CAPITOLO 23

 

 

 

Gli ultimi scampoli del XX° secolo




 

 

 

 

e dimissioni del governo Dini, il rogo a Venezia del Teatro La Fenice, i trionfi di Tomba, Kostner e Compagnoni ai mondiali di scii spagnoli, le nuove consultazioni elettorali con la netta affermazione dell’Ulivo, l’arrivo di Don Romano Prodi a Palazzo Chigi e l’introduzione del nuovo balzello straordinario per l’Europa, la conferma di Bill Clinton alla Casa Bianca , questa , in estrema sintesi, la sostanza del 1996. La curiosità? Un’ avvenente ragazzina toscana , Denny Mendez, è la prima Miss Italia di colore. In tivù? Una nuova serie di telefilm che diventerà un vero e proprio cult , X –Files, l’appassionante Maresciallo Rocca di Gigi Proietti e ancora una volta l’implacabile ritorno di Raffaella Carrà con tanto di protesi ortopedica , maschera di cerone e bombola d’ossigeno in Carramba! Che sorpresa. Non se ne può proprio più. Cambio della guardia intanto alla Domenica sportiva, per la prima volta a condurla è una donna, la bella e spigliata Paola Ferrari.

Ma il 1996 va ricordato soprattutto perché il 22 agosto, esattamente nel giorno del suo ottantaduesimo compleanno , conclude la sua parabola sulla terra la mia adorata zia Maria , la donna buona e generosa che aveva sempre camminato in punta di piedi all’ombra di quella battagliera sorella poco avvezza al perdono e sempre pronta a calpestare come uno schiacciasassi chiunque non la pensasse come lei. Con la sua anima volano in cielo anche la dolcezza, la mitezza  e la bonarietà che simboleggiava  chiudendo definitivamente il sipario sopra  un mondo ormai scomparso.

Il  1997  , è un anno di transizione , uno dei tanti, iniziano i lavori della Bicamerale -  noioso ritornello di quell’epoca  -  si concluderanno il 30 giugno. Dopo le elezioni  in numerosi comuni e in una decina di grandi città si provvede all’elezione del sindaco, prima delle dimissioni del governo Prodi che comunque riotterrà la fiducia, a farla da padrone tornerà Domineddio che a settembre scatena il terremoto in Marche ed Umbria. Hong Kong intanto torna ai cinesi, l’Inter acquista Ronaldo e Dario Fo vince il nobel per la letteratura. L’ultimo giorno d’agosto a Parigi il grave incidente stradale nel quale  trova la morte la bella Lady Diana insieme al suo nuovo compagno Dodi Al Fayed, qualche giorno dopo, il 5 settembre, si spegne anche Madre Teresa di Calcutta.

Il giallo dell’anno è il caso Marta Russo, una brillante studentessa della facoltà di Giurisprudenza alla Sapienza di Roma, uccisa alle 11,27 del 9 maggio da un colpo d’arma da fuoco mentre passeggia fuori dell’ateneo. L’inchiesta appare subito difficile, unica certezza è che la povera ragazza si è trovata sulla linea del fuoco per una tragica fatalità. Dopo accurate indagini e qualche giro a vuoto i sospetti si appuntano su due giovani assistenti dell’istituto di Filosofia del diritto, Salvatore Ferraro e Giovanni Scattone, che avrebbero sparato per puro divertimento . L’accusa si basa su precise testimonianze, i due vengono arrestati, rilasciati e poi condannati, ma nessuno ancora sa con certezza se siano stati loro a commettere quell’assurdo delitto. 

Altro caso da prima pagina quello del serial Killer Donato Bilancia che tra l’ottobre 1997 e il maggio 1998 terrorizza la Penisola, compie 17 delitti senza un motivo apparente, vittime preferite giovani donne ma non solo  , dopo complicate indagini sarà individuato, catturato e condannato a 13 ergastoli e 28 anni di reclusione ma molti interrogativi aspettano ancora una risposta.

E’ l’estate della manifestazione dei disperati che si incatenano sul lungotevere davanti alla sede del ministero della sanità per incontrare il ministro Rosy Bindi . Si tratta di malati di cancro, spesso in fase terminale, rivendicano il diritto  di scegliere come curarsi. Loro si  affidano al metodo  di un anziano ricercatore , il prof. Luigi Di Bella, scopritore della somatostatina,  vorrebbero che venisse riconosciuta la valenza della terapia del professore modenese e  che il servizio sanitario nazionale concedesse gratuitamente questo farmaco miracoloso.    Non saranno ascoltati.

Fabio Fazio domina la scena tivù con Quelli che il calcio e con la  fortunata Anima Mia, trasmissione serale d’intrattenimento nella quale riesce a coinvolgere Claudio Baglioni che gli farà  da spalla per riscaldare il cuore dei  nostalgici  anni 70. 

E.R. continua la sua marcia trionfale in prima serata, Paolo Bonolis si conferma mattatore della fascia preserale con il gioco a quiz Tira & molla. 

E’ il turno del 1998, il 21 marzo anche  zio Peppino, il Geppetto di famiglia,  lascia questa valle di lacrime e la sua cassetta degli attrezzi per aprire un nuovo cantiere in Paradiso.

L’Italia intanto viene ammessa alla moneta unica , i professori al potere vanno in brodo di giuggiole  ma non c’è tempo per far festa,   in terra campana , a Sarno, una frana provoca una strage, oltre cento i morti.

A giugno ,nelle votazioni amministrative parziali, il Polo rialza la testa, intanto torna alla ribalta quel mezzo matto di Cossiga che fonda un suo schieramento politico di centro. Lo ieratico Prodi poco dopo  si dimette un’altra volta , questa volta per davvero, e come per incanto dall’ombra della Quercia compare il successore, l’irritante Massimo D’Alema. Marco Pantani trionfa al giro e al tour , Lucio Battisti muore ad appena 55 anni e in America  Bill Clinton , nascosto nei corridoi  della Casa Bianca,  si fa massacrare di pompini dalla stagista Monica Lewinsky e rischia il posto e il matrimonio.

E’ l’anno della tragedia del Cermis, 20 morti. Turisti nel pieno della stagione sciistica, uccisi dal gioco infantile, di quattro buontemponi militari americani. Il loro aereo, un Ea-6b, dislocato ad Aviano (Pordenone) nell'ambito di missioni in Bosnia per conto della NATO, scende volutamente a bassa quota durante un’esercitazione nella zona di Cavalese, in val di Fiemme,  e trancia a velocità supersonica un cavo della funivia ,  la cabina dell’impianto precipita al suolo. Unico superstite il manovratore che resta appeso nel vuoto.
Dopo la sciagura l’aereo militare rientra alla base di Aviano, senza neppure aver lanciato l’allarme e senza avvertire il suo comando di quanto accaduto.

La trasmissione musicale dell’anno è Furore, condotta da Alessandro Greco, intanto Gigi Proietti lascia la divisa e indossa la toga per interpretare L’avvocato Porta . Gli interpreti di serial e telefilm sono sempre più cani e in tale ottica  è logico che ad aggiudicarsi la palma di attore prediletto dal pubblico televisivo quell’anno è  Il commissario Rex , un magnifico esemplare di pastore tedesco, suo partner nella serie, indubbiamente meno bravo, il divo austriaco Tobias Moretti.

In estate la maledizione dei rigori colpisce ancora una volta la nazionale azzurra approdata ai quarti  del mondiale francese contro i padroni di casa. E’ l’Italia di Cesare Maldini sorteggiata insieme a Cile, Camerun e Austria e finita nel girone B. Questa la rosa dei giocatori : Pagliuca, Toldo, Costacurta, Nesta, Bergomi, Cannavaro, Maldini, Di Livio, Chiesa, Dino Baggio, Albertini, Di Matteo, Di Biagio, Vieri, Inzaghi, Roberto Baggio, Moriero, Del Piero, Pessotto.

Un pareggio e due vittorie nella fase di avvio, 2 -2 col Cile, 3 – 0 contro il Camerun, 2 –1 nella partita con gli austriaci , poi la lotteria dei penalty nell’incontro dei quarti contro i transalpini, ci sarà fatale l’errore dagli undici metri di Demetrio Albertini ma soprattutto il pallone calciato malamente da  Gigi Di Biagio che si stampa sulla traversa per il definitivo 4-3 dei galletti che vinceranno poi il torneo iridato. 

Tre premi oscar – migliore attore protagonista, miglior film straniero e miglior colonna sonora – per Roberto Benigni e il suo struggente La Vita è bella, ma il film dell’anno , almeno per un povero mentecatto come me, è ArmageddonGiudizio Finale  , diretto da Michael Bay, interpreti il grintoso Bruce Willis nei panni di un esperto di perforazioni petrolifere che deve salvare il mondo da un asteroide gigante , la splendida Liv Tyler e Ben Affleck , il nuovo bello di Hollywood. Fantascienza allo stato puro, dialoghi esilaranti,  ritmi serrati, retorica yankee all’ennesima potenza, un divertimento sopraffino per palati poco esigenti sorretto dalla magnifica colonna sonora degli Aerosmith . 

L’epilogo del secolo, 1999 fuga dal millennio.

A marzo le forze aeree della Nato cominciano a bombardare la provincia serba del Kosovo e la stessa Serbia, a giugno cessano i bombardamenti e viene firmato l‘accordo per il cessate il fuoco e l’occupazione delle truppe Nato  del territorio del Kosovo. Il 13 maggio Carlo Azeglio Ciampi diventa il decimo presidente della Repubblica Italiana – una vera disfatta per le forze progressiste -  alle elezioni europee del 13 giugno socialdemocratici e partiti di sinistra in genere vanno a bagno in tutto il vecchio continente, resiste la Francia, nella Penisola forte arretramento anche per il Pds –appena trasformatosi in Ds – la coalizione di governo è ormai alla frutta.

Il 27 giugno la prova del nove alle amministrative, record negativo di affluenza alle urne e vittoria schiacciante delle destre . Segno inequivocabile della  crisi dei democratici di sinistra  quanto accade a  Bologna dove dopo oltre mezzo secolo  la sinistra perde l’amministrazione comunale del capoluogo emiliano .

Mentre il presidente statunitense si rimette le mutande per essere processato per falsa testimonianza,  ci lascia un altro mito della canzone d’autore italiana , Fabrizio De Andrè  scompare l’11 gennaio a soli 58 anni . Roberto Benigni un paio di mesi dopo vince tre Oscar con il commovente La vita è bella intanto per tirare avanti la baracca della Domenica sportiva ci si mettono in tre, il conduttore Marco Mazzocchi , l’opinionista Giorgio Tosatti e il moviolista Carlo Longhi .

Bonolis e Laurenti cominciano la serie di Ciao Darwin, Raimondo Vianello e Sandra Mondaini continuano a sfornare i divertenti  episodi  dell’intramontabile  Casa Vinello. Su Italia 1 approdano le temibili Iene e il buonismo degli italiani viene appagato dalla nuova serie per tutti Un medico in famiglia. Ancora lucciconi in agguato per la sensibile Lety, sulla rampa di lancio i nuovi caramellosi episodi di Una donna per amico e della Dottoressa Gio interpretati nell’ordine dalla funerea  Elisabetta Gardini e dall’affascinante Barbara D’Urso.

Nel luglio 98 approfittando del  conveniente affare propostomi da  un‘avvenente collega della mia dolce metà , tale Lilla,  acquistai  un Aprilia Gulliver a sprezzo stracciato e pensionai il vecchio Vespino ormai malandato , una decisione che  si rivelò,  purtroppo , alquanto infelice.

Per anni avevo attraversato in lungo e largo le vie di Roma  a bordo della mia fedele Vespa 50 senza incappare in grane o sfortunati incidenti, qualche foratura, un paio di capitomboli in fondo alle note buche della capitale, niente di più, la situazione cambiò  drasticamente non appena montato in sella al nuovo scooter.

Un paio di segnali avrebbero dovuto mettermi sul chi vive , ma la fretta di tornare in corsa per sbrigare affari e commissioni non mi lasciò il tempo  di valutare col dovuto giudizio la reale situazione.   Nel primo caso , era un caldo mattino d’agosto , sprofondai in una voragine sulla Tangenziale Est riuscendo miracolosamente a restare illeso, sono un gran mal di culo ,  in una seconda occasione quando, mentre attraversavo viale Regina Margherita  durante un temporale torrenziale , credo fossimo all’inizio di settembre, infilai  la ruota anteriore  nei binari del 30 mettendomi a pattinare lungo le rotaie come un tram impazzito. Controllai a stento il  manubrio  e  ,  nonostante paurose sbandate ed acrobatiche  piroette ,  anche questa volta riuscii a cavarmela senza un graffio.

Il grande botto era comunque nell’aria , la sfiga  sembrava perseguitarmi e  puntuale incrociò la mia strada il 19 febbraio 1999, per l’occasione assunse la sgraziata forma di una decrepita Opel Kadett color bianco latte.

Da piazzale degli Eroi arrancavo su viale delle Medaglie d’Oro per raggiungere via Michelini Tocci  quando , per evitare un auto della Guardia di Finanza che attraversava improvvisamente l’incrocio a tutta velocità tagliandomi la strada,  fui costretto ad inchiodare il Gulliver, sembra stia compilando un Cid , evidente la deformazione professionale.  Meno pronti, purtroppo, i riflessi di chi mi seguiva : il violento  schianto mi disarcionò facendomi volare in aria mentre il motorino finiva a qualche metro di distanza. In quel breve istante che mi sembrò eterno durante il quale  rimasi a fluttuare tra cielo e terra,  prima di ricadere pesantemente sull’asfalto , rividi la mia vita come nel frenetico trailer di un film – sembra un luogo comune ma, vi assicuro, è proprio così -  senza rendermi perfettamente conto di cosa mi stesse accadendo.

Il mio angelo custode mi afferrò per il collo e mi tirò fuori dall’aldilà appena in tempo , sia pur acciaccato e indolenzito trovai le energie per rialzarmi immediatamente prima che qualche altro veicolo portasse a termine il lavoro dell’Opel, poi venni aiutato a sedere all’interno dell’auto investitrice dal conducente che , bianco in volto come un cencio ,  balbettava le sue scuse chiedendo rassicurazioni sulle mie condizioni .

Aspettammo invano come di prammatica l’intervento di una pattuglia per il verbale poi preferimmo sgombrare. Fui costretto a chiamare, ne avrei fatto volentieri a meno, Lety in ufficio perché venisse a prendermi per accompagnarmi al pronto soccorso. Arrivò trafelata dopo una ventina di minuti , imprecando contro moto, motorini e biciclette, insieme ad un collega che raccolse quel che restava del disastrato ciclomotore e, visto che ancora si metteva in moto, lo portò al sicuro sotto le alte querce di Villa Borghese, sarei andato a recuperarlo una volta rimessomi.

Preferisco non dilungarmi sull’episodio di abituale malasanità di cui fui remissiva vittima nell’occasione ,dopo circa tre ore venne comunque anche il mio turno e gli indolenti medici del Policlinico Umberto I° si decisero a visitarmi: cervicalgia da contraccolpo, distrazione muscoli lunghi del collo, contusione toracica, questa la diagnosi. Collare alla Pluto, qualche giorno di riposo, una decina di sedute di fisioterapia, un ciclo di massaggi e ultrasuoni   e tornai come nuovo. Avrei dovuto riprendere i trattamenti più avanti per non correre il rischio di eventuali complicazioni , ma il risarcimento riconosciutomi dalla compagnia assicuratrice mi servì per pagare le tasse al Principe Giovanni , non bastò ma contribuì in maniera determinante a salvarmi dalla bancarotta . In fondo -  pensai -  non tutti i mali vengono per nuocere, per curarmi avrei avuto tempo in seguito, per il momento sarebbe stato meglio chiudere i conti con  lo spietato fiscalista Vincenzo  Visco,  all’epoca del fatto ombroso titolare delle Finanze.  L’avete mai osservato attentamente? Sguardo torvo, occhi cerchiati di nero, labbra sottili, un cognome che fa rima con fisco, nel D.n.a. il veleno di un cobra, un autentico vampiro nato apposta per far le pulci agli inermi contribuenti. Ora è fuori dalle palle, a sostituirlo  è arrivato  un pupazzetto incapace d’intendere e di volere. Con quell’altro perlomeno potevi incazzarti, imprecare  e augurargli le peggiori sofferenze, con questo inespressivo capoclasse al contrario sei costretto a trattenerti  , sembra di sparare sulla croce rossa.

Con parte dell’ indennizzo riparai alla meno peggio l’Aprilia e tornai in sella, ma l’incompatibilità tra il sottoscritto e l’indocile scooter perseverò,  seguitai a seminare brandelli di pelle sul bitume e  a collezionare lividi sulle ginocchia . La questione era ancora aperta,  presto ne avrei avuto  la prova definitiva,  ancora un ruzzolone  a dicembre su via dei Monti Tiburtini , ad un passo al Sandro Pertini,  a causa del solito brecciolino   lasciato sull’asfalto da qualche stronzo dopo i canonici  lavori di scavo che deliziano i centauri della capitale, poi il definitivo e doloroso epilogo di questa sfortunata convivenza , affronteremo la faccenda tra qualche pagina.  

La situazione finanziaria intanto andava facendosi sempre più difficile, operai diversi buchi alla cinghia prima di capitolare, tenni duro per qualche anno prima di decidere , poi, quando la crepa assunse il preoccupante aspetto di una voragine e il rischio di finire strangolato dall’usuraio di turno si fece più probabile, prossimo al disastro gestionale, compresi che era arrivato il momento di trasferire il modesto arredo d’agenzia da piazza Gondar a viale Libia  liberandomi così di parte delle spese, la quota condominiale e le utenze relative al vecchio ufficio.

Tutto questo comportava un certo rischio, ignoravo infatti quale reazione avrebbe potuto avere una clientela impigrita e abituata a frequentare la sede storica, oltre a ciò avrei dovuto abbandonare per sempre la stanza dov’ero cresciuto e, soprattutto, tagliare definitivamente quel cordone ombelicale mai interamente reciso che ancora mi legava a mia madre.

Proprio quest’ultima circostanza mi persuase alfine al fatidico passo.

Riscattai la mia polizza vita e quella di Letizia, ci rimisi qualche lira ma il gruzzoletto mi permise di sistemare sospesi e debiti, mi recai dal notaio per chiudere l’ormai superflua società di cui ero rimasto unico socio e aprire la nuova ditta individuale , infine, contattato il capo area di Axa ,chiesi ed ottenni di volturare  il mandato agenziale.

Portate a termine le incombenze d’ordine amministrativo non mi restava che ristrutturare l’appartamento di viale Libia previa un’opportuna  modifica al contratto d’affitto che me ne consentisse anche  l’uso commerciale .

L’avido padrone approvò senza riserve la nuova destinazione d’uso preferendo però nella circostanza intestare appartamento e nuovo contratto di locazione al figlio Simonpietro , valente commercialista e mio attuale aguzzino.

Quando incaricai il mio amico Tonino di cominciare i lavori il sole d’agosto aveva già arroventato le mura del palazzo a due passi dalla Upim, era l’estate del 1999, gli ultimi scampoli del ventesimo secolo.

Di villeggiatura quell’anno non se ne parlò nemmeno, prima di tutto il portafoglio era malinconicamente vuoto , oltre a ciò  occorreva fare in fretta a mettere su i nuovi locali d’agenzia prima che tornasse dalle ferie la torma degli assicurati, da me avvisata con una circostanziata lettera dell’epocale trasferimento in corso.

Dopo aver innalzato al centro dello sconfinato salone un pannello divisorio per la creazione di un ambiente dove sistemare lo studio, un paio di biondi e robusti operai polacchi posizionarono i nuovi interruttori e tinteggiarono le pareti . L’armadio a muro  situato in corridoio diventò l’archivio d’agenzia, in breve i nuovi ambienti erano pronti ad accogliere l’abbronzata e riposata clientela, restava solo da traslocare il mobilio  dal vecchio al nuovo ufficio.

Nella canicola di quella tarda mattinata di agosto l’appartamento di piazza Gondar appariva persino più vuoto e immenso, ancora una volta la malconcia proprietaria  se n’era temporaneamente allontanata per una delle ormai abituali degenze in qualche casa di cura - non ricordo quale - all’interno si avvertivano soltanto i colpi secchi del martello impugnato dai due già segnalati muratori dell’est - improvvisatisi per l’occasione falegnami e facchini - che provvedevano a smontare pezzo per pezzo la giurassica libreria del mio studio sollevando nugoli di pulviscolo che s’incendiava attraversando le fenditure della serranda abbassata.

A poco a poco le quattro pareti della nota stanza, adibita da qualche anno ad agenzia, dove avevo trascorso sia l'infanzia che l’età della ragione , si svuotarono, prima la scrivania poi la libreria infine le ultime suppellettili. Fissato a un chiodo arrugginito rimase appeso un calendario, che ancor oggi evidenzia il mese del mesto abbandono, sotto ad esso il mobiletto grigio fottuto alla Levante assicurazioni qualche anno prima dove conservo tuttora la mia collezione di Tex. Sul consumato parquet opaco irrimediabilmente graffiato restò evidenziato ad imperitura memoria l’inconfondibile  contorno dell’arredamento rimosso.

Ancora una volta un pugno mi colpì duro allo stomaco, gli occhi si riempirono di lacrime - riuscii a trattenerle a stento- lasciai transitare un lungo brivido lungo la schiena, respirai a fondo e ,chiusa la porta dietro di me, abbandonai quella infuocata stanza ormai vuota.

Si chiudeva per sempre la leggendaria epopea della gloriosa Aurass  , dalle sue ceneri emergeva, briosa e spumeggiante, la nuova vedette delle agenzie di assicurazioni , la ditta individuale Marco Tiddi, fui costretto a congedare anche il mio unico malinconico impiegato, all’orizzonte si addensavano minacciosi nuvoloni.

A settembre la sosta a pagamento arriva anche nel nostro quartiere, di lì a poco viale Libia diventa strada verde , sparisce il traffico che si trasferisce nelle vie limitrofe asfissiando i malcapitati residenti e chiudono uno dopo l’altro gli ultimi esercizi commerciali sopravvissuti all’invasione di supermercati e centri commerciali.

Questo intrigante itinerario sul filo della memoria potrebbe concludersi anche così , ai confini del nuovo secolo il finale di questo accattivante ritratto generazionale sospeso tra ironia e nostalgia appare prevedibile. Eppure ,quando tutto sembra ormai scritto e i giorni s’avviano lungo la soporifera china  dell’ovvio, improvviso sopraggiunge a spezzare questa stanca tranche de vie qualcosa d’insolito, echeggiando anzi il titolo di un celebre film di qualche tempo fa,oserei suggerire Qualcosa di biondo.