CAPITOLO 36
L’ultimo volo
ase
Luna non risponde , il segnale un tempo potente e ben
riconoscibile si è pian piano affievolito fino a scomparire del tutto , d’altra parte in questi ultimi mesi
mi sono lasciato andare fin troppo , è arrivato il momento di trattenere il cuore e tornare sulla
terra . Ora non dico di volere indossare il cilicio per recarmi scalzo in
pellegrinaggio alle tombe dei santi reggendo il crocifisso
e intonando i salmi ma è ovvio che dovrò rivedere certe mie
posizioni oltranziste tutto punta e
taglio. Tanto non cambia niente, quel che sono è ancora dentro di me, ha
fatto capolino tentando di farsi riconoscere, ad un certo
punto sembrava impazzito , ha persino sguainato la
spada che gli cingeva il fianco poi, vista la malaparata , è tornato a
rintanarsi al sicuro tra le mammelle dell’indolenza. A
trasloco avvenuto restano le preoccupazioni per il mutuo da pagare , le arrabbiature per ristrutturazioni abborracciate , parcelle
astronomiche ed emolumenti da capogiro per i professionisti della compravendita
immobiliare e gli artigiani disonesti e appena qualche spicciolo per affrontare
le inevitabili complicazioni che un
trasferimento comporta . In
ogni caso Via Colli della Serpentara accoglie ormai da un paio di giorni la
chiassosa famiglia Tiddi transfuga da un viale Libia incendiato dalla canicola di agosto e reso irriconoscibile dai lavori in corso per la
nuova tratta della metropolitana. L’ultima
visita all’appartamento nella zona dell’Africano ieri mattina poco
prima di mezzogiorno, un rapido sguardo alle stanze vuote, lo scatto secco del
contatore della luce e le raccomandazioni al portiere perché metta
da parte la posta in arrivo ,
niente di più, neanche un pizzico di malinconia nonostante gli undici
lunghi anni trascorsi là dentro. Chi
vi scrive , definite le pendenze , firmati gli assegni e sistemato lo studio , si è
ritirato in buon ordine per
lasciare le ultime incombenze alla gentile consorte che lo raggiungerà
con il resto della truppa quanto prima. Proprio così, sellata Non
mi trovate più spiritoso come un tempo vero? Sì, me ne rendo
conto , speriamo torni la vena, un breve periodo lontano dal mondo non potrà
che farmi bene , soprattutto adesso che ho capito che è meglio affrontare
la vita a muso duro e tornare alle sane, vecchie abitudini senza cercare aiuto
in chi deve grattare le proprie rogne e non ha certo bisogno di caricarsi anche
delle tue. Avrei dovuto lasciare in città anche la mia musica ma non si può dare un taglio così netto a ciò che
si è ed evitare che un brano possa trasformare i sentimenti in immagini senza
rischiare di farsi troppo male, meglio prenderla con calma, metabolizzare il
disincanto e aspettare che ti passi. Per gli inguaribili
sognatori appuntamento comunque alla notte tra il 12 e il 13 agosto tra
mezzanotte e le due , mancano meno di quarantottore , orientate lo sguardo
verso sud est , cercate la costellazione di Perseo e non appena avvisterete la
prima stella cadente esprimete il desiderio che più vi sta a cuore. Non fate caso all'improvviso delirio d'onnipotenza e non
spaventatevi se l’anima vagola e si leva leggera a volo nell’aria , dura poco e non lascia segni permanenti , basterà
rimuovere la patina noiosa del tempo e tornerete quelli di prima. Fa
freddo, Gabriele guarda i cartoni in videocassetta e aspetta che spiova, per
quest’ anno temo che l’estate abbia già dato , fuori dal
cassetto golfini , pedalini e pantaloni lunghi, speriamo nei prossimi giorni di
non dover passare al pigiamone felpato e al giaccone pesante . Prima
di salire in bicicletta Romano Prodi previene le emorroidi e approfitta dell’ancestrale disattenzione della piazza , resa ancor
più visibile dal breve periodo di ferie , per preparare la consueta
stangata fiscale d’autunno progettando , con l’aiuto dei suoi
accoliti, nuove , fantasiose gabelle
e proseguendo così nella politica degli altrui sacrifici inaugurata
quindici anni prima dal sorcio di via del Corso e imbastardita negli anni successivi dal
toscanaccio maledetto. D’altra parte si sa , una
volta conquistato il regno , il nuovo sovrano, giovandosi dell’abulia dei sudditi
, più che a misurarsi col re
defenestrato tende piuttosto ad imitarlo soprattutto nell’inettitudine e
nell’arroganza. L’italiano
medio che seguita a vivere d’elemosina ed espedienti viene
a sapere dalla tivù di essere un convinto europeista e non riesce a
spiegarsi come mai detesti tanto quelle insignificanti monetine ingoiate dalle
tasche di cappotti e calzoni e quelle repellenti banconote stampo monopoli che
spariscono tanto rapidamente dal portafoglio. Per
fortuna i geniali e insostituibili consulenti del Welfare ,
maneggioni di talento ripescati dalla quiescenza , ti spiegano come
costruirti una pensione integrativa ed accendere un mutuo per la casa con un
lavoro a progetto e i giovani , rassicurati e grati , comprendono che
c’è chi pensa al loro futuro intascando nel frattempo i contributi
versati a fondo perduto dalle nuove generazioni. Con
una sinistra così attenta c’è davvero da chiedersi come possa esserci
ancora tanta gente in giro disposta a dar credito all’omino di Arcore ? E che cazzo! Giornata
di merda, e non solo in senso figurato, oltre al freddo e al tempo incerto pare
che in paese giri il solito virus guastafeste , il
piccolo s’è svegliato col cacarone, appuntamento concordato con il tenace agente
patogeno ogni dieci minuti e la lampo difettosa dei jeans pesanti non aiuta
davvero. “Mi brucia il culetto” dice lui, “mi rode il culo” aggiungo io. Tutto questo ,
per rimanere in tema , in attesa della visita del geometra del servizio tecnico
ufficio espropriazioni della regione Abruzzo , o suo delegato , che deve
fottermi la particella di terreno necessaria al potenziamento ed adeguamento
della rete fognaria. Finalmente
un raggio di sole, Gabriele non si è più visto
, o s’è cacato addosso e vaffanculo o sarà riuscito
a tenere a bada lo sfintere e la voglia di giocare ha prevalso sulla diarrea,
evidentemente quel nauseabondo bicchiere di terra che ha ingurgitato
un’ora fa deve aver tappato il buco. Meno male. Sarà arrivato
Marcello col pane e il giornale? Vado a vedere, voi aspettate qui e , se vi va, preparate il caffè…per me
decaffeinato e con una punta di zucchero, grazie. Sul
comodino, accanto alla radiolina e all’emmepitre, s’ammucchiano
libri di classici e trattati di storia ma la luce artificiale non è
più sufficiente , approfitterò del momentaneo
soggiorno al sole della Marsica, sperando si faccia vivo di tanto in
tanto, per cercare di sfogliare
qualche pagina durante le lunghe e rilassanti passeggiate lungo la via del
braccio prima
dell’inevitabile rientro in città. Il
cellulare! Lety. Tutto sistemato,
domani, massimo dopodomani , sarà qui . Non
avevo dubbi, donna in gamba , niente da dire. Peccato
ultimamente si sia messa in testa strane fantasie. Ad
aprile saranno venticinque , nozze d’argento. Cazzo
come passa il tempo! Secondo
voi come si fa ,dopo tanto tempo, a far capire ad una
donna che è sempre lei la più importante? A mostrarle il sorriso
del primo giuramento? Quello
che ti frega è il conflitto d’interessi, sì, proprio
così, lo stesso problema che ha afflitto il premier della Casa della libertà
, o meglio i suoi avversari politici, durante la lunga permanenza a palazzo
Chigi prima della staffetta col compagno di merende. Una coppia moderna
dovrebbe imparare da lui e fottersene, ma non è
così semplice, ci sono i figli da educare, i conti da pagare e le
incazzature da smaltire. Avete mai provato a fare l’amore o a sussurrare
parole caramellose all’orecchio del vostro partner il venerdì sera
dopo aver tirato i conti della settimana ed esservi accorti d’aver
guadagnato molto meno di quanto avete speso? Per quanto siate
ben intenzionati e la vostra donna dedichi sufficiente tempo ai preliminari non
c’è capacità di seduzione che tenga, mutandine di seta e
reggiseno abbinato, merletti traforati su corpetti che mostrano la curva dei
seni, négligé o guepière trasparenti con calze bordate di
pizzo,camicette attillate che lasciano intravedere quel tanto che basta, niente
da fare , il pensiero torna al rosso stampato sul nastro della calcolatrice e
non c’è gru capace di sollevarlo. Per fortuna non c’è solo il
venerdì sera e lei sa bene come le basti indossare un grembiulino vezzoso e
posare il suo sguardo languido su di me mordicchiandosi le labbra con fare
provocante , anche mentre passa l’aspirapolvere o lava i piatti, per erotizzare ogni centimetro quadrato
del mio corpo sorridendo maliziosa e fingendosi sorpresa nello scorgere il
gonfiore dentro i miei jeans. E’ sempre lì, in cima ai miei pensieri,
l’amo più del primo giorno , è lei
che mi da la forza di tirare avanti, è lei che cresce i figli di cui
dovrei occuparmi anch’io, è lei che desidero ancora più
d’ogni altra cosa al mondo. Purtroppo però è lei anche
quella che deve fare i conti tutti i santi giorni con l’altra faccia
della medaglia , le insoddisfazioni di un incontentabile
ed irrequieto cinquantenne con la sindrome di Peter Pan e la smania di strafare . Mi conosce
bene e sa che non sono mai cambiato , tale e quale a
quel primo maggio in cui decidemmo d’incrociare i nostri destini. Donna
difficile, senza dubbio, forte, e questo per qualsiasi uomo non è facile
accettarlo , soprattutto quando si rende conto che
è lei che tiene in piedi la baracca e come tale ha ogni diritto alla
corona. Ci
sono uomini a cui le donne piacciono troppo per legarsi ad una sola, non
è il mio caso, il mio non è un cuore indifferente né ho
mai perso la chiave di quell’amore che le ho
giurato allora. Resta la mia musa e il suo viso riflette la parte migliore di
me , quella che ancora sfugge al rastrello del tempo
che rende la gioventù solo un’immagine sfocata che senti
bisbigliare nel buio della notte quando non riesci a prender sonno. Bella
è bella, lo è sempre stata e il tempo non ha potuto far altro che
impreziosire quei suoi lineamenti tanto dolci, pelle liscia come la seta , ben fatta , rotondetta , burrosa e terribilmente sexy
, quarta abbondante e un fondoschiena alto e sodo , ma soprattutto è
bella dentro, forse un po’ massimalista , ma non è forse quello
che il più delle volte rimproveriamo a chi non la pensa come noi? Non
potremmo essere più diversi noi due , io
idealista lei disincantata, io smanioso lei equilibrata, io incerto lei
determinata, ma gli estremi, è noto, si toccano quando si tratta di chiudere
il cerchio. Primo
pomeriggio, il sole sonnecchia dietro i nuvolosi scuri che minacciano il diluvio mentre l’odore di terra bagnata sale alta e
impregna l’aria d’agosto, non un suono né un rumore. A
spezzare il silenzio la suoneria del Nokia, è ancora lei, mamma chioccia
vuole parlare col suo pulcino, impagabile e innamorata. Gabry,
elettrizzato, me
la passa dopo averle estorto la promessa di un giochino per l’indomani, ha una voce stanca, la
tensione di questi giorni deve averla sfinita. Vieni presto amore mio, sono qui
che ti aspetto , “per amarti ed onorarti tutti i
giorni della mia vita” come suggerì Don Ronzani quel 24 aprile, queste
le parole che avrei voluto sussurrarle, ma chi le parla non è più
il principe azzurro che galoppa sul cavallo bianco per raggiungerla e portarla
nel mondo della fantasia. Lo scudo è in frantumi, ho riposto scettro, spada , anello e mantello ed ora dovrai accontentarti di quest’uomo a metà
tesoro e soprattutto trovare la pazienza per insegnargli ad accettarsi per quel
che vale evitando di riporre in sé troppe ,
irrealizzabili aspettative. Piove,
il temporale scuote la valle, sensazioni capaci di evocare immagini da fiaba, una
pioggia fitta e insistente nasconde le montagne , ma
passerà presto e tornerà il sereno , c’è ancora
tempo per fare due passi lungo l’asfalto screpolato dal sole prima che il
tramonto intrecci ancora una volta il sudario della sera. Fletch
ha sbagliato , di nuovo, d’altra parte in
matematica è sempre stato una sega ed anche stavolta non si è
smentito, come ben sapete non ha
mai imparato a risolvere la divisione a due cifre e non può che chiedere scusa a chiunque
abbia fatto del male. Adesso è giusto che paghi... ripiega le
ali e si lascia morire.