Marco Tiddi

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         25/09/2004

Spett.le

Il Tempo

"Caro Direttore"

Sede

 

L’incredibile iniquità del codice della strada

 

Caro Direttore,

                        in questo strano paese non bisogna scontentare nessuno , va da sé che  il legislatore  assesta un colpetto al cerchio ed un  altro alla botte lasciando alla sorte e alla “libera” interpretazione” ,non si sa bene di chi , la valutazione caso per caso  di particolari eventualità che potrebbero costare molto caro agli utenti delle due ruote già abbondantemente taglieggiati da autorità giudiziarie e  assicuratori.

Gli articoli 116 e 125 del codice della strada stabiliscono che l’aspirante conducente di un motoveicolo,  munito di foglio rosa per il conseguimento della patente A o del fatidico patentino per ciclomotori , può liberamente esercitarsi alla guida purché ciò avvenga in luoghi poco frequentati. Sembra inoltre che tale situazione non debba intendersi come caratteristica della strada percorsa ma in concreto ,al momento dell’eventuale contestazione o, peggio, del fatidico incidente. Resta quindi a discrezione di carabinieri e municipale , immagino, e al particolare umore dell’agente intervenuto sul posto , stabilire se il centauro  pizzicato “viaggiava” o “si esercitava”.

Vada pure per il dire e non dire in occasione dell’eventuale contestazione da parte delle autorità preposte , al massimo ti becchi la solita multa “eurocaricata”ormai intesa ,dalla quasi totalità dei malcapitati utenti della strada,  come uno dei tanti balzelli dovuti al principe Giovanni . Ma se in caso di sinistro la Compagnia d’assicurazione ,dopo aver pagato il terzo  danneggiato, effettua la rivalsa nei confronti del proprietario del mezzo? Le norme delle condizioni generali d’assicurazione parlano chiaro: “l’assicurazione non è operante se il conducente non è abilitato alla guida a norma delle disposizioni in vigore”, disposizioni che, come abbiamo visto, sono , a dir poco, variabili, relative o meglio ancora, visto che l’aggettivo è quanto mai  di moda, flessibili.

Chi racconterà al padre di famiglia che si vedrà portare via la casa in caso di   sinistro di particolare gravità che il figlio non si stava esercitando ma guidava senza patente?

Esagero? Non credo . La colpa non è dei figli che rompono i coglioni non appena in possesso del foglio rosa, né dei padri costretti ad accontentarli visto che su quei figli si addensano all’orizzonte nubi sempre più scure , la colpa è di leggi inique e arbitrarie messe in circolazione da burocrati incapaci innalzati agli onori della vita pubblica non certo per meriti ma perché non si sa dove piazzarli..

Cordialmente.

 

(Marco Tiddi)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



Pubblicata in data 26/9/2004 sul quotidiano "Il Tempo"
nella rubrica "Caro Direttore"-