladrona e lazzarona, e adesso vorrebbero trasferire tutti i suoi vizi, annessi e connessi,  a Monza.  Dovrebbero scritturarli al Bagaglino.    

A settembre chi torna a scuola e chi al lavoro. Io dal dentista. Ma so’ particolare. Saluto l’ultimo dente del giudizio, Lety resta sorpresa me ne fosse rimasto in bocca ancora uno, e mi lascio torturare un paio d’ore da una bella igienista dentale, armata di scovolino, trapano e succhia gengive. Gabry saluta, intanto, le maestre della Chiovini per incontrare i professori della Silone. Le medie sono un passaggio importante per affacciarsi nel migliore dei modi al liceo.

Ma prima di entrare in classe e conoscere i suoi nuovi compagni, c’è ancora il tempo di una gita a Torvaianica. Ci aspetta lo Zoo Marine, gentilmente offerto da Roma Capitale. Mi tocca. Oltretutto è una domenica di campionato, mi perdo la Magica, nonostante abbia pregato tutta notte per una moria di delfini.

Presente sugli spalti del parco acquatico, il primo cittadino. All’inizio non è male, suggestiva e divertente la performance dei tuffatori, poi du’ palle fino allo spettacolo dei delfini, l’unico veramente degno di nota. Per il resto solo pesci, qualche pennuto fuori sede, caldo torrido e code estenuanti…almeno avessero affogato Alemanno…

Il tempo di tornare in corsa e scopriamo che le decisioni nel nostro Paese non si prendono più a Montecitorio, Castel Madama o Palazzo Chigi, ma a Villa San Martino di Arcore.  Tanto vale che l’armata Pdl si trasferisca con tutte le sue truppe cammellate in Brianza.

Il tempo di abituarci all’idea e cambia di nuovo tutto: d’ora in avanti si prenderanno a Francoforte. Eccheccazzo…

Svegliarsi con le notizie del giornale radio diventa un vero piacere...ci si chiede 'ndo cazzo stanno 'sti marziani che avrebbero dovuto invadere il pianeta? E' dagli anni cinquanta che li aspettiamo! Devono aver subodorato l'arrivo di Bossi, Tremonti e Berlusconi e hanno modificato piano di volo, dirigendosi poi, a tutta birra, verso un'altra galassia.

Il mal di denti, nonostante le cure di mani di fata, non mi passa, subentra anche una forte emicrania, ma, in compenso, mi rode il culo. Come potrebbe essere altrimenti?

Mi consolo con le prime uscite della nuova Roma a stelle e strisce, allenata dal 20 giugno da Luis Enrique: è curiosa, ma mi piace. Tichitita, tichitita, tutti passaggi sullo stretto, non si arriva mai in porta e non si vince una partita che è una, loro un tiro in porta e portano a casa tre punti...dice che ci vuole tempo. Il tifoso giallorosso è paziente. Aspetteremo.

Ancora un paio di notizie a rallegrarci il rientro: lo spostamento della produzione Suv della Fiat, negli States, nella speranza che quel cazzaro, incompetente e super pagato che indossa sempre lo stesso maglione si tolga definitivamente dalle palle, e la proposta di carcere per gli evasori fiscali sopra i 3 milioni di euro. C’è del buono. Casomai fosse approvata, che si svuoti il parlamento non sarebbe più una speranza ma una certezza. Intanto la Marcegaglia mette il broncio perché ha trovato chiuso, per l’ennesima volta, il suo parrucchiere.  Che muso lungo…e daje, fattela ‘na risata ogni tanto, co’ tutti i quattrini che c’hai…

Dopo la pausa estiva riprende la mobilitazione di Cisl e Uil sulla manovra finanziaria del governo. Dopo un sit-in davanti al Senato, i due leader decidono di comune accordo di fare to to sul culetto a Tremonti e invitano Berlusconi a inginocchiarsi sui ceci. “Ragazzacci! Sono cose che non si fanno!” Tiene a precisare Bonanni, dopo aver indossato il maglione di Marchionne. “Guarda che, se non la piantate, indico uno sciopero di un quarto d’ora!” Gli fa eco, minaccioso, Angeletti. Marchionne approva, esce da Confindustria e si accomoda alla Cisl.

E’ trascorsa anche l’estate e, per l’ennesima volta, il popolo bue, pur potendo scegliere di ribellarsi, ha mantenuto le cose come stanno. Nessuna reazione, nemmeno quella di cambiare canale quando compare in video Ferrara.

La Bce incalza e ci si rassegna all’inevitabile. Lasciamo il tricolore a sventolare allo stadio ed esponiamo la bandiera europea sull’asta dei municipi, in nome della fratellanza tra i popoli.

Liberté, egalité, fratenité, esplosero improvvise, quanto fugaci, più o meno tre secoli fa, nel cielo d’Europa. Una brevissima apparizione. La libertà morì poco dopo suicida, l’uguaglianza fu immediatamente ghigliottinata, la fraternità, memore di quanto ne aveva fatto, sin dall’alba dei tempi, Caino, nessuno la prese mai davvero sul serio. Temo si vada verso una nuova guerra. Del resto è un po’ che i guerrafondai non fanno più affari nel vecchio continente. Devono mangiare pure loro. E’ vero, il pianeta è grande e guadagnano alla grande in giro per il mondo, ma vuoi mettere una bel conflitto mondiale.

Oggi i colonizzatori importano diamanti e petrolio, esportando in cambio civiltà, la loro. I mercenari, invece, che, come allora, non lavorano gratis, si fanno chiamare portatori di pace. Cambiano i nomi,  non la sostanza. Ben 2.777 civili sono morti in Afghanistan solo nel 2010. Molto meglio essere cinici che ipocriti.

Mia madre, se fosse ancora qui, obietterebbe che non dovrei avercela con i nostri soldati: sono poveri ragazzi che vanno in guerra, lontano dalle loro famiglie, per guadagnarsi il pane. Io resto dell’idea che siano dei mercenari, avventurieri spesso esaltati, non ci si guadagna il pane con un fucile, soprattutto in casa d’altri. 

Ma con Fernandella è sempre stato così, io dicevo bianco, lei nero. Non è colpa dei figli se non ci si piglia coi genitori, è l’inevitabile scontro generazionale.

Così come nessuno di noi è responsabile di essere nato, c’è poco da fare, come la metti la metti non è dipeso da noi. In grandissima parte i figli nascono per distrazione, per omissione, per voglia, qualcuno per amore. Io mi sento di far parte di questi privilegiati. Per questo continuo ad amare i miei genitori, con in quali, lo ammetto, finché sono rimasti al mondo, non tutto è andato nel migliore dei modi. Ma qualche screzio ci sta quando si vive insieme, figuriamoci quando ci si separa.

Non ci si vede spesso, sono un figlio distratto, l’ammetto, non vado a trovarli quasi mai. Un errore. Ho idea che, dopo tutto il tempo trascorso col Principale, abbiano diverse risposte e qualcosa di nuovo da potermi insegnare.

Mio padre invece avrebbe avuto più giudizio, è sempre stato più flessibile. A meno che non si trattasse della sua vita. Mi sembra di sentirlo: rispetta l’individualità di ciascuno, le sue opinioni. Ascolta con attenzione, mettendoti al suo posto, se necessario, e senza importi mai. Non essere ottuso, sii flessibile. Prendi ognuno così com’è, ti piaccia o non ti piaccia. Impara a piegarti ai caratteri, quando non c’è via di uscita. E’ la sua vita, non la tua. L’arrendevolezza non è un difetto, bensì una qualità. Non essere esclusivo, quando non sei convinto dissimula il tuo malcontento. Cerca la semplicità e non sembrare più stupido o ironico di quel che sei. Poniti con chi ti è di fronte, considerando il luogo, i tempi, il sesso, le circostanze e l’età.

In altre parole non rompere troppo i coglioni e fatti i cazzi tua. Un grande. 

E mentre pensi e ripensi, sei quasi pronto per uscire, fai un salto in cucina per finire il goccio di caffè rimasto nella moka e trovi l'alluvione del Polesine .....che allegria. Ci mancava la lavatrice incontinente. Tiri su i pantaloni, prendi lo straccio e raccogli tutta l’acqua, prima che intervenga la protezione civile. Tuttavia, nonostante le precauzioni prese, i jeans sono tutti bagnati. Torni in camera da letto, apri l’armadio e provi quel paio di pantaloni rimasti sulla stampella per almeno tre stagioni. La dieta ha funzionato e dopo quindici giorni di fame nera, rientrare in quella taglia non ha prezzo.

E’ autunno, finalmente le maniche lunghe e un taschino dove sistemare il telefonino.

Negli uffici di statistica devono pur giustificare gli stipendi per il personale, me ce mancava il modulo da compila' per il censimento... siccome non c'ho un cazzo da fare...ma tocca riempirlo, oltretutto online, in caso contrario l’Istat minaccia fuoco e fiamme.

Meno male che, alla fine, è ‘na cazzata. Me la cavo in poco più di dieci minuti. Va be', finito, è ora di uscire, ottobre è un mese pieno d’incassi, per fortuna. La borsa è pronta, gli occhiali li ho presi, è ora, vado...'azz...stavo dimenticando il passamontagna...

Mi fermo al bar sotto casa, un deca prima di saltare in sella, dal televisore piazzato sulla parete di fronte al bancone, Trichet tuona: “Tagliare pensioni e stipendi in nome della plutocrazia e della Santa Alleanza! E non fatemi incazzare!” Caffè amaro.

Infilo la chiave nella serratura della porticina del vano moto, non si apre, l’ho già capito, sarà una giornataccia…c’ho Mercurio in opposizione, l’outlook negativo e la rata di mutuo in scadenza. Finalmente lo scatto, una pedata e la porta di lamiera si spalanca. Almeno l’Honda fa il bravo, si accende subito, il solito colpo di reni per oltrepassare il gradino e sono fuori a respirare gas di scarico e polveri sottili assortite.  Trotterello verso via dei Prati Fiscali, e lì mi fermo, di nuovo in coda, è il solito delirio, per di più la strada è troppo stretta e i pochi varchi accessibili sono presidiati dagli automobilisti più indisciplinati.  Passato il ponticello, il traffico pare meno intenso. La freccia a sinistra, un’occhiata per vedere se quello dietro mi fa inserire, un colpetto al freno perché il tizio della Golf davanti inchioda per sporgersi e mandare a fare in culo la tipa che si aggiusta il rossetto sulla Clio  rossa, e finalmente riesco a dare gas, per infilare via del Foro Italico. Da lì in avanti sarà una passeggiata.

Piazza Irnerio, comunque, è lontana, ho tutto il tempo per mettermi a pensare. Ormai, lo sapete, l’esseacca è il mio pensatoio preferito, l’unico dove nessuno può interrompermi…sempre non squilli il telefonino. Guardo la data sul tabellone luminoso che mi sfila accanto, mentre accelero verso la lunga galleria che sfocia all’altezza della tribuna Monte Mario: è il 30 settembre, già, il 30 settembre, il pensiero ritorna a quella sera e mi ritrovo a parlare con mio padre.

Ciao papà, con oggi sono venti tondi, tondi, stai ancora incazzato con me perché quella sera, invece di chiamare un’ambulanza con un medico a bordo ho omesso quest’ultimo, piccolo particolare? Capirai che non è mia la colpa, ero inesperto, non potevo certo sapere che, se non fosse stato loro precisato, avrebbero caricato un idraulico.  Del resto, da allora, le cose non è che siano cambiate molto, nei pronto soccorso si continua a morire in attesa. I più fortunati invece tirano le cuoia in corsia. Giusto stamattina ho sentito alla radio che è stata depositata l’istanza di fallimento del San Raffaele di Milano, ho idea si siano mangiati tutto gli amministratori, adesso c’è una cordata in atto per farlo fallire di nuovo. La Regione non può certo occuparsi di simili inezie, deve pensare a fatturare escort e mazzette.

Te ne sei andato poco prima di tangentopoli, e ti ricordo già incazzato come un toro, mi domando come reagiresti alle malefatte de ‘sti moriammazzati, come li chiameresti tu.

P.S. La Roma è tornata Rometta…ma confidiamo per il futuro a stelle a strisce.

Ottobre, tempo di pulizia, frugando in cantina in cerca di circolari, mi capita sotto mano un vecchio libro. Una citazione in terza di copertina: “La grande politica è quella delle risoluzioni audaci.” Firmato Camillo Benso conte di Cavour. La dedicherei agli attuali cacasotto della politica nostrana, pavidi ragionieri che sanno solo far di conto, parlare di statistiche e nascondersi all’ombra della speculazione.

Intanto Marchionne fa i miracoli meglio di Cristo, vende meno auto ma diventa sempre più ricco. E il bello è che i sindacati ancora si confrontano co’ ‘sti soggetti. E c’è di peggio, Umberto Bossi smette i panni di capo di dicastero per indossare quelli di un separatista ceceno in crisi d’astinenza.  Ma, dico io, che razza di persona è quella che fa il ministro della Repubblica Italiana e allo stesso tempo incita alla liberazione della Padania? Tuttavia, fin qui, posso anche capire, magari è scemo. Quello che invece mi chiedo è come gli si possano consentire simili incoerenze,  lasciandolo su quella poltrona …ma Napolitano dov’è? Che lo pagamo a fa’? Domanda ancora più scema…concordo.

Andiamo avanti. L’ho sempre detto, tieni un diario e un bel giorno sarà lui a tenere te. 

In quei giorni ancora molto caldi, nonostante la stagione, una delle prove più impegnative che deve affrontare l’italiano è l’impostazione dei canali per il digitale terrestre. Lo compri, lo imposti, si sfascia dopo una settimana. Lo ricompri, memorizzi di nuovo i canali, dopo aver conseguito la necessaria laurea, e ogni dieci minuti se li riperde tutti quanti di nuovo. Ma vaffanculo! La piaga dilaga rapidamente, tanto che già ai primi di ottobre si organizzano le prime comunità di recupero per teleutenti schizzati. Oltretutto quello che trasmettono in tv non aiuta a calmare gli animi. I giornalisti televisivi scoprono l’acqua calda e c’informano che l’Inps è un’associazione a delinquere. Saldi in attivo e affari d’oro…lo credo bene, nel giro di qualche anno, grazie ai contributi dei precari che entreranno a pieno regime, senza speranza, tra l’altro,  di riavere indietro un solo euro, incasseranno soltanto, senza dover più sborsare un solo centesimo. Che geni ‘sti top manager… la previdenza muta in società per azioni, e, non avendo più un cazzo da fere, indossa il doppiopetto, prende la sua brava calcolatrice e comincia a erogare prestiti o a comunicare i soggetti a rischio insolvenza a Equitalia.  Se i precari sapessero la verità sulle loro pensioni rischieremmo una rivolta”.“Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale.Sono considerazioni del Presidente Antonio Mastropasqua. Mi pare che possa bastare.

Divertenti, poi, a Mi manda Rai Tre, fingono di scandalizzarsi per le rapine dell’Inps, ma senza calcare troppo la mano, del resto pare sia tutto a norma di Legge. Ecco, questa è esattamente l’evoluzione della P2: il potere si finge indignato di se stesso per spiazzare il cittadino. Semplicissimo metodo per mettercelo al culo quello di darci in mano un’arma già spuntata in partenza.

Che razza di bastardi. Il periodo d’oro della politica è stato quello tra i cinquanta e i sessanta, segretari di partito, magari ladri, ma comunque capaci, persino qualche statista di razza, poi, all’improvviso, se ne son perse le tracce…solo merda per quarant’anni. E c’è ancora chi incensa molti di questi incompetenti arruffoni…magari fossero solo banditi e puttanieri. Nella mediocrità di questo nostro Paese alla frutta, non ci sono delinquenti come si deve, né persone davvero oneste, ma quel che fa più pensare è che non c’è più nemmeno chi chiama delinquente un delinquente.

Sì, lo ammetto, sono polemico, tutte ‘ste notizie da vomito non le reggo. Per non pensarci ho anche cercato di annegare nell’alcol i miei guai, salvo poi scoprire che sanno nuotare. Bhò, sarà ‘sto caldo fuori stagione, il fatto che dopo trent’anni me so’ stufato de fa conteggi, chiede soldi alla gente e legge’ circolari, ma c’ho ‘na stanchezza addosso che levate. Anche per questo, indignato al punto giusto, il 15 ottobre ho deciso di scendere in piazza. 

Un grande corteo. Una marea di gente che ha invaso le strade del centro. Ci voleva!  Bello, cazzo, bello e cazzutissimamente rosso! Sebbene fossimo in tanti, non avremmo comunque combinato granché, era evidente che l’onda si sarebbe fermata sul bagnasciuga, un po’ di risacca, niente di più. Per fortuna, però, tra noi c’erano pure ragazzi molto più incazzati.  Indossavano caschi e giacconi neri, ma questo è un dettaglio. Hanno sfasciato vetrine e incendiato auto e caserme. Una rivoluzione vera, non la solita avvilente rassegna di cartelli e striscioni, accompagnata da balli, slogan e fischietti.

Poco dopo ecco spuntare fuori dalle loro tane i nostalgici della legge Reale, ma guarda un po' che combinazione. Devastano la vita di migliaia di famiglie ogni giorno e fingono d’indignarsi per due macchine arrostite e quattro vetrine infrante.  Ma davvero credono di prenderci tutti quanti per i fondelli? Sapevano benissimo come stavano le cose e li hanno lasciati fare. Accendere la miccia per poi spegnerla, prima che dia fuoco alle polveri, atteggiandosi così a salvatori della patria. Si chiama strategia della tensione. Una vecchia tattica da prima repubblica che non inganna più nessuno. Sarà compito molto più arduo, quando si troveranno di fronte la piazza incazzata sul serio e non uno sparuto gruppo di mercenari, magari pure a libro paga.

Il fuoco della rivolta divampa ormai dovunque, soprattutto tra i disoccupati e gli indebitati risucchiati dal buco nero dell’Euro zona. Tg1, Tg2, Tg5, tutti imbarazzatissimi, non sanno più come fare a nascondere quanto accade in Grecia, anche i redattori tengono famiglia. Qualche rete si limita a un rapido accenno, senza nemmeno un’immagine, altri, più ardimentosi, mostrano un video amatoriale di circa un minuto. Anche meno. Stesse scene di guerriglia, solo che quello di Atene è il malcontento della gente, quella di Roma solo la cieca e assurda violenza dei black bloc…altro che informazione bavaglio, questa è propaganda di regime. 

Questo 2011 verrà ricordato per la raffica di porcherie che stanno mettendo a segno una dopo l’altra. Non voglio sembrare un vecchio pedante, ma vi assicuro che in centocinquanta anni non abbiamo mai avuto politici tanto scarsi. Nella manovra d’autunno licenziamenti più facili con gli accordi aziendali, esattamente quello di cui avevamo bisogno, Marchionne docet. Ma 'ndo vivono 'ste teste de cazzo? E adesso vediamo se il sindacato tira fuori davvero le palle o è complice della plutocrazia di banche e multinazionali...altra domanda inutile.

Nessuno diventa ricco vivendo onestamente del proprio lavoro, quando ci convinceremo di questa semplice, inconfutabile verità, impedendo ai milionari anche solo di aprire bocca, allora, forse, comincerà a cambiare qualcosa. Nessun compromesso di sorta. Non ci si confronta con i banditi, altrimenti si è complici. E’ ora che sindacati non ancora collusi, augurandoci ce ne sia ancora qualcuno, ne traggano le debite conclusioni, disertando qualsiasi piattaforma di accordo, finché non verrà restituita dignità al lavoro, e indicendo, magari, uno sciopero generale serio che blocchi il Paese per settimane. Non dategli retta, con la storiella del patto di responsabilità nazionale contro la crisi mondiale c’è chi lo appoggia e chi spinge.

All’ex sindaco Veltroni, 51 anni, 9 mila euro di pensione. Basta co’ 'sta gente, non dovrebbe più nemmeno aprire bocca, ringraziassero Dio che siamo un popolo di coglioni e non li pigliamo a calci in culo, ma, cazzo, almeno chiudessero il becco!

Come no…ecco di nuovo Berlusconi, insiste:  In Italia la crisi non si sente”. Io sono per la dispersione della stupidità. Non va bene che si concentri tutta in un solo essere.

E Ferrara? Non ce posso crede’ che, pe’ quei cinque minuti de cazzate che strombazza ogni sera, possano pagarlo 3000 euro a puntata…se poi penso che li pigliano pure dal mio canone me vie’ da piagne’.

E infine la ciliegina sulla torta: la sinistra candida Montezemolo! Ecco finalmente l'uomo della provvidenza che stavamo affannosamente cercando! Che poi in genere uno col doppio cognome è ladro come uno col doppio incarico di amministratore delegato, non gli basta rubare, deve strafare. Sorridiamo, ci si scherza…non possiamo nemmeno lontanamente immaginare quello che ci aspetta tra meno di un mese.

Altrove, sì, che si fa sul serio. Continua la lotta del popolo greco,  il referendum indetto sul piano degli aiuti minaccia una nuova crisi nell’eurozona. Capta ferum victorem cepit. Questo è un Paese sovrano e civile. Purtroppo, a fermarlo, anche lì la polizia. La stessa che qualche giorno dopo, a Roma, frena l’indignazione dei nostri ragazzi. Gli eroi delle forze dell'ordine contro la temibile armata dei liceali, titolano le prime pagine. Cazzate. Niente di che, un po’ di tensione e qualche contuso da una parte e dall’altra, la nuova generazione non è ancora abbastanza incazzata.

Fannulloni che non hanno voglia di studiare, sentenziano i picchiapetto. Lasciamoli dire. Pupazzi. Del resto la differenza fra un picchiapetto e una puttana sta nel fatto che, dopo una rigorosa rieducazione e un faticoso reinserimento nella società, la puttana può appendere le mutandine al chiodo e diventare una persona perbene, mentre non può fare lo stesso il picchiapetto che, stronzo nel profondo dell’animo, sempre stronzo resterà.

Guai grossi anche alla Serpentara, in casa siamo tutti preoccupati e sto seriamente pensando di cedere la paternità di Gabriele. Un tempo lupetto, iscrivendosi alla squadra denominata S.S. Lazio Basket, con tanto di colore bianco celeste e aquila sulla maglia, ha infangato il buon nome della famiglia, tradito la Fede e deluso ogni aspettativa. A forza di frequentare la parrocchia di Sant’Ugo deve aver subito qualche aberrante mutazione genetica.

Per la preoccupazione sono stato anche molto male. Incubo biancoceleste. Ho smesso di mangiare cacio, ho smesso di bere vino, ho smesso di guardare la Magica in Tv.. sono stati i 10 minuti peggiori della mia vita. E non finisce qui: prima indossa la maglia degli odiati cugini, poi mi prende 9 al compito in classe di matematica…no, non può essere, qualcosa non quadra…il test di paternità è ormai imprescindibile.  

Oltretutto mi rode particolarmente per quanto sta accadendo da qualche giorno all’interno della mia casella postale, devo aver sbadatamente indicato la mia data di nascita in qualche sito e adesso fioccano ogni giorno proposte  sempre più irritanti: capisco possano spedirmi via mail la pubblicità per il viagra, ma adesso pure il montascale automatico… annassero un po’ a fanculo…

A novembre sale lo spread che nessuno di noi, prima che ce lo presentassero, aveva idea che faccia avesse, e, davanti alle vetrine delle banche, i terminali danno in tempo reale le variazioni dei titoli in borsa. Un disastro monetario. Il nano aveva rubato, sparato cazzate e stuprato minorenni e nessuno aveva avuto da ridire, ora invece il debito pubblico sale alle stelle e la Merkel fa i capricci, la situazione è molto più grave ed è necessario si faccia da parte. Lui, docile e ubbidiente, stavolta non si fa pregare e fa un passo indietro…peccato che alle sue spalle non ci sia una scarpata. 

Si fanno i primi nomi, Napolitano toglie il pannolone e indossa l’abito blu delle feste. Qualcuno avanza la candidatura di Amato…certo che se davvero dovesse rispuntare sarebbe tutta da ridere. La scampiamo per un pelo. Comunque serve un tecnico. Quello della lavatrice? Sì…magari…

L’ultimo governo tecnico, imbottito di professoroni e del tutto privo di democrazia, guidato da Ciampi nel 1993, inaugurò la devastante stagione della seconda Repubblica e spianò la strada all’unto del Signore, aspettiamo tutti, assai preoccupati, di vedere chi sarà il prossimo a scendere in campo per farci il culo …Luca Luca, Sergione, Monti? Per quanto…i tempi sono ormai cambiati e non è poi più così necessario esporsi, i manutengoli dei poteri forti possono tranquillamente manovrare anche restandosene nell’ombra.

Fuori non c’è più quella luce, a volte accecante, altre anche solo appena sufficiente, ma che comunque t’indicava la via. Magari quella sbagliata, ma da qualche parte ti portava. Comincio a pensare che, presto, questa eterna penombra ci accecherà tutti quanti.

Meno male che ad allentare la tensione nella Capitale ci pensa l’alta pressione che ci regala giornate splendide anche a novembre, altrimenti ci sarebbe di che deprimersi davvero. Non c'è niente da fare, Roma è speciale, altro che autunno, cielo terso e temperature miti. Esplode una primavera fuori stagione.

E poco dopo esplode anche il bubbone. Mario Monti sale al Quirinale, tempi rapidissimi per le consultazioni e il governo è servito. Tutti d’accordo. Lo impone l’Europa.  No, non quella dei popoli, quella delle banche. Subito, prima che il nuovo presidente del consiglio e i suoi accoliti ci mettano le mani, i due rami del Parlamento salvano la pensione, la loro ovviamente. Adesso potranno avallare tutti insieme, “responsabilmente”, la nomina del cane da guardia della Bce, per farla togliere a noi.

Ma che bello! Tutti quanti in piazza a ballare e festeggiare. Che dire? Per quanto si possa curiosare per il pianeta ho idea che un popolo più coglione del nostro sia davvero difficile trovarlo… 

I portavoce ribadiscono: ce lo chiede l’Europa. Fino a un mese fa il novanta per cento degli italiani nemmeno sapeva cosa fosse lo spread, in poche settimane è diventato l’uomo nero…ma io mi sento tranquillo, è tutto fumo negli occhi de ‘sti cazzari che non c’avevano sottomano manco uno straccio di terrorista per spaventarci e poter così chiedere la coesione nazionale. Chi non riusciva a pagare il mutuo prima, non riuscirà a pagarlo manco adesso…va be', se non altro adesso avremo un po' di passera anche al governo...

Non cambierà niente. Lo sappiamo tutti quanti. Basta leggere tra le righe delle dichiarazioni dei vari leader per avere un'idea della linea di continuità col precedente governo. Lo credo che tutti appoggino il nuovo esecutivo, tutti coesi nel mettercelo in culo. Unica nota positiva l'esclusione dalla stanza dei bottoni di un aberrante controsenso istituzionale come la Lega.

Poche ore e cominciamo a conoscere i titolari dei vari dicasteri. Elsa Fornero su tutti. E’ lei che ci allieta le serate. Da "più gnocca per tutti" a "contributivo per tutti!" Da “lacrime e sangue” a “cose poco gradevoli”. Bisogna riconoscere che un progresso c’è stato, tutt’altro stile, questi almeno usano la vasellina. E poi, cazzo, finalmente qualcuno che vuole completare e aggiornare la riforma Dini del 95…un po’ di entusiasmo ragazzi…lasciatela lavorare e, se tanto mi da tanto, presto andremo anche tutti quanti noi, come lui, in pensione con 40.000 euro al mese! 

A toglierci ogni illusione sulle riforme che potrà attuare il governo la Corte dei Conti: alleggerire il carico fiscale su lavoro e imprese è uno degli obiettivi. Oggi però, l’ordine di controllo che controlla se stesso, riferendosi alla crisi e alle manovre che ci sono state, evidenzia  come “la riforma sia stata spiazzata dagli eventi”. E che dunque ora servirà fare cassa, più che riequilibrare il sistema fiscale. Come a dire: per ora pagate, poi si vedrà.

Preoccupazioni che non toccheranno, in ordine d’irrilevanza, i seguenti padri della patria: Giuliano Amato (31.400 euro lordi al mese, cioè 9363 come parlamentare e 22048, grazie a un meccanismo utilizzato solo da lui e pochi altri; Oscar Luigi Scalfaro (4766 euro netti per tre anni da magistrato, che si vanno a sommare al vitalizio da parlamentare; Romano Prodi  (tre pensioni di Bankitalia, più una dell’Inps, per oltre 30 mila euro al mese); Carlo Azeglio Ciampi (due pensioni di Bankitalia più una dell’Inps, per oltre 30mila euro al mese); Lamberto Dini, il premier della riforma del 1995, due ricche pensioni: una da Bankitalia (circa 18mila euro al mese) e una dall’Inps (circa 7000 mila euro al mese) per un totale di 25mila euro, che poi somma con l’indennità da senatore, arrivando a ricevere dalle casse dello Stato (anno 2008) la bellezza di 521.682 euro.

Me vojo ammazza' co' 'na treccia de bufala!

Guardo il tg e continuo a non comprendere l’atteggiamento del Pd, liberarsi di un Berlusconi per affidarsi a un cazzo di Monti, invece di andare di corsa al voto…o forse è fin troppo chiaro, si cacano sotto, non se la sentono di governare, perché si rendono conto che non so’ capaci. Altro che senso di responsabilità. Triste dover ammettere che il centro sinistra, pur di liberarsi di Berlusconi, avrebbe accettato chiunque da mettere al suo posto, persino Marchionne.

Va be’, al lavoro adesso, c’è l’acconto di novembre che incombe, bisogna andare a raccattare il pizzo da versare all’usuraio di Stato, mentre il genio griffato Bocconi è giusto in partenza per ricevere ordini e istruzioni direttamente dalla Cupola di Francoforte.

Torni al vecchio quartiere, la banca è sempre lì, non vale la pena cambiare strozzino, con quello nuovo non cambierebbe niente, un ritocco al tasso debitore, una spuntata al massimo scoperto e, nel giro di tre mesi, ti troveresti con la stessa cravatta di prima. 

Il cassiere ti aspetta a piazza Gimma, ma prima devi incassare una polizza a via Felice Anerio. Parcheggi all’incrocio col mercato di via Fara Sabina. Sì, proprio quello dove andavo con mia madre da bambino. Lo ricorderete senz’altro. Ti guardi attorno e ti accorgi che non si muove più una paglia, tutto fermo, immobile, silenzio da sacrestia, ‘na pena…entri in un bar, passi davanti al fioraio d'angolo, sbirci la vetrina del vecchio emporio, ovunque solo occhi a mandorla. Non che non siano simpatici, per carità, anche molto gentili, ma quel che ti chiedi è…ma er sor Pietro, la sora Rosa, Alvaro er macellaro …‘ndo cazzo so’ finiti?

Passo davanti alla vecchia Bnl di viale Somalia, dove andavo agli inizi della carriera per la rimessa a Norditalia, e il pensiero torna al rosso del mio conto in banca e alla rata del mutuo in scadenza ogni venti del mese. Mi titilla la pubblicità di Conto Arancio. L’offerta è allettante. In giro si parla di portabilità del mutuo a costo zero. Non ci credo, ma provare non costa niente. Appena a casa, provo un prospetto di mutuo.

Divertitevi anche voi…simulate un preventivo, ripetendo l’operazione a distanza di qualche giorno. Io l’ho fatto. Dopo un mese la rata era aumentata di 50 €, trascorsa una settimana di altre 60 e nelle ventiquattrore successive di ulteriori 80. Ma io, non contento - magari, ho pensato, non avevo fatto le cose per benino - mi sono recato, qualche giorno dopo, direttamente a una filiale, tanto pubblicizzata in questi giorni sui media , per scoprire che, in nottata, l’esborso mensile era salito di altre 30 €. per un totale, in un solo mese di circa 160,00 euro.

Bene, considerato che, una volta avviata l’istruttoria, passano più o meno sessanta giorni dalla stipula, una rata preventivata di 1500,00 euro può anche diventare di 2000,00, senza che ci sia la possibilità di bloccarla, e, una volta firmato, ve la pigliate in quel posto. Dipende, tra l’altro, dal famigerato Spread che, soprattutto in questo particolare periodo, ci allieta le giornate, e varia, al momento, in funzione di quante volte la Merkel va al cesso. Ho idea che se diventasse improvvisamente incontinente sarebbero cazzi.

OK, e adesso veniamo al sodo, il professor Monti, appena eletto,  provvidenzialmente, senatore, nella vita precedente non faceva l'agricoltore, ma è stato uno dei principali artefici di tali mostruosità speculative, un giochino finanziario sulla pelle della gente. Va da sé che affidargli la Presidenza del Consiglio è stato come dare in gestione un asilo nido a Erode. E’ una persona capace, senza dubbio, e infatti i poteri forti l’hanno messo lì apposta, ma per fare i loro interessi, non certo quelli della povera gente. Il resto, le chiacchiere con cui c’indorano la pillola, so’ tutte cazzate.

Poi trovi un libro del 1902 a due euro sulla bancarella del mercatino di Conca d’Oro e, sniffando odore di tela e vecchia carta che sa di liquirizia, godi come una scimmia. ‘Fanculo ai bocconiani e alla Bce.

Eppure anche il giorno dopo mi sveglio pieno di aspettative. Mi sveglio e penso. Al solito. Buongiorno a chi si è svegliato di buon umore e a chi non ha dormito affatto. Buongiorno a chi affronta la giornata con l’entusiasmo di un bambino e a chi, appena aperti gli occhi, vorrebbe già richiuderli per non pensare. Buongiorno a chi sorseggia lentamente il suo caffè osservando dalla cornice della finestra l’orizzonte, in cerca di una ragione appena plausibile per non tornarsene subito a letto. Buongiorno a chi sorride…nonostante tutto. Ieri è ormai andato, domani è di là da venire, abbiamo soltanto oggi, vediamo quindi di farne buon uso.

Mentre mi rado, accendo l’emmepitre e mi sintonizzo su Radio 24, Focus Economia ci avverte che è in arrivo un bel pacchetto dono da mettere sotto l’albero…certo che se cercavamo qualcuno che di economia e politica non ci capisce un cazzo l’abbiamo trovato! Vuoi vedere che, dopo aver rivalutato i notabili corrotti della prima repubblica, adesso  rimpiangeremo pure il bandito.

Ma c’è di peggio: “I passi avanti dell’Europa sono cessioni di parti delle sovranità nazionali a un livello comunitario”. A pronunciare questa perla di saggezza è sempre lui, il sobrio, quello che percepisce le pensioni di ex professore della Bocconi, di ex commissario europeo, oltre agli emolumenti in qualità di senatore a vita e di ministro, per un totale di circa 80.000 euro al mese. Mica pizza e fichi.

Ora comincia a prendere provvedimenti anche nei confronti della casta politica, finora scarsamente o quasi per niente sfiorata dai tagli economici, e ha deciso di rinunciare a tutto questo, compresi dieci appartamenti, sei garage, tre negozi, due magazzini e un ufficio, accontentandosi di 2000 euro al mese, benefit e pannoloni inclusi. Tutto questo in nome dell’etica, ma, soprattutto, per dare il buon esempio agli italiani.

In quanto alle magre prebende quale consulente anziano alla Bocconi e Advisor emerito di Goldman Sachs, trattandosi di briciole, come del resto quelle relativa alle cariche di presidente europeo della commissione Trilaterale e di presidente onorario del centro studi di economia internazionale Bruegel, ha deciso di farne dono ai fedeli di San Precario. E poi, cazzo, viaggia in Lancia Thesis, mica su un Audi! Dovreste capirlo, se ha deciso di rovinarci lo fa per il nostro bene, per cui non fate i disfattisti. Pregate per lui e la nostra salvezza…Mario Monti, uno di noi! 

A parte gli scherzi, sembra che intenda davvero rinunciare alla paghetta: il Parlamento applaude e la Fornero si commuove, manca solo la Madonna che piange. Ho ancora un quarto d’ora prima di uscire per le mie solite rapine, accendo il picci e, dopo aver controllato, se, nottetempo, qualcuno mi avesse, casomai, omaggiato di qualche bonifico extra, speranza ovviamente vana, accedo a facebook. Dai commenti, ora commoventi, ora addirittura entusiastici, che leggo sulle bacheche degli amici, ho idea vada fatta un po’ di chiarezza, la notizia deve essere filtrata piuttosto distorta e molti ci sono cascati con tutte le scarpe. E’ bene  precisare che il professor Monti ha rinunciato allo stipendio da premier e da ministro, circa 12.000 euro al mese, ma non ai 35.000 di pensione, né ai 25.000 euro mensili da senatore a vita, ottenuta grazie alla nomina istantanea di nonno Napolitano. Mi auguro, a questo punto, ci si renda conto di quanto poco possa essere credibile lui, e incoerente la sua richiesta di sacrifici comuni. E’ della stessa razza padrona di chi l’ha preceduto, prima se ne renderanno conto tutti e prima tornerà a decidere autonomamente il popolo ex sovrano.

Altre parole al vento. Il vendicativo dio Spread  incombe e la gente si caca sotto, temendo di perdere i sudati risparmi, senza rendersi conto che tra un po’, i pochi fortunati che hanno qualche Bot o Cct e un conto ancora in attivo in banca, si ritroveranno comunque con mucchi di carta straccia.

Si comincia…giusto a due passi dal Natale, il governo Monti, trasferendo il debito dalle banche al contribuente, prepara il primo regalo per gli istituti di credito che, grati per commissioni di bancomat, carte di credito e bonifici, oltre al non secondario beneficio di poter lucrare architettando astuti giochini di valuta, potranno continuare a ingrassare a nostre spese. Stretta sulla tracciabilità dei pagamenti: abbassata a 1000 euro la soglia sotto la quale le banche non possono mettere le mani. Terrorizzati evasori, ladri e spacciatori, per la limitazione all'’uso del contante.  Proprio così, altro che tracciabilità delle operazioni finanziarie….il furbastro fa il gioco dei compari banchieri: un bel tetto all’ uso del contante, così possono allegramente lucrare su valuta e commissioni e giochicchiare con il pallottoliere elettronico per fottersi carriolate di quattrini. Tutto a norma di legge. Manovra, oltretutto, palesemente illegittima in violazione dell’ormai rottamata carta costituzionale, con buona pace del collaborazionista che si gira i pollici sul Colle.  

Pochi giorni al timone e la brava gente, anche quella che in buona fede aveva battuto le mani al genio prestatoci dalla Bocconi, comincia a sentire puzza d’imbroglio e comincia a rendersi conto che chi torchia sempre gli stessi, precarizza il lavoro, non sa creare occupazione e, procrastinando la quiescenza, non consente il ricambio generazionale, non è un insigne economista ma un completo deficiente.

Molti sono ormai disperati, e non solo disoccupati e precari, ma anche operai, impiegati e piccoli imprenditori. Non si vede la fine del tunnel. Qualcuno perde la speranza e cominciano i suicidi. Ma il professore non si scompone,  pare siano in crescita in tutta l’euro zona, la crisi economica tra le ragioni più frequenti. Del resto, precisa, in Grecia sono molto più numerosi.

Nel mio girovagare tra vicoli reali e bit virtuali mi sono imbattuto spesso contro qualcuno che si voleva tirare una palla in testa. Ci sono sempre cento motivi per farlo, ma alla fine della fiera non riescono a trovarne nemmeno uno plausibile per cui valga la pena sprecare un proiettile. Continuano a recitare la commedia e, mentre si sentono morire per una presunta ferita al cuore, si lamentano del mal di denti. E’ la vita che, deridendoli, li richiama all’ordine e ricorda loro che hanno molti più motivi per restare al mondo. Poi, per carità, lo sfigato che lo fa sul serio lo si trova sempre…l’unica è augurarsi che tolga il disturbo da solo, senza portarsi dietro chi non c’entra. Quelli, lo ammetto, mi fanno incazzare parecchio…succede sempre più spesso che la disperazione dei padri si porti via anche figli che devono ancora provare a starci a questo mondo. Magari male, nessuno lo mette in dubbio, ma devono essere loro a decidere se restarci o cercare un Paradiso altrove.

Guardo il calendario, è l’11 dicembre, giusto vent’anni prima dodici topi di Palazzo, usurpando la sovranità popolare di altrettanti paesi membri della CEE, adottano a Maastricht gli accordi sull’Unione economica e monetaria, fissando così quelle regole che, proprio in questi giorni, ci stanno portando alla rovina. E c’è ancora chi sostiene sia stato un buon affare…per qualcuno senza dubbio.

E’ un giorno di lotta, pare sia stato indetto uno sciopero di quelli epocali:  per dieci minuti tutti i lavoratori dovranno incrociare le braccia. Angeletti sembra perplesso, in effetti anche a Bonanni sembra un po’ troppo, arriva la Camusso e mette d’accordo tutti, cinque minuti e non se ne parli più. Sono più tranquillo, già immaginavo il blocco selvaggio di ogni attività produttiva.

Il comparto scolastico invece ha scioperato ieri. In uno strano modo, però. Curiosa la pretesa di astenersi dal lavoro delegando a terzi la responsabilità di tale, imperdonabile, oltraggio alla Responsabilità Nazionale. Di che parlo? Semplice, mio figlio, opportunamente avvisato dai professori che avrebbe fatto un viaggio inutile,  non è andato a scuola, ora però, sul libretto delle giustificazioni, occorrerebbe indicare un altro motivo, magari la tradizionalre lieve indisposizione. Com’è? Paura che Profumo s’incazzi? Vallo a sapere…

In compenso su internet programmi d'agenzia out, non funziona niente. Anche il silicio avrà aderito allo sciopero, penso, o magari è  la solita anomalia di rete. Davvero triste dover dipendere da una massa di bit schizzati e capricciosi. Peccato, perché stamattina non ho molti giri da fare, a questo punto aspetto che torni la linea e mi guardo ‘sto film tanto osannato dalla critica. Macché, mi piglia la cecagna, bhò, sarò limitato, ma è la seconda volta che provo a vedere Gomorra e non so’ arrivato manco a metà …du’ palle… 

Passano i giorni e arriva un altro lunedì mattina, piove, la Roma ha perso e Monti è ancora vivo...una giornata de merda.

Meno male che in tv, nel consueto spazio d’intrattenimento mattutino, c’è Annarella che, senza tanti giri di parole, dichiara: “Prima devo sputa’ in faccia a Berlusconi e poi me moro…” Non deve essersi accorta che, nel frattempo, il nano ha passato la mano. Ora, non so se il fatto che Monti non capisca un cazzo possa, almeno in parte, giustificarlo, in ogni caso, dovesse passarmi accanto, bocca a cuoricino e labbra umettate, a lui ci penso io, così li abbiamo sistemati tutti e due.

Il servizio successivo riguarda la Lega, intende formare il parlamento della Padania, un primo passo per arrivare all’indipendenza. Adesso basta, Napolitano, de cazzate ne hai già fatte pure troppe! Mo questi me li cacci, per favore! Non ho capito che ce stanno a fa in un parlamento che non è il loro. Mi rivolgo all’altissimo:  ma dico io, Nostro Signore, com'è che hai fatto nasce' tanti stronzi? Posso capire all'inizio, secoli e secoli fa, ma mo so' più de du' millenni che hai messo mano al primo, dovresti avere imparato a maneggiare ‘sta cazzo d'argilla! 

Tra tante sciagure c’è anche qualche bella notizia, la bella topa accanto al politico di turno, camicetta celeste con le maniche corte, sussurra che verrà messo un tetto agli stipendi dei manager pubblici, è una vendetta dei parlamentari, fa lui.  Bello, penso, sorseggiando il mio terzo caffè, che finalmente si scannino tra di loro.

Cambio canale, c’è la pubblicità. Su Rai tre, a un congresso di teste fine, Monti parla in inglese, forte imbarazzo in sala. Se qualcuno avesse ancora dei dubbi circa la scomparsa dell'Italia dalla cartina politica del pianeta…  

Poi dice che uno si butta a sinistra….già, ma quale? Sapessi almeno dov’è finita. Eppure, tra tanti corifei al seguito del governo di responsabilità nazionale, si distingue, su la 7, netta e senza sfumature, la voce del segretario Fiom. Grandissimo Landini! Finalmente uno che parla chiaro! Ce ne vorrebbero, cazzo!

Finisce il servizio, il programma viene interrotto dai consigli per gli acquisti, ho finito di stendere, spengo la tv, è ora di uscire. Cartellette, tariffe, calcolatrice e penna nella borsa, passamontagna lavato e stirato, sono pronto per nuove rapine. In sella, si parte. 

Fuori si gela, ma mi tocca salire in moto lo stesso, non so se je la faccio...mi cigolano cuscinetti di grasso e articolazioni, forse la ruzza, me sa che sto a diventa' vecchio... continua a piovere, in giro c’è poca gente, l’asfalto è già pieno di buche che si riempiono d’acqua.

L’anno è all’ultima curva prima del traguardo, sei stanco e sfiduciato, ma tieni ancora bene la strada, è la metafora della vita: ti accorgi di aver finalmente raggiunto maturità e consapevolezza quando ti va tutto di merda e sei contento lo stesso.

Non tutti però hanno la mia stessa fortuna, c’è ancora chi crede ai diritti acquisiti e li pretende. Che gente! Leggo sul giornale, un trafiletto in cronaca, la storia di un pazzo. Pare si sia avventato contro il computer dell'addetta allo sportello dell'Inps di Parma e lo abbia distrutto a martellate, imprecando contro la manovra Monti che lo avrebbe obbligato a ritardare la tanto agognata pensione. A compiere il gesto è stato un sessantenne parmigiano, ora denunciato per danneggiamento, a cui è stato comunicato che la recente riforma avrebbe ritardato la sua pensione. Lunedì scorso l'uomo è arrivato nella sede parmigiana dell'istituto di previdenza, ha ritirato il suo numero e si è seduto in sala di attesa. Poi, una volta scattato il suo turno, si è avvicinato allo sportello, ha salutato l'addetta e, a quel punto ha sfoderato un martello dalla tasca e ha iniziato a colpire il computer di servizio, distruggendo prima la tastiera e poi il monitor. Pochi secondi di rabbia, con l'uomo che imprecava contro la manovra Monti che lo avrebbe obbligato a lavorare ancora qualche anno e non solo per pochi giorni, poi è intervenuta la Digos e lo ha messo a tacere.

Poveretto, è uno dei tanti che non ha ancora capito che non ci sono più certezze, né diritti, è stato spazzato via tutto, e non da Monti, ma da vent’anni di Seconda Repubblica. 

Ma è meglio così. Se vuoi che la tua vita non sia di una noia mortale, devi rimetterla continuamente in discussione, arrivare al punto di sentire dentro di te una persona estranea che si introduce in tutto quello che sei stato. Ti aiuterà a fare un po’ di pulizia e a sistemare in un angolo solo quanto c’è da conservare. Solo così soddisferai la tua curiosità di altrove, non rischierai di spegnerti e potrai affrontare, senza paura, sempre nuove, eccitanti sfide. Il Welfare è morto, quando ti va di cacca non puoi più contare sull’aiuto dello Stato, lo Stato è solo un padrone, e dei peggiori.

Basta vedere come si comporta chi dovrebbe rappresentarlo con chi è più debole. Mentre si svolgevano i funerali per l’imprenditore morto suicida a Padova, l’ennesimo strangolato da Mario Monti e compari, in concorso con l’amministrazione pubblica che non onora i suoi debiti, fottendosene del lavoro altrui e avendo poi anche la faccia di lucrare su tasse e sanzioni per fatture mai pagate, il presidente dell’ex Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, anziché recarsi alle esequie per chiedere scusa a nome dello Stato usuraio, presenziava alla registrazione del concerto di Natale nella Basilica Superiore di San Francesco ad Assisi. All’uscita avrebbe poi commentato con i giornalisti il voto di venerdì sulla manovra del Governo Monti, affermando che: "Il Parlamento ha dato una grande prova." Del resto lui non è stato da meno, stessa razza padrona. Poi, non contento, spara ancora cazzate: “Gli italiani hanno ritrovato l’orgoglio”.

Ma che te sei pippato? La gente ha bisogno di lavoro, stabilità e certezze per il futuro, non di parole vuote, buttate così a casaccio. Straparli di orgoglio nazionale, proprio tu che svendi il Paese, che dovresti rappresentare, alle sanguisughe della Bce. Senti, facci la cortesia, torna a dormire e goditi la pensione. 

Quirinale, dal latino Quirinalis, è uno dei colli di Roma e anche il Palazzo che sorge sull’omonimo colle e, dal 1948, ospita la sede della Presidenza della Repubblica. Era stato voluto da papa Gregorio nel 1574 come residenza estiva per i pontefici, lontano dagli effluvi malsani delle paludi. Nel 1870 venne occupato dalle truppe di Vittorio Emanuele e divenne residenza del re d’Italia. Ora c’è tornato papa Napolitano. Corsi e ricorsi.

Intanto la settimana prenatalizia procede come da copione, lavoro non troppo duro, considerato il periodo, per i grandi e vacanze di fine anno per il piccolo. Fino alla nuova sera della Vigilia, questa volta tutti ospiti di Aurora in via Collalto Sabino. La solita bellissima serata a cui spero di non dover mai rinunciare. Sopravvissuti, poi, a Natale e Santo Stefano, c'infiliamo sfiniti sotto le pezze, prima di affrontare la tirata finale.

Tra auguri, panettoni e strette di mano c’è ancora tempo per qualche provvedimento e annuncio a sorpresa. Geniale 'sto Pisapia: basta pagare e a Milano l'aria si fa improvvisamente pulita! Che ce lo prestate?  Monti invece parla agli italiani: comprate Bot e Cct. Questo è completamente scemo, l’alternativa è che viva su Marte, la gente perde il lavoro, non sa più come pagare mutui e affitti, i più fortunati arrivano al dieci del mese, e lui che fa? Invita all’acquisto in massa di carta straccia…emblematico della gerontoplutocrazia al potere.

Grande, invece, Gino Strada a Servizio Pubblico, parla come farebbe qualsiasi cittadino assennato e onesto. Condivido in pieno, non è che ci volesse una cordata di ricchi e sofisticati bocconiani, per seguire la nota politica economica del principe Giovanni…che poi, quattrocentomila euro a Benigni per 15 minuti ...ma andate a fare in culo, voi, lui e la crisi!

Dice che bisogna tener fronte alla concorrenza che si fa sempre più spietata, è l’economia globale, dobbiamo confrontarci con l’India, la Cina. Possibile che non ci entri in testa?  Paesi emergenti un cazzo, dico io, se questi schiavisti devono diventare il nostro modello, be’, allora, viva lo Spread e vaffanculo!

Si parla, intanto, sempre più spesso di bavaglio. La Cina aumenta la censura su blog e social network. La rivoluzione, quella autentica, prima di esplodere nelle piazze, è sempre stata preparata nella clandestinità delle cantine e delle stalle, non certo sulle bacheche di Facebook o di Twitter.  Sui social ci si limita alle chiacchiere, che troppi danni non fanno, però, magari, possono aiutare. Non ho capito…e che il mondo cambia solo al vertice? La rete può diventare la voce della gente comune. Altrove è capitato e, se ci faremo portar via anche questo megafono, il solo che può permettersi chi ha meno di un milione di euro in banca o sotto il materasso, vorrà dire che meritiamo la merda che ci governa. 

Notte di San Silvestro, è mezzanotte, si stappa lo spumante e nel cielo del quartiere i fuochi illuminano il cielo a giorno. Basta così, l’anno si chiude e so’ stanco, me ne vado a letto…e domattina ninne sante almeno fino alle 9. Da domani sarà 2012, mi piace, un numero rotondo, cazzuto, quei due d’inizio e fine sembrano robuste colonne a guardia di una porta che aprirà, me lo sento a pelle, prospettive nuove. Ho deciso di dargli fiducia, e non saranno  quattro teste di cazzo di Palazzo a rovinarmi la festa. L’augurio è di viverlo tutti insieme con lo stesso entusiasmo, perché si possa tornare a lottare per riprenderci quel futuro e quei sogni che ci hanno rubato, e tutti quanti noi, nessuno escluso, meritiamo.

Mi ficco nel lettone fresco di bucato e porto la coperta fin sotto al naso, infilo la radiolina sotto al cuscino e l’auricolare nell’orecchio, mi sintonizzo su radio radicale,  subito buone notizie, dal primo gennaio scatteranno gli aumenti: + 4,9% per l’elettricità, + 2,7% per il riscaldamento, +3,1 per i pedaggi.

E tutto 'sto teatrino dovevano fare per la solita rapina di fine anno…ma vaffanculo…

Dai primi, teneri vagiti, il nuovo anno non sembrerebbe poi tanto male, bisognerà vedere come cresce mese per mese, evitando, per quanto possibile, di guardare tiggi e leggere troppi giornali, abitudini che influenzerebbero il nostro umore. Ma non è così semplice, l’informazione ci bombarda. Su radio, televisione, internet, dappertutto, impazza l’incognita Monti. Sostituire un bandito con un tiranno, che cazzo d’idea che c’ha avuto Napolitano…che poi ci pensi appena un po’ e ti rendi conto che politici, industriali, assicuratori, banchieri, non sono semplicemente avidi, ma anche molto, ma molto, stupidi: il buon pastore, diceva Svetonio, deve tosare le pecore, non scorticarle.

Dalla sovranità parlamentare a quella dei mercati, un bel balzo in avanti. Si prospetta una manovra lacrime e sangue. E’ troppo: nel mar Mediterraneo vengono avvistati i primi gommoni di italiani diretti in Albania. Ma il cagnolino della Bce è contento e corre, festante, a scodinzolare dai suoi padroni di Francoforte. Siamo passati dal "mi consenta" al "se posso"...risultato: tutti e due hanno fatto e fanno quello che cazzo vogliono. Dalla padella nella brace.

Per fortuna ci si diverte con la coppia Monti Sarkozy: se salta l’euro, a rischio la pace. Sapevamo di avere un bravo comico a Palazzo Chigi, ma all'Eliseo ci battono di sicuro…cazzari...

Non c’è nemmeno il tempo per sorridere troppo per queste battute d’avanspettacolo, i guai ce li abbiamo in casa, e grossi. Ragazzi senza lavoro, senza futuro, privati di ogni dignità, costretti a elemosinare contratti a termine, baciando la mano al proprio benefattore. Studenti perseguitati da professori altezzosi, ex precari frustrati, che, insensibili e indifferenti, saltato ormai il fosso, in un’overdose di autostima finalmente acquisita, salgono in cattedra e giudicano. Studenti lavoratori, vessati da indecenti pizzi universitari, che tentano inutilmente di diversificare turni d’ufficio e sessioni di esami, per non perdere il lavoro, casomai il caporale lo venisse a sapere, e allo stesso tempo non indispettire il docente di turno che, anziché comprendere e cercare di aiutarti, ti consiglia, in tono sprezzante, d’iscriverti a un’università privata. Bastardi.

L’arroganza del sistema e la paura di chi teme di perdere anche quelle poche opportunità, di alzare la voce contro prepotenze e soprusi. A questo oppongo il sacrosanto diritto di ogni giovane a costruirsi un domani, rispondendo a tanta violenza con pari, e, se necessaria, maggiore violenza, alzando a palla i toni.

Generazione a perdere, una bomba innescata, pronta a esplodere…e noi che facciamo? Ingaggiamo un drappello di gerontocrati incapaci e pensiamo alle pensioni…simili teste di cazzo le trovavamo a due soldi al chilo in qualsiasi mercato rionale.

Che poi il bocconiano insiste pure, è completamente scemo, non sa tenere il becco chiuso: “la ricchezza è un valore” Ma che cazzo dici? Quello è il benessere, coglione! Non lo sai che dove c’è un ricco ci sono almeno cento poveri?

Nel suo dotto entourage c’è anche chi, non arrivando comunque a superare il maestro, tenta di imitarlo: “Chi si laurea dopo i 28 anni è uno sfigato” afferma, tronfio e sprezzante, il viceministro Martone “dobbiamo far passare il messaggio che secchioni è bello.” Nessun commento, non ne vale la pena, solo un consiglio: scopa ogni tanto... 

Ma torniamo in zona Serpentara. La famigliola continua la vita di sempre, Roby lavora come commesso nel noto centro commerciale Porta di Roma, Alessandro, comprato e venduto a costo zero dalle varie agenzie interinali, è sistemista alla Banca d’Italia, nei pressi di Vermicino, e Lety da il suo prezioso contributo a Roma Capitale.

In quanto a me, invecchio, e invecchiando, pian pianino, la vita m’insegna tutto. Il problema è ricordare cosa, ma soprattutto constatare che di tutto quello che ho imparato ormai non so più che farmene…se me lo dicevi prima....continuo comunque a spacciare polizze e a studiare, perché, pare, si debba sempre stare al passo coi tempi e trent’anni di esperienza non possono e non devono bastare.

Dipendesse da me,  preferirei tornare a tuffare la penna nel calamaio, sodomizzare il vocabolario, titillare aggettivi e masturbare verbi…invece mi tocca sostenere ancora…e ancora…e ancora... sempre gli stessi noiosissimi esami su argomenti, tra l’altro, triti e ritriti… che palle…

Nel frattempo Roby comincia a martellarmi le palle con un ritornello che ha piuttosto il tono di un ultimatum: “O mi faccio il cane o la moto”. A spalleggiarlo, ovviamente, i fratelli.  Soprattutto il piccolo. Per ora nicchio, e con me la signora, ma è chiaro che ormai il pelo è nell’aria.

Ci arriveremo.

Come se non bastasse la Magica dell’asturiano non carbura. Tra i migliori, comunque, il nuovo portiere, Stekelemburg. Alla faccia di chi ci prende per i fondelli, sostenendo che al posto di un portiere avremmo comprato un citofono. Dallo sport alla cronaca. E’ l’anno del naufragio della nave Concordia,  inutile star qui ad annoiarvi su quanto è successo nelle acque di fronte all’isola del Giglio, sono certo sarete stanchi dei titoli dei giornali che ripetono, fino alla noia, sempre le stesse accuse nei confronti del Comandante Schettino. Parte il linciaggio mediatico. Non voglio prendere posizione in merito, non sono certo un lupo di mare,  una sola cosa è certa, però: questo tipo, che sia colpevole o meno, l’hanno comunque già processato in tv e condannato al pubblico ludibrio. Non credo proprio che, se alla fine dovesse risultare innocente, sarà dato lo stesso risalto alla notizia … mi puzza tanto di capro espiatorio. D’altra parte mi rendo anche conto che di questi tempi, con quello che sta succedendo,  faccia comodo a molti un mostro, che non sia lo Spread, da sbattere in prima pagina.

Tra questi la Fornero che getta finalmente la maschera e, singhiozzando,  presenta il suo piano per il lavoro. In sostanza, oltre a un contratto unico, buono per tutto, vengono promessi più soldi a chi si contenta di un contratto a termine. Esattamente quanto serviva per combattere la piaga del caporalato…un' altra mente geniale La parola d’ordine è, dunque, rafforzare il precariato. Il resto è solo cicaleccio. La Camusso insorge, fa il suo lavoro di sindacalista, ma anche lei si ferma alle chiacchiere, nessuno sciopero generale contro la rapacità di farabutti e banchieri e per i diritti della povera gente.

Più incazzati in Sicilia. L’isola sembra una polveriera. In particolare gli autotrasportatori, vessati da rincari di benzina e pedaggi, promettono di bloccare il Paese. Peccato che, dopo tante minacce, non seguano i fatti, dopo aver ottenuto qualche vaga promessa si calano, infatti, le brache. Francamente stavolta ci speravo. Non c’è niente da fare, i potenti nulla possono contro la morte, ma per il resto la fanno sfacciatamente da padroni. L’unica è augurarsi che la fredda signora se li porti via tutti, al più presto.

Tra tanti balzelli, tra l’altro, sembra che la Rcauto sia la più odiata dagli italiani, la madre di tutte le ignominie. In parte posso capirli. Fatto sta che al ministero delle attività produttive, non sapendo più che pesci pigliare, decidono di farci sprecare carta e tempo. Quanto succede mi riguarderà ovviamente da vicino e non resisterò alla tentazione di scrivere al Corriere della Sera che, il 23 gennaio, pubblicherà, la lettera che state per leggere. 

Gli intermediari assicurativi «sono tenuti, prima della sottoscrizione del contratto, a informare il cliente, in modo corretto, trasparente ed esaustivo, sulla tariffa e sulle altre condizioni contrattuali proposte da almeno tre diverse compagnie assicurative non appartenenti a medesimi gruppi».

È come dire a chi entra nel tuo negozio: rivolgiti a quello accanto! Divertente! Ergo i «piccoli», come me e tanti altri, dovrebbero ottenere almeno tre mandati. Questo è assurdo, considerato che è già tanto se si riesce a ottenerne uno. E non esiste, ovviamente, compagnia di assicurazione che permetta di frammentare il portafoglio a favore della concorrenza. Pazienza: dopo trent’anni, dovrò cambiare mestiere. 

In fondo, per esteso, la mia riverita firma. Peccato qualche, inevitabile, taglio.

Solo uno sfogo, so benissimo che non servirà, ma, se non altro, qualcuno, leggendola, si sarà reso conto che non tutti gli assicuratori lusingano il potere, c’è anche chi, rischiando in proprio, non si fa mettere il bavaglio. Vabbe’, pace. Vedremo di riorganizzarci la vita alla soglia dei cinquantacinque. Toccherà ancora una volta rimboccarsi le maniche, rimettere tutto in discussione e inventarsi qualcosa per tirare avanti, se mi dice culo, almeno un’altra quindicina d’anni. La sfida, in fondo, m’intriga.

Oltretutto, nel mangiare un boccone per pranzo, ho avuto la bella idea di accendere la tv…nel giro di pochi minuti mi passa davanti di tutto, pannolini volanti con le ali appesantite, dentiere cementate al palato con il bostik e un manipolo di cazzutissimi commando, specializzati nello spurgo dei cessi. Che roba…poi penso ai programmi di approfondimento in onda ogni giorno sulle varie reti e mi rendo conto che i consigli per l’acquisto sono il minore dei mali.

Crisi, recessione, debito pubblico, un bel casino, ma quello che davvero preoccupa è la telecrazia. La possibilità di manipolare il consenso attraverso i mass media è infatti un’arma micidiale che, inaugurata quando il Presidente della Fininvest cominciò a occuparsi di politica in prima persona, oggi è pratica comune del potere auto costituitosi. Può portare danni irreparabili alla democrazia, trascinando così milioni di persone, prima alla rassegnazione e quindi a credere che l’insensato, l’illegittimo, l’inammissibile sia la normalità. Ne sono un esempio i notiziari e i numerosissimi servizi giornalistici che ci propinano, debitamente epurati e contraffatti, a ogni ora del giorno e della notte.

Sintomatico di questa situazione quello cha accade nei sotterranei di viale Mazzini. La notizia trapela, nonostante la finta censura che tende a creare attesa, Celentano sarà a Sanremo, interventi a ruota libera a 300,00 euro a puntata. E a noi chiedono sacrifici…la speranza è che, con il cachet che intascherà, non abbia poi il coraggio di farci i soliti predicozzi del cazzo. Ma soprattutto mi auguro che tutti, ma proprio tutti gli italiani, diserteranno lo schermo di fronte a un simile scandalo. E il primo che viene a dirmi che la Rai riprende i quattrini che spende per lui con la pubblicità, lo mando direttamente a fare in culo…qui non si tratta di legge di mercato, ma di rispetto per chi trecentomila euro non li guadagna nemmeno nel corso di tutta una vita. 

Per fortuna non mancano le buone notizie, il 29 gennaio muore Scalfaro, “un esempio di coerenza e integrità”. L’elogio funebre che avete appena letto è di Napolitano, un altro che non sa tenere a freno la lingua. Quando nascono sono tutti belli, quando si sposano sono tutti felici, e quando muoiono sono tutti santi.

L’inquilino del Quirinale, sempre lui, è ormai una star, un principe del gossip, e proprio mentre si seppellisce il compare di Colle, assurge alla cronaca per un’altra chicca da copertina su Vanity Fair: laurea ad honorem, a Bologna, in relazioni internazionali. Bisogna proprio essere coglioni per provocare in questo modo gente incazzata nera, che non ne può più di politici e figure istituzionali colluse e incapaci! Ma io dico, cazzo, un minimo di buonsenso, restatevene al sicuro dentro i vostri Palazzi dorati e, dopo il disastro che avete combinato, pregate Nostro Signore che non vengano a trascinarvi fuori di lì a calci nel culo!

Ovunque ti giri amici, parenti e conoscenti che, uno dopo l’altro, perdono il lavoro e la tranquillità. E a chi affidano diagnosi e cura? Agli stessi individui che ci hanno portato alla bancarotta. Da ricovero…

La recessione ormai morde. Ma ci si aspetta di peggio. Recessione è quando il tuo vicino perde il lavoro, depressione è quando lo perdi tu,  panico quando lo perde anche tua moglie. Senza contare che la Roma va sempre peggio, soprattutto all'Olimpico si stenta...ci vuole una robusta strigliata dello spagnolo...questi sì che sono guai seri.

In quei tempi, come direbbe qualcuno, Luigi Lusi, ex tesoriere della Margherita, oggi confluita nel Partito Democratico, ammette le proprie responsabilità, cioè di essersi appropriato del denaro della confraternita rosso scolorito, attraverso decine di bonifici a sé stesso o a società a lui collegate. Vengono sottratti 13 milioni di euro dalle casse del partito. Rutelli è addolorato e infuriato…voi ci credete che un pezzo da novanta come lui non ne sapesse un cazzo? Io no. Dovrebbe essere proprio un coglione… 

Mario Monti, invece, parla chiaro: “I giovani devono abituarsi al fatto che non avranno un posto fisso per tutta la vita. Tra l'altro, che monotonia il posto fisso." Poco dopo annuncia di voler rinunciare alla pensione di circa 35000 euro al mese, per vivere solo coi restanti 37000 di precario. Il tempo di metabolizzare dichiarazioni tanto scriteriate, ed eccolo a Matrix che sorride, soddisfatto, osservando il modellino in scala del licenziato in tronco, preso in prestito dalla scrivania di Vespa. Unanime sarà il consenso del mondo politico e imprenditoriale, al quale ci uniremo tutti, commossi e deferenti.

Nel frattempo, nonostante variazioni apparenti e novità di superficie, il decreto sulla Rcauto passa l’esame. Per cui, ora che le nuove disposizioni circa l’ offerta da parte degli intermediari assicurativi, da idiozie, sono diventate legge e, finalmente, posso approfondire la materia, correggo la mia precedente opinione…non solo dovremmo pubblicizzare la concorrenza, ma, udite, udite, specificare che non intratteniamo alcun rapporto professionale e di mandato con alcuna delle Compagnie proposte, né abbiamo ricevuto alcuna attività di formazione riguardante il contenuto specifico dei prodotti assicurativi sottoposti a raffronto. Come a dire: “Vai dalla concorrenza, non vorrai mica assicurarti con me? Probabilmente, risparmi. Però non ti fidare troppo di quello che dico, sono un incompetente. Sai? Devo esserlo per legge.”

Ovvio che a quella riunione devono aver fumato roba davvero pesante…mi domando oltretutto come si organizzeranno le Compagnie telefoniche…ma quelle, si sa, sono a statuto speciale. Resta il fatto che non posso che ingoiare il rospo e augurare buona fortuna a tutti gli amici a due e quattro ruote. Tutto cambia. Persino la criminalità organizzata.

Cielo d’inizio febbraio, cielo da neve sui cieli della Serpentara...mi sa che ci siamo. Alle ore 8,27 del 3 febbraio i primi fiocchi di neve. Dapprima scende leggera da un cielo di perla, poi viene giù fitta come bianca fuliggine, fino a posare un sontuoso manto d’ermellino su strade, parchi e auto. Inevitabili i disagi in una città come Roma, del tutto disavvezza a simili eventi. L’ultima volta che aveva nevicato così tanto sulla Capitale era stato 27 anni prima.

Subito infuriano le polemiche. Imputato alla sbarra, ovviamente, il sindaco Alemanno. Un ex picchiatore che non sopporto, beninteso, questo non toglie che trovi del tutto fuori luogo, in questo caso, tanta acredine, probabilmente strumentale, nei suoi confronti.  Se una volta ogni vent’anni si resta a piedi, non mi pare la fine del mondo. Assurdo attrezzarsi come una città del nord e spendere un mare di quattrini per mezzi e attrezzature che resterebbero a marcire nei garage e nei magazzini per i prossimi due decenni. Il caos causato dalla nevicata comunque a qualcosa serve: Ferrara non riesce a raggiungere gli studi della Rai per la sua paternale d’inizio serata.

Il giorno dopo, volenti o nolenti, la città chiude per ferie. Alla faccia di chi, solo qualche giorno prima,  ci ha scippato tante festività. Ce le restituisce,  con gli interessi, Domineddio, operaio, impiegato e precario. 

Proprio in quei giorni il popolo della musica leggera piange la scomparsa di Whitney Houston, servizi a ripetizione su tutte le reti. Solo qualche breve immagine, invece, su Atene che brucia. L’informazione del potere ha ormai preso il sopravvento, è l’affermarsi di un nuovo tipo di giornalismo, quello che cerca di raccontare le notizie, nascondendo i fatti, quello dei talk show a misura di ospite, soprattutto se un politico. 

Nel frattempo, in ufficio, che poi è il mio studio, le cose non vanno per niente bene. Per perfezionare una polizza ci metto una vita. Prima, con una semplice macchina da scrivere e il tuo cervello, potevi risolvere tutto in autonomia, bastava impegnarsi, dipendeva soltanto da te. Ora, tra malfunzionamenti, anomalie, chiavi di accesso e richieste di deroghe, più o meno idiote, dipende da troppi, e, sempre più spesso, non puoi fare più un cazzo.

Mi domando se è questo il progresso. Devo chiedere l’autorizzazione anche per cambiare un indirizzo, aprire ticket e aspettare un’improbabile, pronta risposta che possa calmare il tipo che ticchetta nervosamente con le dita dall’altra parte della scrivania. Comincio a credere che il cervello per alcuni sia davvero un organo misterioso. Non sanno esattamente che farsene, eppure, per paura di affaticarlo, lo spengono comunque, quando entrano in ufficio. Il più grande sbaglio nella vita è quello di avere sempre paura di sbagliare. Ma questo non è un postulato che puoi far digerire a chi deve sempre e comunque rendere conto a un superiore di grado.

Scusate, una piccola digressione professionale.

Per il resto vivo un periodo davvero sereno in famiglia. Mi cala il Pil, mi si alza lo Spread, senza contare che cazzo combinano glicemia e colesterolo, eppure so’ contento lo stesso. D’altra parte, pare che la felicità sia sempre dietro l’angolo, così almeno dicono, ma è l’angolo giusto, tra i tanti, che non si trova, per cui, scelgo di non cercarla proprio e andare a culo...certo che, prima o poi, finirò per sbatterci contro. 

Evidentemente la vera felicità è nel sentirsi sereni, e, in tal senso,  a parte l’ imbarazzante nove in matematica sulla pagella di Gabriele, tutto scorre abbastanza tranquillo. I guai sono sempre quelli, i soldi che non bastano mai e il buco di bilancio che comincia a diventare una voragine. Ma sono cresciuto e, da un pezzo, ho deciso che non mi ammalerò per i quattrini.

Qualche grattacapo anche tra Montecitorio e Palazzo Madama, ma nessuno dei parlamentari se la prende troppo. Così, tra piccole alchimie e aggiustamenti di coalizioni, pare stiano per decidere il taglio del numero dei parlamentari. Col cazzo però che si tagliano gli stipendi!

S’indignano per una pensione d’invalidità rubata, ma non una nota di biasimo per un Paperone che ne rapina 35000 ogni mese, anzi, lo eleggono pure alla Presidenza del Consiglio … esilaranti…che poi uno, smaltita la rabbia, si fa la domanda più ovvia...ma quanti cazzo di contributi ha versato Mario Monti, per percepire una pensione di 35.000 euro al mese? Obiettano che è bravo, che lui, i soldi, se  li guadagna. Sarà, ma io resto dell’idea che  chiunque si metta in saccoccia settantamila euro pulite al mese è un ladro, a prescindere dal come e perché. Punto. Ogni tanto un po' di sano fondamentalismo ci vuole. Concordo, insomma, con Honoré de Balzac quando scrive che dietro ad ogni grande fortuna c'è un crimine.

Intanto, insediato il nuovo esecutivo e messo a tacere lo Spread, ora il mostro da sbattere in prima pagina è il debito pubblico. Ormai è sempre più evidente che, appoggiate dai loro manutengoli Monti, Fornero e Passera, le multinazionali, millantando spesso inesistenti crisi, stanno preparando, con la scusa della sfavorevole congiuntura internazionale, la dismissione di tutte le fabbriche sul territorio nazionale per dislocarle all’estero. Ma non ci si lasci ingannare dal terrorismo mediatico di un giornalismo al soldo dei potenti, non è vero un cazzo, ci sono poli d’eccellenza che vengono chiusi solo per lucrare sul costo del lavoro. Marchionne docet.

Passano i giorni, due passi avanti, uno indietro, al ritmo svogliato di un mondo che non sa dove andare e ti trascina con sé.  I  professionisti della parità di bilancio continuano a lagnarsi di noi,  poveri mortali a stipendio fisso o provvigione,  perché saremmo scialacquatori, evasori e impossibili da controllare. Viviamo, dicono, al di sopra delle nostre possibilità. Un vaffanculo sarebbe d’obbligo, ma li lasciamo dire. Del resto siamo brava gente, agnostici con venature cattoliche, benpensanti e maldicenti, arroganti ma timorosi. Protestiamo quotidianamente, ma in fondo prediligiamo l’intrallazzo alla giustizia, che riteniamo da ingenui. Difficile si riesca a defenestrare una classe politica che ci somiglia tanto.

Nel frattempo ecco tutti i numeri del genio inviatoci dalla Provvidenza, snocciolati in tv un lunedì mattina: Milano euforica chiude a +2,93%, banche sprint, lo spread scende fino a 304. E fin qui si capisce come abbia eseguito in bella copia e per benino il compitino assegnatogli dalla Bce.

Ora, però, passiamo ai fatti concreti, quelli che riguardano il paese reale, e il servizio televisivo si guarda bene dall’elencare. Disoccupati record dal 2004; la disoccupazione è al 9,2 per cento e l'inflazione a febbraio risale, arrivando al 3,3 per cento. Disoccupazione giovanile a gennaio 31,1%, in aumento di 2,6 punti rispetto a un anno prima. La disoccupazione maschile cresce del 2,6%, rispetto al mese precedente, e del 18,7% su base annua; il numero di donne disoccupate aumenta del 3,2% rispetto a dicembre 2011 e dell' 8,9% in termini tendenziali. E mica finisce qua. Il carrello della spesa costa lo 0,7% in più: si tratta del rialzo maggiore dall'ottobre del 2008. A febbraio i prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza aumentano infatti dello 0,7% su base mensile e del 4,5% su base annua (+4,2% a gennaio). Famiglie sempre più indebitate, insomma. Ma finalmente stiamo per entrare in Germania!

Meno male che c’è Fazio su Rai Tre! Uno che non ha peli sulla lingua e al potere gli da del tu. Ospita Befera a Che tempo che fa. Due ladri, ma a norma di Legge, che, col culo in faccia, conversano amabilmente di evasione fiscale, ruberie e criminalità organizzata, arrivando persino a darci una strigliata. Divertenti. Pensate che l’avevo scambiato per un programma di varietà. Complimenti al conduttore, sempre così pacato ed equamente leccaculo, con Monti come con Alfano, con Bersani come con Marchionne, e non si vede perché dovrebbe cambiare atteggiamento con chi fa le pulci alla sua dichiarazione dei redditi.   

Intanto Monti e Napolitano ribadiscono che faranno quello che c’è da fare, e se non siamo d’accordo ci menano pure. Se non altro hanno le idee chiare. Dello stesso tenore le parole di Elsa  Fornero, dice che, accordo o non accordo, anche lei farà comunque il cazzo che le pare. Non avevamo alcun dubbio in proposito.

I guai più grossi, del resto, scoppiano in rete.  Ricordo che in quei giorni ho visto gente buttarsi dalle finestre dei palazzi di fronte, sfracellandosi sul selciato, senza nemmeno un grido. Ho assistito, impotente, alla disperazione di uomini e donne che, dimenandosi e urlando, si stracciavano le vesti. Ho ascoltato il pianto sommesso dei penitenti che, indossando il cilicio, si flagellavano con reiterati colpi di verga e, pregando a fior di labbra, invocavano la grazia di Nostro Signore… non funzionava Facebook

Poi, visto che noi le grane, se non ce le abbiamo in casa, ce le andiamo a cercare altrove, ecco che, un mercoledì di marzo, a due bracciate dalle coste indiane, un’ imbarcazione si avvicina a una petroliera scortata da militari italiani, e due di questi, sicuri si tratti di Jack Sparrow al timone della sua nave pirata, sparano dei colpi intimidatori, e, per sbaglio - so’ cose che capitano - fanno secchi due poveri pescatori. Questa, fino a prova contraria, la cronaca spiccia di quanto succede. Le autorità dello stato federale del Kerala trovano i due marò ancora coi fucili fumanti e non possono che impacchettarli e portarseli via. Non vi dico che casino alla Farnesina. Manco avessero arrestato due tranquilli turisti.

Ora, posso capire che siano italiani, abbiano la pelle chiara e indossino una bella  divisa, ma da qui a farne degli eroi, fottendosene di due innocui pescatori crivellati di colpi, ce ne passa. Ok, sarà stato pure un tragico errore, magari omicidio colposo, ma, cazzo, hanno comunque assassinato due cristiani…va be’, probabilmente indù. Sembra invece che vogliano farli rientrare in patria per dar loro una medaglia!  Aho, giornali, rete e tv pullulano delle foto di quei due fucilieri, sguardi cazzuti, in tuta mimetica e basco… ma fossi riuscito a trovarne una, magari sgranata, dei due morti ammazzati.

Ma lasciamo certe complicazioni all’unità di crisi internazionale, li paghiamo apposta, e torniamo in via Colli della Serpentara. E’ la festa della donna, ma le mie allupate ammiratrici sono deluse e disperate: a causa di un fastidioso dolorino all’inguine, non potrò danzare per loro al Re per una notte, esibendomi nel tradizionale strip dell’otto marzo. Poverette. Mi osservo allo specchio, nonostante tante primavere alle spalle, sono ancora un bell’uomo. Poi sposto lo sguardo al calendario e mi accorgo che tra pochi giorni ne avrò cinquantacinque. Quando ho varcato la soglia del mezzo secolo mi sono raccontato che non era poi così male, ma ora i sessanta sono dietro l’angolo. A un passo dal pannolone. No, non mi piace per niente, cinquant’anni, passi, ma sessanta.

C’è di buono che, valutando con attenzione la più concreta eventualità di un coccolone, ti lasciano fare, rompendoti meno i coglioni. Ma un lustro passa in fetta e francamente mi rode. Eppure non c’è niente da fare, l’avanzare dell’età è forse l’unica cosa che non si può davvero rifiutare, bisogna accettarla, e senza fare tante storie, augurandosi d’incontrare, di tanto in tanto, l’opportunità d’invadere ancora, o perlomeno lambire, il sentiero dei vent’anni. Devo farmi forza, quando emersi dall’utero di Fernandella ero solo un poppante, ma ora sono un ometto. Coraggio.

In anticipo sui tempi, al ritorno dal lavoro, Ale mi fa un regalo da sballo:  l’iPad. Al principio non ci capisco un’ acca, poi, pian pianino, comincio a prendere confidenza con Android. Uno dei doni più graditi che abbia mai ricevuto. Mi cambierà la vita…o meglio, le notti. Riporrò la radio nel cassetto del comodino per spararmi in vena, attraverso l’auricolare, massicce dosi di Youtube, senza essere più costretto a smanettare con la manopola lillipuziana dell’emmepitre.  Oltretutto, con questo strabiliante arnese, può tornare a leggere persino una talpa come me.  Devo dire grazie a Steve per averlo inventato e ad Ale per avermelo regalato. Non mi sembra vero di poter sfogliare un libro, prima di addormentarmi. Certo, l’odore della carta è un’altra cosa, ma con l’ebook non ho più bisogno di un riflettore da aeroporto e posso ingrandire i caratteri quanto necessario, per non vedermeli sfarfallare sotto gli occhi. Mi sembra di rinascere. 

Poco dopo anche Roby decide di regalarsi l’iPhone nuovo, e, munifico, mi cede quello riposto nel cassetto. Ricordo che papà, quando uno dei figli acquistava l’auto nuova, riprendeva indietro la vecchia, ora i tempi sono cambiati, i figli comprano il telefonino nuovo, visto che l’auto non possono permettersela, e ti regalano quello vecchio che, per te, è nuovo di zecca. E’ Davvero bello, devo solo capire da dove esce il caffè. 

E’ iniziata da poco la bella stagione quando decido di farmi del male, sottoponendomi al supplizio disumano di un’approfondita analisi sull’attività dei primi giorni del governo Monti. Detto, fatto, scarico il dossier dal sito istituzionale. E’ dura, ma arrivo in fondo, leggo tutto il rapporto. Un’accozzaglia disordinata di provvedimenti in stile tecno macroeconomico, senza alcun serio costrutto, sembra ci sia tutto….e invece ‘un c’è niente. Non senza fatica, a notte ormai inoltrata, spengo l’aggeggio elettronico e mi concedo dieci minuti su facebook. Penso e ripenso, Mario Monti, la sfrontatezza del ricco che consiglia i poveri, non c'è altro da aggiungere alla sua boria e all'idiozia di chi lo ha scelto. Saltando da una bacheca all’altra, mi imbatto, tra l’altro, nella foto postata da Casini. E’ in posa insieme a Bersani, Monti e Alfano. In politica conta quanto il due di coppe a Briscola, quando regna bastoni, eppure gli sembra di essere finalmente tornato nella stanza dei bottoni. Guardalo là come sorride. Fa tenerezza…

Più avanti ecco Marchionne, trentotto milioni l'anno e un solo maglione...è proprio un barbone. Sembra deciso a traslocare negli States con tutto il Lingotto, a spalleggiarlo è ancora Monti… "Chi gestisce la Fiat ha il diritto e il dovere di scegliere per i suoi investimenti e per le sue localizzazioni più convenienti".

Magari se portasse via pure a te... ma son tutte chiacchiere da bar, diamo fiato alle tastiere perché siamo troppo vigliacchi per farli davvero a pezzi. E se, dopo di lui, dovesse arrivarne uno peggio? Anche se ci crediamo strateghi e artefici della nostra vita, il più delle volte siamo soltanto manipolati. Indolenza e paura di sbagliare sono i nostri padroni.

Grave e avvilente, poi, è quanto trovo pubblicato in un gruppo di amici di Rifondazione: dopo cinque anni di mandato un parlamentare italiano prende 2.486 euro di pensione al mese. Non servirebbe altro per processarli per associazione a delinquere, dal primo all'ultimo, con successiva condanna alla sedia elettrica. 

Ora anche nel Pd qualcuno comincia a storcere la bocca, rendendosi finalmente conto di aver firmato una cambiale in bianco al losco emissario della Bce, intenzionata da tempo, di concerto con i vassalli delle banche nazionali, a rendere sempre più precario il lavoro, per poter meglio lucrare sull'indebitamento dei lavoratori europei, ormai del tutto privi di qualsiasi diritto e, quindi, più facilmente ricattabili.

Permettetemi di emettere e gestire la moneta di una nazione, e mi infischierò di chi fa le leggi”.  Rothschild. Ci siamo. Già la situazione è quella che è, se poi si aggiungono pure le teste di cazzo provenienti da Francoforte diventa davvero dura.

Tempo fa rileggevo Mazzini, ho idea dovrebbero farlo anche al Quirinale e a Palazzo Chigi per rinfrescarsi la memoria: «Non aspettatevi niente da nessuno. Fate da voi. L'Italia non si può costruire che con idee italiane e sangue italiano. Fate del tricolore la vostra bandiera. Iscrivetevi le parole d'ordine Indipendenza e Unità. E sotto di essa arruolatevi». Ora, pur sorvolando sullo stile aulico, si tratta di un pensiero che mi sembra davvero molto attuale. Temo che, continuando così, in Europa, prima o poi, si darà fuoco alle micce e torneranno a tuonare i cannoni...altro che premio nobel per la pace.

Per il resto, in casa Zuckerberg, commenti di cuori spezzati e dediche alla luna. Sarà mezzanotte passata, è l’ora che volge al desio e ai naviganti intenerisce il core, non ci fa una piega. Anime scosse dai tormenti, turbate negli affanni, sconvolte dalle angosce, ferite nelle passioni, lacerate dai rimorsi … eccheccazzo, fatevela una trombata ogni tanto!

E’ tardi, se non sono le due, poco ci manca, prima di sintonizzarmi su radio radicale, leggo una notizia in cronaca sul sito del Corriere della sera: imprenditore edile si da fuoco davanti al’agenzia delle entrate di Bologna.  Che roba…rivoglio la centoventisette, la lira e Andreotti … lo so, mi rendo conto, non è il massimo, ma quando sei alla canna del gas non ti resta che scegliere il male minore. Il lavoro mancava anche allora, ma quando lo trovavi potevi prendere un mutuo senza la spada di Damocle di un licenziamento improvviso, la benzina potevi metterla, magari un deca, ma ti bastava per tutta la settimana, ma soprattutto, chi ti governava, per quanto il più delle volte mariuolo, era almeno intelligente e capace. Ci si dava fuoco per un ideale, non certo per non poter pagare i debiti che oggi accumuli con le banche...per pagare il pizzo di Stato. Inconcepibile.   

Oggi nuvole compatte e gonfie come cuscini, minacciose e impertinenti come cattivi pensieri. Speriamo che il sole riesca a farsi largo per convincerle a sfilacciarsi e sparire, visto che è quasi maggio. 

E’ una di quelle giornate tranquille in cui potresti fare quello che rimandi in continuazione. Da tempo mi riprometto di sistemare i miei  libri. Ma per trovare posto al nuovo, devi prima far pulizia negli scaffali, e, quando cominci a frugare, non trovi il coraggio di buttare via niente. Son tutti pezzi della tua vita. Risultato: svuoti la casa e riempi la cantina. Prima o poi esploderà. Rinuncio anche stavolta.

Comincio a curiosare su Facebook, Mark sta facendo un gran casino co' 'ste nuove impostazioni, ogni volta, per vedere le novità in bacheca, devi smanettare come un forsennato per aggiornare la pagina. E’ proprio vero....chi lascia la strada vecchia per la nuova.... E’ ora di un’approfondita revisione, il giocattolo comincia a mostrare le prime, preoccupanti crepe. Mi rilasso dopo aver finito di sostenere l’esame relativo alle novità previdenziali introdotte nel 2010. A grandi linee le conoscevo già, ma ora che ho approfondito la materia, sono ancora più convinto che, se i nostri ragazzi dessero fuoco alle sedi Inps, sull’intero territorio nazionale, attuerebbero solo un doveroso atto di giustizia. Maledetti, probabilmente alla fine avrete la nostra pelle, siete dei delinquenti ricchi e potenti, ma potete star certi che qualcuno di voi lo trasciniamo a fondo.

E visto che stamattina non mi volevo far mancare niente, ho anche calcolato l’Imu: rispetto alla vecchia Ici pagherò €.260,00 in più, un rincaro di oltre il 40%, e questo considerando anche la detrazione per due figli al di sotto dei 26 anni.  Se incontro quel delinquente lo prendo a calci in culo fino a farlo tornare nella fogna da dove è disgraziatamente uscito. Solo una monumentale testa di cazzo, selezionata da un vecchio coglione a mezzo servizio, poteva partorire una simile stangata per le famiglie in un periodo di recessione come questo. E’ diritto e dovere di ogni italiano fermare quei due pericolosi e loschi figuri per farli internare al più presto in un manicomio criminale. Presto arriverà una tassa anche sull'aria che respiriamo...trattenete il fiato.

Furbi alla tv di regime, ti fanno vedere com’è ridotta dalla crisi una famiglia in Spagna, ma si guardano bene dal mostrartene una alla frutta qui da noi. Ma è inutile che erigano un muro alle idee, esse lo scavalcheranno e circoleranno ugualmente, manifestandosi in un linguaggio contro cui il potere costituito sarà impotente. Il che, in soldoni, significa che prima o poi gli romperemo il culo. La tesi del tracollo economico fa adepti, ma noi siamo persone attente e informate, non ci faremo certo infinocchiare da questi maniaci del pallottoliere, che, per spaventarci, straparlano di debito pubblico al collasso.

Che volete che ne sappia un manipolo di ricchi e grassi ladroni cosa possa significare per una famiglia doversi indebitare con le banche che già ci tengono per le palle, per trovare tremila euro in più ogni anno? Parlano di risparmio ‘ste teste di cazzo, quando sanno benissimo che solo i più fortunati arrivano a stento alla fine del mese. Oltretutto ‘sta cazzo d’Imu è schizofrenica, ogni programma la calcola in maniera diversa. Di questo passo arriveremo al primo acconto senza nemmeno conoscere le aliquote giuste. Se non altro comincio a masticare numeri e percentuali, un talento che ignoravo di avere. 

Il Paese è alla canna del gas e chi si occupa della rianimazione? Gli stessi farabutti che l’hanno portato alla rovina. Considerato il disastro che è sotto gli occhi di tutti, adesso, forse, anche i più fedeli estimatori del banchiere massone si saranno convinti della sua assoluta incapacità d’intendere e volere. Ricoveriamo Napolitano e ingabbiamo al più presto i ladroni di Palazzo Chigi insieme ai compari di Palazzo Madama e Montecitorio. Altro che pensare alle sveltine di Berlusconi. Solo dopo aver buttato le chiavi delle celle, potremo rimboccarci le maniche per provare a riparare i danni inenarrabili che, insieme ad Amato, Prodi e Ciampi, quei loschi maneggioni, che osano pure addossarci la colpa di aver vissuto al di sopra delle nostre possibilità, hanno provocato.

Ero convinto che l’Italia non fosse una Repubblica presidenziale, eppure, da un giorno all’altro, il Capo dello Stato, e dire che ci eravamo appena affrancati dalle grinfie di un bandito, ci ha imposto un euro burocrate, subito dopo averlo investito, motu proprio, della nomina di senatore a vita. Si tratta di un pericoloso sicario della peggior banca d’affari che, rifilando titoli spazzatura a mezzo mondo, ha trascinato il pianeta all’attuale disastro monetario.

Di lì a poco, un governo di non eletti ha cominciato un sistematico lavoro di demolizione della nostra, faticosamente raggiunta, sovranità popolare, già largamente compromessa da figurine di secondo piano. Sempre le solite.  Prossima tappa l’annientamento delle classi lavoratrici per caricarle di debiti e renderle così schiave della nuova Santa Alleanza con sede a Francoforte. Ma non passeranno molti anni e la storia farà giustizia, condannandoli tutti per alto tradimento, dando così la giusta connotazione a quella che, oggi, certa cronaca prezzolata definisce responsabilità nazionale.

Ci sono pericolosi burocrati, alla guida di dicasteri importantissimi, incapaci di tenere il becco chiuso e talmente imbecilli da riuscire a far rivalutare persino un fascio antipatico e intollerante come Feltri…siamo messi davvero male….

Ammettiamolo una volta per tutte: se è vero che i rappresentanti dei governi dell’ultimo ventennio erano impreparati, questi non ci capiscono proprio un cazzo. Facciamo una buona azione, prima di schiaffarli tutti quanti in galera, mandiamoli a scuola.

Sentite Borghezio: Fossi al posto del premier Monti venderei la Sicilia agli Usa o a qualche pool di miliardari russi o americani. E se per esempio, come sembrava che si potesse fare nell’immediato dopoguerra, gli Stati Uniti volessero aggiungere una stellina alla loro bandiera, allora cederei molto volentieri la Sicilia, ma prima ancora la Campania, perché siamo di fronte a zone completamente improduttive. Sarebbe un po’ alleggerita quella palla al piede che finché siamo tutti insieme appesantisce il nord”. Commentare coglionate del genere è davvero superfluo, più produttivo sarebbe togliere la cittadinanza italiana a simili pupazzi.

E ancora Monti: "Allarme suicidi? In Grecia sono 1700"...monumentale testa di cazzo...

Un po’ di buonsenso arriva da Alfano: “Stop a tasse per chi ha crediti con lo Stato”. Una simile proposta me la sarei aspettata dai riformisti del Pd, ma a sinistra, come al solito, si sonnecchia, favorendo così la vittoria di destra e lega alla prossima tornata elettorale. Coglioni.

Ancora un  volta mi chiedo dove siano finiti le giovane leve? Quelle che dovrebbero dare una robusta spallata al sistema. A rispondermi lo strizzacervelli di turno, su Rai2, pare facciano un massiccio uso di psicofarmaci, “un tredicenne su quattro li assume”, spiega l’illustre clinico.  Completamente lobotomizzati, rifletto mentre stendo una tovaglia che non vuol saperne di trovare la piega, lo credo bene che non s’incazzino più…e a noi che rompevano tanto i coglioni per una canna ogni tanto…

Qualche segnale di rottura, forse, dal Movimento Cinque Stelle, sono i ragazzi veicolati alla politica da Beppe Grillo. Perché no? Peggio dei professionisti della politica non credo possano fare. Con tutte le riserve del caso, io, intanto, mi sono iscritto, che si possano o meno cambiare le cose, magari anche peggiorarle, non me ne frega un cazzo, ma nel frattempo che almeno si cambi l’aria nauseabonda di questa corrotta classe dirigente in putrefazione.

Sembra non sia  della mia stessa opinione, Augias, l’ho sentito qualche giorno fa nella sua trasmissione che sponsorizza libri, parlava di Grillo e del Movimento Cinque Stelle con un’arroganza da primo della classe. E’ un bravo giornalista e uno scrittore in gamba, per carità, e capisco pure come non possa certo sputare nel piatto dove mangia da decenni, ma, secondo me, a una certa età, dovrebbero comunque rottamarli per evitare che si espongano a figuracce tanto avvilenti.

Sono al bar sotto casa, solito deca, il tipo accanto a me rovescia il suo bicchiere di latte, sembra davvero mortificato. La tettona romena, al di là del bancone, assorbe l’impiastro con una salvietta e poi comincia a pulire con la spugnetta. Sospira, mentre, a ogni passaggio, il movimento del braccio si fa sempre più ampio. La tv appesa al solito muro gracchia la notizia del giorno: un tizio, in Norvegia, ha fatto una strage. Discutono se sia opera di un pazzo. Sano di mente o no, io uno che, armato di mitra e bombe a mano, ammazza a sangue freddo settantasette innocenti, lo ingabbierei comunque e butterei la chiave.

Salgo sullo scooter, oggi il primo appuntamento è di fronte alla Rinascente di piazza Fiume, un monolite di vetro e acciaio. Sempre che anche quel palazzone non abbia, nel frattempo, cambiato padrone. Come al solito arrivo troppo presto, ma per fortuna ha già aperto la libreria di fronte. Rovisto  tra i ripiani per vedere le novità e m’ imbatto in un volumetto in carta patinata, l’autore è Carlo Azeglio Ciampi, il titolo “A un giovane italiano”. E’ sufficiente una rapida occhiata alla prefazione, per rischiare un conato di vomito. Prima crea le premesse per il disastro, ci scava la fossa, e poi blatera di libertà, solidarietà ed equità. Un po’ come Napolitano che ci svende alla Bce e subito dopo ci rifila un libro dal titolo “Una e indivisibile.” 

Alla loro età, Santo Dio, e con il forziere così bello pieno, non potrebbero avere almeno la decenza di tenere il becco chiuso e la penna nel taschino, per restarsene in casa, stravaccati in poltrona, a guardare la tv e sfogliare L’Avvenire?

Il tizio che devo incontrare non si vede, provo a chiamarlo sul cellulare. Uno, due, tre squilli, finalmente risponde. Dice che ha trovato traffico, farà un po’ tardi. Smoccolando, in privato, lo rassicuro che aspetterò il suo arrivo, non c’è problema. Guardo l’orologio, se parto subito faccio in tempo ad andare e tornare da via Sicilia, prima del suo arrivo.

Infilo i guanti, litigo con la lampo, indosso il casco e metto in moto. La mattinata sarà lunga, meglio sfruttare ogni minuto. Se muovo il culo in fretta, forse riesco pure a trovare un presente per la signora. Oggi è il nostro anniversario di matrimonio. Ne facciamo trenta, mica poco.

Tra corse e incassi al volo, la mattinata vola, il pomeriggio, viceversa, seduto alla scrivania, scorre, come sempre, assai più lentamente. Finché, a sera, l’arrivo previsto del sesto inquilino: un candido batuffolo di pelo. Roberto lo piazza sul tappeto dell’ingresso, un attimo dopo la famigliola al completo lo circonda. Il cucciolo, poco più di un mese, trema di paura e ci guarda con occhi languidi, smarrito, però si lascia accarezzare, non potrebbe fare altrimenti. Lety, convinta a fatica, avrebbe voluto una femmina. Almeno il cane. Le è andata male, questo passava il convento. Dovranno bastarle le sue bambole da infiocchettare.

A cena si discute sul nome. Tex! Faccio io. Nessuno storce la bocca, tutti d’accordo, poi la prima pisciata sul pavimento e, da quel preciso momento, Tex entra a far parte ufficialmente della famiglia Tiddi.

Quella sera ce lo litighiamo, è troppo tenero per resistergli. “Però sul letto e sui divani, mai!” Tiene a precisare la padrona di casa. Un quarto d’ora dopo se lo coccola, disteso, accanto a lei, sul divano buono. Lui, già affettuoso come solo un cane sa essere, morbido, peloso, dal muso appuntito, capisce subito di aver trovato l’America, e tutta la sua voglia di essere altrove è già un lontano ricordo.  

Maggio rifà le ghirlande alle aiuole del parco, sono splendide giornate di sole. Nel frattempo ho finito di scrivere il mio secondo romanzo. Cerco solo un titolo. Di pubblicarlo però non se ne parla, costerebbe troppo, decido quindi che sarà sufficiente stamparne una copia per me. Magari alla copisteria di piazza Conca d’Oro. Se non che, navigando nella rete, trovo una casa editrice disposta a stamparne anche una sola copia. Mi sembra conveniente, non credo che risparmierei facendolo in proprio, oltretutto ti forniscono il modello per l’impaginazione e puoi sceglierti la copertina. Do alle stampe, così, l’Amore al tempo del vinile. Alla fine ho trovato anche il titolo. Mi piace. Volendo, potrei anche metterlo in vendita. Il sito lo consente. Perché no? A ordinarlo online ci penserà l’eventuale acquirente. Non ci rimetto niente. Ne vendo subito una decina di copie, più di quante avrei mai osato sperare. 

Tex intanto cresce che è un amore, stiamo molto insieme, del resto in casa ci siamo soprattutto io e lui. Gli altri quattro, chi per lavoro, chi per studio o per svago, frequentano ben poco l’appartamento.

Ormai caracolla per tutte le stanze, spesso me lo trovo sotto la scrivania. Qualche volta lo cazzio, ed  è inutile che tenti d’intenerirmi con suo quel sguardo languido o faccia il sostenuto: non si caga nel mio studio! Devo fargli immediatamente capire chi comanda in casa…lui.

Quando la fa grossa si nasconde sotto la libreria, un riparo su cui non potrà contare molto a lungo,  tempo un paio di mesi e sarà troppo stretto là sotto. Fa fatica già adesso, non c’entra più. Si è fatto furbo quel mucchio di peli, rosicchia le gambe della mia scrivania, poi, come mi volto per fulminarlo, smette e fa il vago, stornando lo sguardo altrove. E’ sempre affamato, devo stare attento a chiudere sempre la porta di cucina, ma soprattutto a non lasciare pietanze sulla credenza,  ingoia qualsiasi cosa si trovi a portata di zampa. Di secondo nome fa Hoover.

Nel frattempo arrivano le amministrative e Grillo e i suoi grillini fanno incetta di voti. Molti di loro non fanno mistero di essere apertamente antieuropeisti. E questo proprio quando ricorre il ventennale della vergogna di Maastricht. 

Leggendo la notizia, tremo di sdegno per lo scempio fatto a tutte quelle nazioni, la nostra compresa,  che, in nome dello strapotere della dittatura monetaria sancita a Maastricht, hanno perso la loro sovranità, conquistata a prezzo d’immani sacrifici, a causa  di un manipolo di politici corrotti e sordidi affaristi. Pochi conoscono i mostruosi parametri che, non tenendo conto dei naturali cambiamenti che la società impone, ha portato all’attuale rovina. Leggi razziali che ci hanno resi schiavi e debitori sempiterni. Non sarà male elencarli.

1) Stabilità dei prezzi: l'inflazione dei prezzi al consumo non deve superare dell'1,5% la media dei tre Paesi a inflazione più bassa.

2) Sostenibilità della posizione finanziaria pubblica: il Paese non deve avere un disavanzo giudicato "eccessivo". Il giudizio si basa sui seguenti parametri:

- il rapporto tra il Deficit pubblico (differenza tra le entrate e uscite) e il Prodotto interno lordo (PIL) non deve superare la soglia del 3%, a meno che il rapporto non sia diminuito in maniera sostanziale e continua e abbia raggiunto un livello che si avvicina alla soglia, oppure il superamento della soglia sia solo eccezionale e temporaneo e il rapporto resti vicino alla soglia stessa; 

- il rapporto tra il Debito pubblico e il Prodotto interno lordo non deve superare la soglia del 60%, a meno che il rapporto non si stia riducendo in misura sufficiente e non si avvicini alla soglia con ritmo adeguato.

3) Stabilità del tasso di cambio.

4) Tassi d'interesse bassi che riflettano l'aspettativa di una durevole convergenza. Il tasso nominale a lungo termine non deve superare di oltre il 2% la media del tasso di interesse dei tre Paesi più virtuosi in materia di inflazione.

Non c’avete capito un cazzo? Non è poi così difficile, impegnatevi un pochino. Se ho decriptato persino io, potete farlo anche voi.

Il ritorno, inoltre, proprio in quei giorni, in Italia, al subappalto tecnico di uno dei principali responsabili del disastro, Giuliano Amato, suona come un’offesa alla memoria di tutte le vittime dell’attuale macelleria sociale e a quelle che seguiranno, se non si fermerà immediatamente l’avanzata delle nuove truppe d’occupazione di Francoforte. Nel 1992 la stessa testa di rapa c’infilò nel tunnel della recessione, e oggi, a distanza di vent’anni, è stata incaricata di trovare l’uscita… non ho parole…

Sembra retorica spiccia, ma non lo è. Ce ne accorgeremo presto. L’unione Europea è la Santa Alleanza del 2000, e chiunque provi a contrastarne le decisioni, a ogni latitudine, viene considerato populista. E’ il potere che si auto compiace fino a vedersi assegnato, proprio in questi giorni, il premio nobel della pace. L’ultima, più recente, vergogna globale. 

E’ in questo secondo semestre dell’anno che, una dopo l’altra, esplodono tutte le bombe innescate. La povertà dilaga ovunque, soprattutto nell’eurozona. Chiunque può rendersene conto nel’ambito del proprio lavoro. Io per primo. E’ un fuoco di fila inarrestabile. Diventa  impossibile lavorare. Un cliente su tre ha perso l’azienda o il lavoro.

La rovina causata dall’euro ormai la viviamo tutti quanti sulla nostra pelle. La rata di mutuo mi strangola. Fino a qualche tempo fa una speranza c’era, se non la reggevi ti vendevi casa e vaffanculo. Oggi, dopo aver scalfito appena gli interessi, ti ritrovi con un appartamento che vale la metà e ancora venticinque anni di rate da pagare col valore di allora. Il tutto caricato, naturalmente, di un tasso da usuraio.

Diminuzione del 46% nel 2012 nella richiesta di mutui, basterebbe dare la giusta connotazione a notizie come queste per rendersi conto di come il professor Monti non capisca un beneamato cazzo. Devono mori’ tutti, ma l’agonia deve essere lenta e dolorosa.

Monta la rabbia e una voglia incontenibile di spaccare la faccia a qualcuno. Cerco almeno qualcuno disposto a pagarmi un paio di bollette a mia insaputa, ma è tutto inutile. A questo punto anch’io dovrò fare una prima, improcrastinabile scelta, o pago l’Inps o pago il mutuo, indebitarsi ancora sarebbe un suicidio. Ma come sfuggire agli scagnozzi degli strozzini di Befera? A loro non frega un cazzo se non ce l’hai, li pretendono e basta, pena l’applicazione di  sanzioni e interessi da usura, oltretutto per soldi soltanto tuoi. Lo scopo è quello di portarti via tutto.

Nel frattempo cianciano ancora di terrorismo per calmare le acque e farci cadere in trappola. Spira un puzzo di strategia della tensione che non convince nessuno. E’ un copione già noto, non dobbiamo farci fregare, abbassando, come vorrebbero, i toni. Ed è a quel punto che rispondo in questo modo, l’unico possibile, a Equitalia che mi chiede conto dei contributi non versati.

Ricevo la notifica della Vs. cartella di pagamento in oggetto, afferente un presunto credito che l’Inps vanterebbe nei miei confronti e per il quale si sta servendo curiosamente di Voi – S.p.a.  della quale, mi si dice, detenga una sostanziosa quota - per il recupero forzoso. Tengo a precisare che tale debito è nei confronti soltanto di me stesso, e, più segnatamente del mio futuro, del quale, per il momento non posso occuparmi, dovendo far fronte a un sempre più difficile e precario presente. Vi ricordo che, almeno per il momento, e, fino a prova contraria, è l’Inps che detiene in prestito il mio denaro, da me versato regolarmente fino ad oggi, tra l’altro con sistema contributivo, e non il contrario. 

Mi auguro di poter tornare al più presto a un regime economico che mi consenta di occuparmi quanto prima del mio futuro, tuttavia, per il momento, in una situazione di evidente congiuntura sfavorevole, altri, più pressanti, impegni mi costringono a mettere da parte quel che sarà per quel che, purtroppo, è.

Certo che non verrò investito da una pioggia di solleciti, del tutto fuori luogo, cordialmente Vi saluto.

Attilio sembra dispiaciuto, proverà a consolarsi col suo stipendio di 456.000 euro l’anno.

Uno scatto d’orgoglio il 12 maggio. Un nuovo, massiccio corteo contro il governo Monti. Partecipo anche stavolta, senza nutrire, tuttavia, soverchie speranze. E infatti non succede un cazzo, troppi vecchi e pochi giovani, una  lunga marcia, qualche slogan e a sera, dopo slavine di chiacchiere, si rompono le righe e si torna tutti quanti a casa più precari di prima.

Sul 90 che mi riporta al Nuovo Salario, penso ai ragazzacci degli anni settanta, a quanto erano brutti, sporchi e sgraziati, sprizzavano rabbia d’avanguardia. Ce ne vorrebbero oggi nelle piazze. Saremo stata pure una generazione perdente, ma, cazzo, in qualcosa credevamo!

Le prime pagine sono sempre per lui, il salvatore della Patria. In lui tutto è sobrio, la boria, l’assenza di sensi di colpa, la superficialità. Una sfinge. Ma quel che preoccupa di più, in quel marciume escrementizio, è la mancanza di piani a lungo termine. Abbassato lo Spread, crede di aver salvato il mondo. Con il solito codazzo di cortigiani della carta stampata, atterra, in quei giorni, a Washington, diretto a Camp David, per partecipare al summit dei capi del terrorismo mondiale che si tiene nel bunker del presidente americano Barack Obama. Qualche giorno dopo gli eversori si sposteranno a Chicago per partecipare alla Cupola della Nato. Una giornata cruciale, vista la strenua resistenza che si va man mano organizzando in Grecia e in Spagna, e l'acceso dibattito, in corso  nella tana della Ue, sulla strada da intraprendere per meglio taglieggiare, fino a ridurre alla fame, i popoli  della zona euro.

Riflettori accesi sul premier italiano per il suo possibile ruolo di mediatore nei confronti della Merkel e delle sue posizioni intransigenti in tema di totalitarismo. Nel vertice mafioso di Germania, Italia, Francia e Gran Bretagna verrà, tra l’altro, ribadito che l’intransigenza nell’applicazione del pizzo e l’impoverimento delle popolazioni vanno di pari passo. Sulla rete si raccomanda a tutte le cellule della Resistenza di mantenere vigile l’attenzione contro il terrorismo di Berlino, e Francoforte.  

Nel frattempo si susseguono uragani, attentati e terremoti....è un bel pezzo che dico che quell'anima nera porta pure sfiga..ma nessuno mi sta a sentire.

Persino la Magica risente degli influssi negativi provenienti da Palazzo Chigi, e Luis Enrique, a fine campionato, dopo aver perso quattordici partite, compresi i due derby, saluta e se ne va.

In questo scorcio di 2012, peggio di Monti fa probabilmente soltanto la Fornero, legittimando, alfine, il caporalato di marca Biagi. I galoppini delle agenzie interinali, che cercano il lavoro al tuo posto, potranno così continuare, con tutti i crismi della legalità, la campagna acquisti cessioni. Chiamano le aziende e vendono la loro merce…che saresti tu. Hai perso la tua identità di lavoratore, non lo sei più, no, adesso sei una risorsa umana, e come tale vai spremuto finché gli servi. Tutto in regola.

Ti chiedi come mai facciano affari d’oro? Semplice. Tu sei il loro articolo di punta. Il tuo stipendio, a livello fiscale, spesa come costo per servizi, è un risparmio notevole per le aziende. Sì, certo, non solo quelle private, quelle pubbliche fanno anche di peggio.

Chi ti affitta risparmia sui costi amministrativi, sulla selezione e sulla formazione. Chi ti da in affitto, ci guadagna un mucchio di quattrini. Guarda la tua busta paga. Puoi controllare tu stesso.

Il lavoro a tempo determinato è stato approvato da tutti i sindacati, Cgil compresa, ma soprattutto è stato regolarizzato da un governo di centrosinistra che ha servito ai profittatori di centrodestra il tuo futuro su un piatto d’argento, da soli non ce l’avrebbero mai fatta. Era il giugno del 1997. Da allora vendere, affittare e scambiarsi lavoratori, mi correggo, risorse umane, un tempo reato, è perfettamente legale. 

Quella che un tempo era l’eccezione, oggi è la regola. E adesso può contare anche sulla benedizione del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali. Un’accademica col gessetto in una mano e il righello pronto, se non fili dritto, nell’altra.

E’ quasi giugno e già comincia la canicola. Ma com'è che al cambio di stagione non trovo mai i pantaloni estivi? Dovrò farmi un promemoria o una cura di fosforo. Mi sto liquefacendo e siamo appena agli inizi, mi piacerebbe indire un referendum per abrogare l’estate. Tutta quanta. Da giugno, almeno fino a metà settembre. Cerco invano una nuvola carica di pioggia, in cielo solo qualche innocuo addensamento che rende l’aria ancora più torrida e appiccicosa.

La terra trema in Emilia e le accise sulla benzina salgono. In seguito ai tragici avvenimenti degli ultimi giorni, Palazzo Chigi decide l’aumento del costo del carburante di 2 centesimi al litro. Una trovata geniale. Ci voleva proprio un governo di supertecnici.

Non è che a me vada  poi molto meglio, torno a casa e trovo nella cassetta della posta, tutto in una volta, una multa stradale, la tassa sui rifiuti e la richiesta forzosa di una rata della mensa risalente al 2007, che, tra l’altro,  ho regolarmente pagato. Piove sul bagnato. Davvero confortante. Non ho idea di dove prenderli stavolta. Mi sa che sto proprio alla frutta. Eppure non m’incazzo più, sorrido, ma non è detto che sia un buon segno. Nonostante i pensieri ho un certo languore, frugo nel frigo. Vuoto. Mi attacco ai biscotti di Tex. Anche questo non deve essere un buon segno.

Accendo la tv per sintonizzarmi sul Tg delle tredici, m’imbatto su Italia uno, trasmettono 007 missione Goldfinger. Vaffanculo, dopo la bella sorpresa non ho nessuna voglia di lavorare. Che si fottano. Panino col cacio e bicchiere di vino, mi spaparanzo sul divano. Tex, come al solito, mi guarda fisso, con la speranza di sottrarmi parte del pranzo. Immobile. Una statua di sale. Ma stavolta non riuscirà a mandarmelo di traverso. James Bond, tra una sparatoria e una fuga rocambolesca, inciucia con la bella di turno. Magnifico. Ci sono film che non smetterei mai di guardare, eleganza sopraffina nei dialoghi, nei costumi, persino nei paesaggi, nemmeno un fotogramma sopra le righe. Pellicole eterne.

Nel frattempo è tornato Gabriele da scuola, ha in mano un gadget della Lazio, a questo punto devo proprio decidere se cacciarlo di casa o dargli un' ultima possibilità di ravvedimento. Non c’è più tempo da perdere, non vorrei finisse dritto in curva nord. A quel punto meglio in galera.

Poi ti arriva una telefonata di quelle che ti rimettono in pace col mondo. E’ davvero gratificante il caloroso saluto di un vecchio assicurato che, navigando ormai verso i novanta, ti comunica che non gli avrebbero rinnovato la patente e, dovendo rinunciare all’auto e a tutto quanto connesso, si spertica in ringraziamenti per averlo seguito “al volante”, con tanto zelo, per ben cinquant’anni. I primi venti tuo padre, altri dieci in tandem, gli ultimi venti da solo. Un bravo ometto, baffetti curati, testa calva e occhi spiritati, ma buoni. Non ha mai denunciato un sinistro, né si è mai incazzato per i continui aumenti di tariffa cui, mio malgrado, l’ho sottoposto per anni.

Oggi si corre, non si vede quasi mai nessuno, posta elettronica, bollettini postali e bonifici la fanno da padroni, mi mancherà la consueta visita semestrale nella sua casa linda e pinta e il caffè preparato, con tanta squisita cortesia, dalla gentile consorte. 

Sono io che ringrazio lei, signor Franco, per l’amicizia e la fedeltà dimostrata.

Domani è il 15, scadono le polizze del mio più importante cliente, dovrei andare a Pomezia. Chissà se mi riesce di scippare l’auto a Roberto?  Me lo auguro davvero. Non c'ho più l'età per arrivare fin lì con lo scooter.

Chiama Tagliavini, domattina gli consegnano l’auto nuova, una Peugeot, mi tocca spegnere il Samsung per accendere il computer. Che almeno funzioni come si deve il programma di emissione polizze. Ah, già, il questionario…un’altra bella novità. L’hanno concordata Ministero delle Attività Produttive e Isvap, di concerto con la Cia: ventiquattro firme da apporre e una quindicina di domande idiote a cui si è costretti rispondere, tutto questo per stipulare anche una semplice polizza auto. Alla faccia della semplificazione. A questi je scureggia er cervello…ne sono sempre più convinto.

Eppure devo fare buon viso a cattivo gioco, anzi dimostrare di essere un angioletto e autocertificare di possedere i requisiti di onorabilità richiesti per fare un mestiere tanto delicato. Pensare che per fare l’ onorevole, viceversa, non serve, anzi, ti preferiscono pregiudicato, possibilmente con sentenza passata in giudicato. 

Accendo la radio, mi farà compagnia, lo speaker legge la notizia dell’ultima ora: Anna Maria Tarantola è il nuovo presidente della Rai. Ancora un nuovo, piccolo e prudente tassello per l'instaurazione della dittatura bancaria. Astuto...e Bersani dorme.

Vaffanculo va, la tipa somiglia pure a Monti. Comincio a pensare che questi quattro scarafaggi si riproducano tra loro, ecco il motivo di tanti aborti tra i banchieri. In verità, anche qualcuno di loro, ogni tanto,  finisce al gabbio, ma, come scriveva Balzac, non è scandaloso che alcuni banchieri finiscano in prigione, è scandaloso che tutti gli altri siano in libertà.

Meno male che stasera si va tutti insieme a vedere Roberto a Teatro, recita in Pene d’amor perdute di William Shakespeare. Ci aspetta una poltrona al Petrolini. Sarà una sorpresa. Tanto accigliato e taciturno in casa, quanto spigliato e brillante sul palcoscenico.

In luglio, in Ucraina, si svolge la fase finale del Campionato Europeo di calcio. Monti, in attesa del logopedista che possa consentirgli di mettere insieme almeno una frase con tre parole di senso compiuto, vola a Kiev per la finale Italia Spagna. Francia, Germania e Inghilterra hanno disertato le gare per solidarietà con Yulia Tymoshenko, in carcere proprio in Ucraina, dopo un dubbio processo. Sembravamo d’accordo anche noi. “Quando vengono violati i diritti, lo sport non può voltarsi dall’altra parte.” Spiegava il ministro Gnudi. Ciò nonostante, alla fine, la Farnesina trova un compromesso: “Monti sarà a Kiev, ma senza dimenticare il caso Tymoshenko”. I soliti cazzari…senza contare la sfiga che porta quell’animaccia nera…

E infatti veniamo sonoramente battuti e umiliati dalle furie rosse. Dire che ci rompono il culo è riduttivo. E' probabilmente la prima volta che godo per una sconfitta quasi come per una vittoria. Se non altro per lo smacco a quella merda in tribuna.

In quello stesso periodo, i leghisti, curiosa progenie ferma all’età della pietra, frutto di culture differenti, ora pagani, ora cristiani, e comunque tutti adoratori del Po, tra orde di Borghezio e ratti panciuti, svolgono le loro primarie.  Il candidato però è uno solo.

Mi chiedo…ma se non ci sono concorrenti che bisogno c’è di mettere su tutto quel teatrino?  Io fossi del nord m’incazzerei parecchio per la figura da coglione che mi fanno certi miei conterranei a corto di cervello. Ma io sono del centro, anzi, addirittura di Roma ladrona, per cui non posso davvero sperare di capire teste così fine. Resto perplesso, ma taccio e mi adeguo.

Frattanto altre teste fine, quelle del governo Vichy, decidono di risanare la sanità. Che poi l’intenzione è già di per sé una contraddizione in termini. Nel panorama ospedaliero italiano il taglio immediato di 18.000 posti letto è esattamente quello che ci vuole. I complimenti di tutto il Paese vanno tutti ai professori e al Presidente Napolitano. Tutto quel che il signor Rossi si sente di augurare loro, nessuno escluso, è di finire in ospedale, moribondi, e agonizzare lentamente nella corsia di un pronto soccorso. Ovviamente s’illude. Non tiene in debito conto il fatto che certa gente si fa curare in lussuose cliniche private.

A rimetterci la pelle, qualche giorno dopo, è infatti un neonato. Al San Giovanni Addolorata di Roma, gli somministrano latte per endovena invece della flebo. I turni massacranti del personale, ridotto al minimo dalla spending review, provoca così l’ennesima vittima in corsia. Ovviamente si apre l’indagine. Ma anche questa volta, anziché prendersela, come sarebbe doveroso, con i veri responsabili dell’omicidio, gli inquirenti si scagliano contro medici e paramedici, costretti ad arrangiarsi con presidi e macchinari scadenti e obsoleti. Il canovaccio è sempre lo stesso.

E di quei giorni la notizia che il Premier, tra l'altro mai eletto, si è offeso a morte perché Squinzi parla ormai apertamente di macelleria sociale. Son cose che non si fanno, soprattutto se si è il nuovo leader della Confindustria. Ma l’uomo di Francoforte non si da per vinto e, a rapporto dai superiori, dichiara che è cominciata la lotta ai nostri vizi strutturali. Diritto al lavoro, alla casa, alle cure e alla pensione, infatti, so’ vizi. Che dire? Non è solo un criminale, è pure scemo. Dovrebbe essere sottoposto a un trattamento sanitario obbligatorio.

Ma io non capisco un cazzo, e chi ci capisce,  l’Unione europea, sostiene che la strada intrapresa dal sobrio è quella giusta per risollevare i conti pubblici: secondo Olli Rehn, il commissario Ue agli Affari economici e monetari, le misure adottate dal governo Monti sono perfettamente in linea con le “raccomandazioni” fatte all’Italia.

Il primo della classe, imbarazzato dagli apprezzamenti, affetta modestia e giura che, una volta risanata la situazione, non si ricandiderà, tiene però a precisare che al pizzo da senatore non ci rinuncia. Ovviamente si rimangerà anche questa promessa.  

Questo signore, badate bene, è membro del Senior European Advisory Council of Moody's, vale a dire che è tra coloro che contribuiscono a dare giudizi sulle aziende e sugli stati europei, che poi l'agenzia di rating diffonde. Lasciate perdere i giornali e ogni tanto affidatevi alla rete, tanto per gustarne un assaggio. E’ un giochino al rialzo e al ribasso fatto ad arte. Ci pigliano per il culo. Siamo parecchio al di là del conflitto di interessi, siamo alla caricatura di una democrazia parlamentare.

Insieme ai compari di Francoforte, ha bruciato almeno un paio di generazioni, e sostiene di lavorare per la prossima. Fossi in lei, mi gratterei le palle.

Prima ci massacra per via de ‘sto cazzo de Spread e, adesso che è schizzato di nuovo a 516, dopo aver toccato quota 529, dice che l’innalzamento del differenziale non dipende dall’Italia….buffone…

E siccome al peggio non c’è mai fine, nomina consulente tecnico del Governo tecnico, uno dei principali responsabili dell’attuale disastro economico e monetario. Un fetido topastro, con una pensioncina mensile di 31.411 €, che si prepara a tagliare gli stipendi dei dipendenti pubblici, fermi ormai da dieci anni. Ve l’ho accennato. Che ne pensa Napolitano? Ovvio, se ne compiace.

Gli italiani subiscono in silenzio e  non sono più campioni di un cazzo, in compenso, sono i primi al mondo - quantomeno tra i Paesi per i quali sono disponibili dati - nella censura su Youtube…e parecchie segnalazioni sono frutto di merdosi delatori…

Perdiamo anche la possibilità di ospitare le prossime Olimpiadi, Monti ammonisce che non ce le possiamo permettere. Solo un pupazzetto grigio e incolore come lui poteva rinunciare a una candidatura così prestigiosa. Senza sogni non si cresce. Garantito. Ma la crescita non è quello che gli interessa, deve solo far tornare i conti della Bce.

Sono amareggiato, incazzato, doppia dose di Oki alle 8 del mattino, se tanto mi da tanto stasera mi ci vuole la morfina. Un tempo facevi miracoli e in qualche modo te la cavavi sempre, oggi non bastano più nemmeno quelli. In Grecia l’hanno capito e le masse fanno il diavolo a quattro, speriamo arrivi l’onda.

Del resto non sono il solo a passarmela male, in Italia è ormai povera una famiglia su quattro, e, come direbbe Peppino, ho detto tutto...

Anche gli acciacchi non si fanno mancare. A distanza di 14 mesi dall'operazione al tendine di Achille è ricomparso qualche fastidio e un po' di gonfiore....speriamo bene....oltretutto devo avere aperto un canale preferenziale con l’agenzia delle entrate, senza essermene reso conto, sono sempre così cari e premurosi, mi scrivono continuamente. Sono ormai sepolto da cartacce, straripanti numeri e formule oscure. Ne uscirò? Ne dubito. Il lavoro è al lumicino, non gira più un euro che è uno, tanto che per ammazzare il tempo sto prendendo la laurea in sintonizzazione avanzata canali digitale terrestre...ma l'è dura...'azz, se l'è dura…

All’ufficio sorveglianza rischi oltretutto dormono: fai una fatica del diavolo per farti un cliente, coccolarlo e assisterlo in tutto e per tutto, anni e anni di lavoro…poi arriva una testa di cazzo qualsiasi che, digitando tanto per digitare, scambia due sinistri attivi per passivi, schiaccia un tasto e spedisce la lettera di disdetta. E’ questo il vero problema dell’Italia, approssimazione, disattenzione e scarso rispetto per il lavoro degli altri, nel pubblico come nel privato, altro che spread…

La mia testa è un frullatore, ho frammenti di tariffe conficcati nel cervello. Stanco di pensare e stremato dalle preoccupazioni,  mi faccio un’overdose di giornali in rete. In breve sono catalettico e cianotico, oltretutto non vedo più un cazzo, macchioline oculari vagolano per il campo visivo.

Passo in cucina e mi scaldo la cena di ieri nel fornetto, intanto accendo la televisione. Finirò per collassare nel piatto, a forza di sentire certe notizie: cinquantaquattro morti affogati nel cuore del Mediterraneo, a due bracciate dalle nostre coste. E’ un servizio relegato in fondo al tigi. Una vergogna tutta italiana. Cambio canale, ne ho abbastanza. Lo so…lo so che a quel punto dovrei spegnere… ma non lo faccio. Che poi, secondo il mio oroscopo, non avrei dovuto accenderla per niente. Fisso lo schermo. Devo fare più attenzione! Cazzo! Mi sono lasciato sorprendere da Vespa e Formigoni in tandem su Rai 1. E’ una replica, ma comunque pericolosissima per il mio stomaco già tanto provato… non ho più fame.  Schiaccio di nuovo il tasto del telecomando: dopo l'amianto, ora si scopre che anche il diesel è cancerogeno. Tra qualche anno ci sveleranno che l'uso del telefonino fa venire il cancro al cervello…senza pensare minimamente alle gastriti causate dall'uso improprio di giornali e notiziari tv.

Comincio a credere che gli stronzi siano immortali...ne morisse mai uno. Leggete qua: “Non dobbiamo sorprenderci che l'Europa abbia bisogno di crisi, e di gravi crisi, per fare passi avanti. I passi avanti dell'Europa sono per definizione cessioni di parti delle sovranità nazionali a un livello comunitario”. Sempre lui, Mario Monti. Occorrerà, una volta per tutte, che i commessi setaccino per bene i tappeti di Palazzo Chigi in cerca del cervello del loro principale. Solo quel tremebondo ometto di Bonanni può dare ancora corda a un simile mentecatto: “Dopo Monti non vedo statisti all’orizzonte.” Il difensore dei lavoratori e dei precari…non ce se crede… chissà che si sarà fumato in spiaggia…

A sentir lui, il bocconiano, intendo, siamo in guerra. Combattiamo una guerra, è vero, ma contro un potere che tende al mantenimento di un ordine globale per esacerbare la stagnazione, allargare le ineguaglianze e intensificare la povertà, pur di proteggere la supremazia degli interessi economici di una ristretta enclave dell’economia mondiale di cui lui è servo e guardiano in terra italiana. Del benessere comune se ne fotte. La priorità è creare le premesse per la creazione di una ricchezza per pochi e sostenerla a ogni costo, a spese delle schiene piegate di chi lavora o tenta di farlo. Il disertore del Quirinale lo ha armato, sottraendoci la sovranità, e lasciandoci inermi alla mercé della Cupola dei banchieri e delle multinazionali. Mente sapendo di mentire, né è necessario che le sue bugie siano particolarmente credibili, considerando che ha in pugno giornali, televisioni, l’intera informazione, pavida quando non assoldata.

Ma il sistema non durerà a lungo, non è in grado di funzionare come previsto sin dai tempi della P2. La crescente illegittimità della globalizzazione selvaggia e l’accresciuta divisione tra una minoranza prospera e una maggioranza sempre più ai margini, sta generando malcontento, crisi e, da ultimo, resistenza.

Ne avranno ancora per poco. Mi auguro soltanto che, quando arriverà finalmente il momento di pagare, resteranno ancora vivi abbastanza a lungo per scontare interamente la condanna. Quando li vedremo nella polvere sarà una festa per tutti. Un nuovo 25 aprile.

Uno Stato fondato sul solo interesse e cementato dalla paura di rischiare è una costruzione ignobile e precaria. Uniche direttive: rientrare nell’ordine, accettare, sottomettersi, rassegnarsi. Bella roba. Bastano dieci coglioni e quindici giorni per farlo crollare, ma ci vogliono anni e migliaia di brave persone per risollevarlo dalla rovina.

L’ultimo regalo prima di godersi le ferie, il professore lo fa agli studenti. Il candore con il quale tende a far passare il messaggio che l'aumento delle tasse universitarie è necessario per premiare la meritocrazia, negando così la realtà,  e cioè la priorità della selezione plutocratica delle future classi dirigenti. Mi da il voltastomaco. Ancora qualche ritocco al welfare e la controriforma sarà completata.

Mi piacerebbe sapere che altro cazzo aspettino, ‘sti ragazzi, a occupare gli atenei…ho idea che la vera controriforma reazionaria l’abbiano fatta lobotomizzando completamente un’intera generazione.

Intanto, nonostante le fosche previsioni delle cassandre di regime, lo Spread si è appisolato sotto l’ombrellone e non mostra alcun nervosismo. Come previsto. Facevano tanto terrorismo mediatico per quel che sarebbe potuto succedere ad agosto. Non hanno calcolato che sotto la canicola estiva anche gli stronzi vanno in ferie.

Ok, siamo all’ultimo giro di giostra prima della chiusura estiva...mi auguro ci sia ancora qualcuno che abbia in tasca qualche spicciolo per pagare il premio della polizza auto in scadenza.

Si soffoca, oggi mi pare peggio... quando arriva settembre? Come annunciato è invece arrivato, sgradito, il nuovo anticiclone, speriamo passi in fretta e vaffanculo pure a Caligola...

La maglietta a maniche corte si sta inzuppando di sudore. Fiato corto, sguardo appannato, sinapsi liquefatte, neuroni in ferie forzate. Le strade sono deserte, nessuno ha più un cazzo da fare, figuriamoci in pieno agosto. Avessi potuto decidere io, Curiosity l'avrei spedito a cercare tracce di vita su questo pianeta....altro che Marte...

Oltretutto è tornata farmi visita l'ulcera...erano almeno sei anni che non si faceva viva. Probabilmente perché mi rode il culo: non so ancora bene come, ma in qualche modo, devo assolutamente andare a riprendermi l’erba voglio del giardino del re. Solita storia, ogni giorno diciamo domani, per poi ritrovarci sempre a ieri. 

Ferie, noia e canicola. Giornate torride e abbacinanti. Ore favorevoli al raccoglimento e alla meditazione. Si comunica con se stessi e si resta pericolosamente prigionieri della propria vita interiore. Tre cose detestavo: essere scontato, scoprire di aver bisogno degli altri, essere frainteso. La prima mi fa ancora incazzare, la seconda non mi preoccupa più, la terza mi lascia del tutto indifferente. Devo essere cresciuto.

Niente ferie quest’anno, siamo stati cattivi, così dice il principe Giovanni. Forse, però, a fine mese, gli passiamo sotto il naso, speriamo non se ne accorga, e facciamo un salto a Fiuggi per sfruttare il voucher che ci è stato regalato per l’anniversario di matrimonio. Un paio di giorni, niente di più, se non altro, però, si stacca. Il giorno di ferragosto, invece, faremo un salto al paesello, ospiti di Aurora. Perché Pagliara è sempre Pagliara.

L’agenzia è praticamente chiusa. Portata a termine con successo l’ultima rapina prima che mi scappasse l’ultima vittima,  ho già preparato gli avvisi di scadenza per settembre. L’economato di Poste Italiane, però, deve essersi sniffata tutta la coccoina, nemmeno i francobolli sa più stampare, ti presenta così un lenzuolo gommato sul retro, ovviamente privo di adesivo - dovesse costargli troppo - che manco si attacca umettandolo con acqua o saliva.

A questo punto non mi resta che accendere la televisione. C’è Mario Adinolfi, un bambolotto del Pd. Non lo conoscete? Poco male. Dice che se l’Italia affonda è colpa dei nostri padri. Fa troppo caldo…non mi va nemmeno di sputargli in faccia. 

Lucifero è alla finestra del mio studio, ha una brutta faccia, peggiore di quanto mi aspettassi, speriamo se lo porti via presto la burrasca, nel frattempo bisognerà trovare il modo di esorcizzarlo. Con il caldo anche la fame latita, è l’occasione buona per insistere con la mia dieta fai da te. Niente di drastico, poco di tutto, evitando però, tassativamente,  pane, alcol e dolci. Sei chili li ho già persi, conto di rosicchiarne almeno altri tre alla bilancia. E’ bello rivedere il piccolo quando sei sotto la doccia. Alla vigilia della partenza per le terme di Fiuggi, mi chiedo se troverò un costume che possa valorizzare al meglio la mia invidiabile silhouette.

Secondo il mezzobusto del meteo, a momenti dovrebbero arrivare correnti più fresche, ma qui non si muove una foglia, Beatrice deve aver sbagliato a impostare il tomtom. Ahio! E basta! 'Ste cazzo de zanzare...de sicuro so' laziali...

Grande tempismo, finalmente un week end di vacanza, dopo aver trascorso tutte le ferie in città, e mi vado ad ammalare con 39 di febbre, che culo… ma si parte lo stesso.

Tre giorni all’hotel Ambasciatori, un bel fine settimana, soprattutto diverso dal solito. Piscina riscaldata, con tante bollicine, docce emozionali, sauna e bagno turco. Lety si rilassa, Gabry si diverte, in quanto a me faccio un mucchio di puzze senza destare sospetti. Un po’ di relax ci voleva proprio. Oltretutto è la prima estate nella quale non ho sfiorato  la sabbia, né visto ombrelloni, nemmeno in cartolina...

Bello lasciare la città con 38° e, al ritorno, ritrovarne 20 scarsi, indossare il tutone felpato, dopo tanta canicola, non ha prezzo, speriamo che duri. Per di più, nonostante le tentazioni culinarie durante la sia pur breve vacanza, ho perso ancora qualche chilo. Il guaio di dimagrire troppo, però, è che caschi dentro quell' adorabile maglioncino celeste che fino alla stagione prima ti stava a pennello. 

Settembre, si riaprono i giochi, almeno per quelli che hanno ancora la fortuna di averlo un lavoro. Peccato che ai piani alti non sia cambiato niente. Il Paese è al disfacimento, la gente perde il lavoro, la casa, la dignità, e “loro” si occupano di bollicine, gomme da masticare e mozziconi di sigarette…le solite teste di cazzo. Gran parte delle famiglie è ormai sul lastrico…il debito medio è di 20.000,00 €, in crescita… questa è l’Europa, il resto è vaniloquio di Palazzo.

La vita non si misura da quanti respiri facciamo, ma dai momenti che ci tolgono il respiro. Emozioni? Ma de che? Io mi riferisco a quel blocco allo stomaco che ti piglia quando apri la cassetta della posta, da toglierti il fiato… mai una buona notizia. Ti svegli al mattino e la prima cosa che fai è pagare un bollettino… c’è scappata pure la rima...è questa l’economia reale, altro che spread. Comincio davvero a credere ci sia qualche rotella fuori posto tra gli ingranaggi del nostro cervello per sopportare tutto questo.

Si riaprono le vertenze. La polizia usa le maniere forti e carica gli operai dell'Alcoa, mille celerini per cinquecento manifestati, e il despota scambia la democrazia per populismo. Uno come lui fa il cazzo che gli pare, bisogna capirlo, non è abituato al confronto. Me ne convinco ogni giorno di più, il benessere comune è pregiudizievole all' avidità, alla smodata ricchezza di pochi, e dall’ attuale  crisi, se non faremo qualcosa di epocale, ne usciranno vivi solo questi ultimi.

In quanto al sottoscritto seconda rata Imu e nuovo ciclo di antibiotici…un inizio coi fiocchi. Dopo le ferie, si svegliano pure gli sciroccati: cambi assicuratore…non ti avverte della scadenza…giri scoperto per oltre due mesi, poi ti fottono la macchina e ora mi chiedi un miracolo? Ringrazia piuttosto Dio che non hai messo sotto qualcuno…

Nel frattempo qualcuno pizzica la principessa in topless e qualcun altro inneggia alla guerra santa per colpa di una pellicola giudicata blasfema, un gran casino per un film e due tette reali…manco, all’epoca, per il gol di Turone…poi c’è pure chi vede i comunisti nelle file del Pd, il nanetto. Questa estate, in Sardegna, deve aver trovato uno spacciatore che vende roba di prima scelta.

Le notizie che ci vengono servite sono davvero confortanti. Un piccolo imprenditore su tre chiude e un altro è destinato a farlo nei prossimi cinque anni. In effetti, calcolatrice alla mano, se non avessi un mutuo sulle spalle mi converrebbe smettere di lavorare, non ne vale la pena, si fatica ed è più la spesa che l’impresa. Ho provato a parlare con il Direttore della mia banca. Niente prestito. Hanno chiuso i cordoni della borsa. Per ottenerne uno bisogna prima provare di non averne bisogno. A questo punto non mi resta che cercare un’ anima caritatevole disposta a pagarmi le rate del mutuo…ovviamente sempre a mia insaputa.

L’avventura, un tempo, era l’America, oggi è la vita di tutti i giorni…andiamo avanti e vediamo che ci porta la nuova stagione che dischiude gli occhietti sonnolenti, ancora una volta carica di aspettative.

”Posso assicurare che il Governo non farà mancare al settore delle scuole non statali, cui riconosce una essenziale funzione complementare rispetto a quella esercitata dalle scuole pubbliche, il necessario sostegno economico”. Sì, non potete sbagliare. Sempre lui. Il sobrio.

I mascalzoni sono preferibili agli imbecilli, perché i primi, almeno ogni tanto, si concedono una pausa. Guardavo lo spot del ministero dell’istruzione sulla scuola pubblica, girato ovviamente in un istituto privato, e sorridevo pensando a quanto mi hanno appena raccontato i professori di mio figlio, costretti ad acquistare a proprie spese, gessi, registri e toner per la fotocopiatrice. Ma io dico, perlomeno evitate di prenderci per il culo…e Vecchioni poi, che si  presta a questa penosa commedia, che figura di cacca… 

Il prossimo affondo sulla sanità pubblica. Garantito.

Prendersi un anno sabbatico…ci sono perifrasi che un tempo avevano un senso, e oggi nessuno, a meno che non abbia ereditato, può nemmeno permettersi di prendere in considerazione. Pare che tutti noi, chi più chi meno, negli ultimi anni abbia scialacquato. Così almeno sentenzia chi non ha mai avuto problemi a mettere insieme il pranzo con la cena.

Lasciamoli dire…sarebbe inutile provare a convincerli che ci siamo limitati al necessario. Riposare, prendere fiato, riflettere, riconsiderare, no, non si può, per i comuni mortali mutuo e bollette incombono, non resta quindi che continuare a indebitarsi. Non esiste via d’uscita. 

A quanto si sente in giro, d’altra parte, i diritti non esistono più, né devono esistere, solo doveri. Già, pare che il mondo sia cambiato e, per tener testa alla competizione globale, si debba perdere la cattiva abitudine di pretendere il giusto, che so…un lavoro…una pensione…un’ assistenza sanitaria appena decente. Del resto anche la costituzione è da rottamare, lo dicono i bocconiani, mica cazzi…e il popolino, chino a novanta gradi, comincia davvero a crederlo.

Ormai persino i lavoratori a tempo indeterminato, quei pochi che restano, cominciano a stringere le chiappe. Chi sta male abbrevia la convalescenza per paura che un qualsiasi lavoratore a progetto gli fotta la scrivania da sotto il culo. Ferie al minimo storico, tanto nessuno che sopravviva solo grazie a un impiego può più permettersele. Unica nota lieta è che  si risparmia sulla quota sindacale…inutile tenere in tasca una tessera tanto inutile.

Basta poco per fare il botto, una disoccupazione tecnica, una malattia, un fallimento e ci si trova in un baleno sotto un ponte. La paura fa novanta e di scioperare non se ne parla, meglio badare al proprio orticello, leccando il culo al padrone, finché ci consente, magnanimo, di coltivarlo. 
Qualche decennio fa ci avevano avvertito, ma la cronaca, allora, reputò sbagliata la scelta di sparare. Bene, ho idea, che presto la storia farà giustizia di considerazioni tanto affrettate.

"Una catastrofe, senza riforma delle pensioni. Un anno o due in più al lavoro non sono un grande sacrificio" Questo invece è Lamberto Dini. Forse lo avrete riconosciuto. Credevo avesse almeno la decenza di nascondersi e non uscire più dalla sua tana dorata. Più o meno le frasi di un altro bel campione di equità sociale, Carlo Azeglio Ciampi. “Pensioni, non possiamo concedere di più. “Ricordate? Era l’ottobre del 1997. Bene, escludendo lo stipendio da senatore a vita, l’ex presidente della Repubblica, tra i principali responsabili dell’attuale deriva, si succhia tre pensioni faraoniche: due da Bankitalia, e una dall'Inps, per circa 34 mila euro al mese…‘ttacci...quante marchette deve aver versato! E c’è ancora chi lo considera una sorta di eroe nazionale. Dovremmo citarlo in giudizio tutti quanti per danni. Mi auguro almeno che, quando finalmente calerà nella tomba, non vengano a romperci i coglioni col solito panegirico del cazzo…

Godiamoci la protesta a Madrid e quella a Lisbona. A Roma? I soliti quattro gatti con la rivoltella, scarica, in una mano, e la lettera di raccomandazione nell’altra. D’altra parte ho sempre pensato che l’uomo sia solo un pupazzo se ha paura o imbarazzo nel pronunciare tre parole: grazie, scusa e vaffanculo. Be’, l’italiano, in genere, di questa terna non conosce nemmeno il significato, sa solo brontolare.

Nel frattempo, in famiglia, qualche nipote si sposa, dopo trent’anni esatti dagli ultimi, il sottoscritto e signora, Corinna e Benny convolano a nozze. Dieta a rischio. Vabbe’, per una volta, si può anche fare un’eccezione.

Primo soffice strato di nebbia stamattina al parco, la torre era scomparsa e Tex non trovava più l’albero. Mi sa che si avvicina l’inverno, dovrò decidermi a tirare fuori sciarpe, giacconi e maglioni di lana.

Alzati di buonora e scoprirai l’incanto del mattino, solleva lo sguardo, osserva il cielo, riempi la borsa di buoni propositi e guarda la rugiada che lava il viso alle foglie. Fai con calma, prenditi tutto il tempo che vuoi, tanto le promesse non le manterrai. La prima è il “sempre”, la seconda il “mai”. L'importante è vivere ogni giorno senza troppe paure, confidando che sia migliore di quello appena passato, anche quando le risposte che ti da la vita non sono quelle che avresti sperato. E’ vero, abbiamo tutti una stella polare che ci fa da guida, immobile lì, nel nostro cielo, ma questo non deve impedirci di esplorare altrove. Anche quando credi di essere ormai arrivato. Quello che oggi può sembrarci un approdo, domani potrebbe rivelarsi soltanto un punto di partenza. Non si diventa grandi con l’immobilismo né, tanto meno, con la presunzione, solo la voglia di metterci in discussione e l’incertezza ci consentono di poter virare all’occorrenza. Guai a chi non ha dubbi! E’ soltanto un pallone gonfiato, ne ho conosciuti tanti, sanno tutto loro…ma, alla prova dei fatti, non sanno dove mettere le mani per sbrogliare la matassa.

Leggevo ‘ste cazzate, scritte su una vecchia agenda - evidentemente quel giorno avevo mangiato pesante - quando Lety mi chiede di fare un salto al supermercato. Lei non può, sta poco bene, è riuscita a beccarsi anche il fuoco di Sant’Antonio. Non mi resta che accontentarla.   

Se trovo lo stronzo che, ogni volta che tocca a me la spesa, toglie deliberatamente dallo scaffale il Mastro Lindo biondo e non moro, col tappo celeste e non grigio, profumazione delicata anziché alpina, lo piglio a calci in culo, insieme al direttore del supermercato, certissimamente complice, e alla spia che li avverte.

Ieri mattina, in compenso, sono tornato in piazza. Era il giorno del No Monti Day. Ho visto gli indignati, dal vivo a piazza Montecitorio, e gli indignados, in tv, a piazza Neptuno. Superfluo aggiungere quale delle due piazze traboccasse di gente. Questa è la prova che senza l'organizzazione di una sigla sindacale o di partito non si va da nessuna parte, nemmeno in piazza. 
Ma la triade sindacale ha ben altro da fare che mettersi a capo della protesta. Poco fa, la bella conduttrice del tg5 sembrava davvero sconvolta nell’annunciare che, per la questione esodati, la Camusso avrebbe minacciato persino uno sciopero! L’incidenza di brutalità a Corso d’Italia ha ormai raggiunto il livello di guardia. Da non credersi. Dove andremo a finire…
E adesso ditemi, dov’è il paese reale? Uomini e donne che faticano ad arrivare a fine mese. Dove sono quelli che non ce la fanno? Quelli che finiscono in mano agli strozzini per non perdere la casa? E quelli che hanno perso il lavoro? O chi non percepirà mai una pensione? I giovani che, per la prima volta, avranno un futuro peggiore di quello dei padri? I quarantenni ancora precari? E i cassintegrati? Gli operai e gli impiegati di migliaia d’imprese che chiudono, e gli imprenditori che non vedono altra soluzione ai loro guai, se non il suicidio?
La merdaccia sostiene di avere il consenso degli italiani. Se non fosse che gli danno tanto di quello spazio sui media che qualche gonzo potrebbe pure finire per crederci, ci sarebbe da scompisciarsi dal ridere. Da quello che si sente in giro, a dargli credito resta solo la Puttana, terrorizzato dalla prospettiva di doversi ritirare dalla politica ed essere poi costretto a cercarsi un impiego. Ma forse ce la farà a tirarlo dentro al suo centro, non credo assolutamente che, una volta fuori dalla cabina di pilotaggio, Cincinnato tornerà a pettinare le bambole alla Bocconi.

Del resto, comincio a pensare ci sia un mucchio di gente, in Italia, che se la passa ancora alla grande, non si spiegherebbe, altrimenti, questo, sia pur esiguo consenso…a meno che non sia tutto frutto di certa stampa prezzolata. Ricordo i tempi della Dc, stava sul cazzo a tutti, nessuno ammetteva di votarla, eppure era sempre in testa a ogni tornata elettorale. Tuttavia, sono molto preoccupato perché ce n’è anche tanta ormai alla canna del gas, ed è talmente incazzata che comincia ad affiorare una punta di razzismo persino nei cuori più insospettabili. Col tempo l’italiano medio è passato dall’esaurimento nervoso alla depressione, ora è nella fase della rassegnazione, la peggiore, non s’incazza nemmeno più e si accontenta di restare a guardare. Ma questo non gli impedisce di discriminare.

E dopo la scuola ora tocca alla sanità. Che vi dicevo? Monti e il ministro dell’Economia Vittorio Grilli hanno dovuto opporsi allo stanziamento dei soldi necessari per garantire l’aiuto pubblico ai malati e alle loro famiglie. Non c’è copertura finanziaria, i soldi servono per pagare stipendi e vitalizi a onorevoli e senatori. Semplice e lineare, non fa una piega.
Il Principale ci ha messo un po' a diradare la nebbia, ma adesso la temperatura è primaverile e il cielo di Roma è una meraviglia. Ci vuole una gita al mare, prima di chiudere definitivamente la stagione: cielo sereno, sole di giugno, spiaggia da sogno, il mare una tavola azzurra. 

Dopo la pubblicazione di La Storia secondo me, Lettere dal fronte e Sotto le stelle dell’Arcigalante, sul sito online del gruppo L’Espresso, sono arrivati i primi soldini. E’ una bella soddisfazione ricevere le provvigioni guadagnate con i miei libercoli, appena qualche euro, ma importanti. Del resto anche zio Paperone cominciò con la mitica numero uno. 

Nel frattempo mi rendo conto che la testa di cazzo ce l’ha proprio con me, lo sento, il nuovo decreto sviluppo è un incredibile concatenarsi di eventi che cospirano contro  la mia persona. La mia rabbia supera il tasso di colesterolo. Ha appena emesso un decreto che, se non staremo bene attenti, rischia di farci andare in giro tutti scoperti di assicurazione. Abrogando infatti il tacito rinnovo non ci saranno più i quindici giorni di mora, per cui, qualora vi scadesse la polizza di sabato o domenica, ricordatevi di correre in agenzia il venerdì mattina entro l’una, per il rinnovo.
E non date retta alle cazzate  che scrivono sull’effetto positivo che questo avrebbe sulle tariffe, sono ormai anni che, se non si vuol rinnovare la polizza in scadenza, si può prendere il largo senza tante rotture di palle, per cercare nuovi, più convenienti lidi. Non vedo pertanto l’utilità di certe novità…a meno che il reale scopo dell’iniziativa non sia quello di rimpinguare le esangui casse dell’erario con multe astronomiche.

Sarà molto peggio di quanto si possa immaginare, un mucchio di gente andrà inevitabilmente in giro senza copertura, magari per un breve periodo, ma accadrà, del resto, se non paghi la bolletta della luce il giorno stesso della scadenza, non è che te la stacchino seduta stante, l’assicurazione invece, abrogando il tacito rinnovo, ti lascia immediatamente scoperto di garanzia, e se, Dio non voglia, c’hai la sfiga di fare un frontale prima del rinnovo so’ dolori. Vedrete quanti poveracci ci rimetteranno anche la casa. Senza contare il contenzioso che ne deriverà…un grosso affare per finanziarie e assicurazioni. Monti e i suoi compagni di merenda non sono soltanto incapaci, sono degli assassini seriali.

Ho già scritto le mie lamentele a Napolitano, al papa e al Gabibbo, che mi riceverà la prossima settimana in udienza privata. Non bastava Bersani, adesso ci si mette pure Passera. Del resto la categoria è quella che è, non vendiamo gratta e vinci o biglietti della lotteria,  e poi, col mestiere che faccio, sono abituato agli attacchi. Soprattutto quelli dei media. Ma quello che mi fa davvero incazzare è il fuoco amico. Tempo fa un cliente mi apostrofò malamente, dandomi del bandito, considerando le mie tariffe, che tra l’altro non stabilisco certamente io, esagerate, quindi, senza nemmeno salutare, mi attaccò il telefono in faccia e traslocò, polizza e libretto di assegni al seguito, altrove.  Per carità, a parte la maleducazione, nulla quaestio al riguardo, non avevamo mica stipulato un patto di sangue.

A volte bisogna aver pazienza e aspettare la nemesi…gli hanno rubato l’auto e aspetta il risarcimento da quasi otto mesi, la consorella non paga, pare “non ci veda chiaro”. Proprio così, avete capito bene…ora è a lui che danno del bandito…

Avrei tanta voglia di metterci un punto, al limite anche un punto e virgola e ricominciare tutto da capo. Ma la rata del mutuo incombe. Non si può. Vedo di prenderla bene. Inutile disperarsi. Dopo sei mesi di dura penitenza ho deciso di uscire, andare al bar e gustarmi caffè e cornetto. Me lo merito. Speriamo di passarla liscia, magari lo stomaco non se ne accorge nemmeno.

Peccato che piova, una pioggerella stupida, ma insistente. Chiudo l’ombrello per entrare nel bar, e, ovviamente, non si richiude. Così come la chiusura lampo del giaccone che s’impiglia nella stoffa. Che nervoso! Assediati dalle mirabolanti novità dell’hi tec, crediamo di vivere in un’era di progresso ma non è vero niente, gli elettrodomestici sono costruiti perché si guastino, le automobili perché ci lascino a piedi e gli ombrelli perché si sfascino. Questo non è progresso, è una truffa. Ricordo il frigorifero bombato col maniglione a scatto che aprivo da bambino, quando è finito in discarica, e avrà avuto almeno quarant’anni, funzionava ancora perfettamente.

E poi arriva il freddo, da far cascare i baffi, il vento che sferza come uno scudiscio la faccia, speriamo che, col passare delle ore, riscaldi un pochino l’aria, per il momento non mi resta che indossare il giaccone pesante, montare il sella e cominciare le mie scorribande per la città.

Nel frattempo Monti ha dato forfait. Il Pdl gli ha tolto la stampella. E anche stavolta la sinistra da operetta, anziché opporsi al tiranno, ha aspettato che il governo implodesse dall’interno, un’altra occasione persa da Bersani e compagni. Coglioni, potevano vincere le elezioni a man bassa e invece, con il beneplacito dell'inquilino del Colle, hanno dato via libera a un governo illegittimo e sanguisuga.

Comunque l’anima nera ha fatto del suo peggio, tutto il lavoro sporco che gli era stato commissionato è stato portato a termine. Missione compiuta. Adesso fa Cincinnato…e l’italiano se la beve. Sarà un addio definitivo? Temo di no. La Bce, dopo tanta fatica, non può permettersi di lasciarci liberi di scegliere. Anche la Merkel sponsorizza Monti. Ora per lui è dura tirarsi indietro. Questo, casomai qualcuno nutrisse ancora qualche dubbio su chi comanda in Italia.  Nove giorni alla fine del mondo e ancora non gli ho sputato in faccia, questi sì che sono rimpianti.

Avete ragione, in questo ultimo capitolo un fantoccio come Mario Monti ha monopolizzato la scena. Ma non poteva essere altrimenti. La mia ossessione è ben fondata. Resto dell’idea che questo scagnozzo della triade sia stata la peggiore disgrazia piovutaci addosso dai tempi del duce.

Lo odio con un tale fervore da mettere a repentaglio la mia stessa salute. Detesto la sua arroganza, l’aria di sufficienza, quel sorrisetto maligno appena accennato all’angolo della bocca, riesco a stento a guardarlo senza avere conati di vomito. Puzza di zolfo e gomma bruciata.

Magari non è nemmeno tutta colpa sua, dietro quella sua maschera cinica nasconde un sacco di problemi: la madre, inorridita, lo abbandonò, in fasce,  nella culla, senza più cagarlo nemmeno di striscio, il padre, negli anni settanta, spacciava miniassegni del San Paolo e il nonno era laziale.

E comunque, per proclama, rifuggo il sobrio. Vorrei tornare indietro nel tempo, al 1942,  per regalare una scatola di preservativi al padre.  E poi, secondo voi, quanti anni avrà? Secondo me è un clone di un Monti precedente. Troppo stronzo per esserlo diventato in una sola vita. Per determinarne l’età andrebbe sottoposto a un test al radiocarbonio. 

Prima di chiudere, una notizia dell’ultima ora: sia Monti che Berlusconi si candidano per le nuove elezioni, previste per il 24 febbraio 2013. Ricordate quanto dichiararono solo qualche mese fa? No? Poco male, penso io a rinfrescarvi la memoria: Monti settembre 2012 "Non mi candido per il bis”, Berlusconi, 24 ottobre 2012, "Non mi candido a premier."  Visto? Sono stato buon profeta. Ma non merito un voto troppo alto, la previsione era davvero facile. E adesso anche la Puttana sarà contenta, il suo centro vira decisamente a destra, è vero, ma qualche voto in più lo racimolerà di sicuro.

Pochi giorni al Natale, l’Inps, sempre così premuroso, mi spedisce l’ennesino sollecito. Questa la mia risposta: “Lo so, ma non ce l’ho, né saprei dove prenderli, il mio cravattaro, sì, insomma, l’istituto di credito, al quale sono già ricorso altre volte per pagare il pizzo trimestrale,  non mi concede altri prestiti, sono troppo indebitato. Esposto per dirla con il lessico bancario. Del resto sono soldi miei. Anzi, fatemi un favore, restituitemi quelli che ho già accantonato, ne ho bisogno per pagare il mutuo. Devo pensare al presente, prima che al futuro, tanto all’età della pensione, sempre ammesso non facciate il botto prima voi, non ci arrivo. 

Cordiali saluti.”

Siamo alla fine. Immagino siate sfiniti. Ho ancora una marea di idee, ma le trascina via il tempo, come il vento spazza dalle strade i coriandoli. Ce ne vorrebbe di più. Ma state tranquilli, non mi rileggerete tanto presto.

Non deve sorprendervi se, in questo mio zibaldone, più che i ricordi di grande rilievo, avete letto tanti momenti, per così dire, minori. Il più delle volte sono proprio quelli che fanno la differenza tra la tua vita e quella degli altri. Per il resto tutti si ama, tutti si odia e, alla fine del giro di giostra, la parabola è la stessa per tutti.

Ho raccontato le mie storie, qualche volta anche quelle degli altri, spesso piuttosto male, cercando le parole, sodomizzando gli aggettivi, scompigliando, a volte, tempi e luoghi, e unendo, magari, l'inizio di un racconto con la fine di un altro, poco importa, tutto si è infatti svolto dietro lo schermo opaco della memoria che, in buona fede, confonde le righe.

Eccoci dunque ai saluti. Un particolare ringraziamento va alla mia correttrice di bozze, che, nemmeno a farlo apposta, si chiama Bozza. Claudia di nome. Si è sacrificata in un lavoro certosino di revisione, cui, persino il correttore ortografico di Word aveva ormai rinunciato. Anche perché pare che Office non gli pagasse gli straordinari.

La stessa tiene, comunque, a precisare che, in merito alle correzioni da apportare al testo, avrebbe preferito “da” (terza persona singolare del verbo dare) con l’accento e “mezzora” con l’apostrofo, indicazioni, del resto, prontamente segnalate, che, tuttavia, non ho inteso seguire. Pertanto, considerato che la decisione finale spetta solo a chi scrive, mi ritiene unico responsabile della scelta, qualora qualcuno di voi trovasse da ridire. Dovete capirla, sua madre, recentemente scomparsa, era insegnante…la faceva più incazzare un “esco fuori” o un “ma però”, che un rutto a tavola. La piccola Claudia deve averne risentito. E’ incontenibile. Ancora ieri, per le vie di Milano, e non è la prima volta che accade, è stata sorpresa a correggere le frasi sui muri.  

Le mie pretese letterarie, dopo la pubblicazione di questo interminabile polpettone, sono state ormai rese pubbliche. Lascio, dunque, al giudizio dei lettori la valutazione narrativa di tanti miei sproloqui. I numerosi difetti li conoscevamo già tutti, adesso, mi auguro, salterà fuori anche qualche anima benevola che, setacciando tra le righe, possa trovarvi qualche pregio.  Non mi resta, quindi, che ringraziarvi dell’attenzione, mentre, nel contempo, mi ritiro con garbo, per continuare a mettere insieme i pezzi della vita che mi resta, felice nella consapevolezza di essere sempre il vostro devotissimo…autore preferito.