Lungotevere

 

 

 

Giornate meravigliose in questo inizio d’autunno, l’azzurro vivace del cielo, completamente sgombro dalle foschie di stagione, scolora all’orizzonte tratteggiando ad acquerello il profilo delle vecchiecase di lungotevere. Capricciose folate di vento, addolcite dal tepore di questo luminoso mattino, si fanno carezza, ed io, immobile, mi lascio carezzare la schiena dai raggi del sole.

Appoggio i gomiti sul parapetto, osservo scorrere le acque tranquille del fiume che nel suo corso sinuoso costeggia l’abito buono della città e seguo i tremuli riflessi e i piccoli gorghi attorno ai grossi piloni di ponte Cavour. Ai lati del viale le vetrine scintillanti di Prati, lungo il marciapiede banchi, bancarelle e teloni stesi a terra con su raccolta, alla rinfusa, la merce più disparata. Tutt’intorno una folla di curiosi osserva, discute, contratta, scherza, protesta… infine compra o riprende, delusa, il suo svogliato passeggio.

La nostra vita procede ormai alla moviola, fatta di scatti lentissimi, quasi impercettibili, pare che nessuno abbia altro da fare se non preoccuparsi della rata di mutuo in scadenza. Ricordo giorni, neppure troppo lontani, nei quali il tempo non ti bastava mai e le ore scorrevano come fossero minuti. Oggi progetti non se ne fanno più, tutt’al più ci si affida a qualche buona intenzione, osservando con colpevole distacco capriole e piroette di chi, giorno dopo giorno, ci ruba il futuro… ma non ho voglia di malinconie, sembra stiano arrivando freddo e maltempo, per cui non so che programmi abbiate voi, ma io, per quanto un tantinello preoccupato, mi godo questa giornata luminosa prima che me la porti via il domani.

Marco Tiddi 

Il Messaggero (2 ottobre 2010)