Marco Tiddi
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14/10/00

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Direttamente al sindaco


Viale Libia strada verde, ma di rabbia



Il Tempo di domenica 22 marzo 1959,cronaca di Roma,titola:"Un complesso viario,lungo 700 metri collegherà il viale Libia con Montesacro".La spesa prevista è di un miliardo e trecento milioni:viene costruito il "Ponte delle Valli".
Per quaranta lunghi anni traghetta milioni di automobilisti verso il centro.
Estate 1999 non serve più,con un litz mentre i residenti sono per lo più in vacanza,viene vietato l'accesso su viale Libia per il quale era stato progettato.
I malcapitati provenienti da Montesacro possono imboccarlo ma alla fine devono voltare a destra o a sinistra verso la via Nomentana o la via Salaria per andare ad intasare quelle strade già al collasso per il transito dei numerosi lavoratori pendolari provenienti dalla provincia.
Il percorso inverso è ancora,se possibile,più da manicomio,un vero gioco dell'oca con penalità del tipo "torna indietro,percorri due isolati,ferma l'auto,dai un paio di capocciate al muro,paga la multa e torna al punto di partenza."
Qualche giorno fa dovevo trasportare un amico di mio figlio al Pronto Soccorso,per evitare una stupida gincaca di circa un chilometro per imboccare la tangenziale,ho chiesto ad un vigile,vista la situazione, di percorrere poco più di dieci metri di viale Libia,riservata agli autobus per svoltare su viale Etiopia.
Niente da fare,con aria strafottente,senza proferir parola mi ha intimato di svoltare su via Lago Tana per andare a impantanarmi su via Tripolitania,bloccarmi all'incrocio di via Galla e Sidama,voltare a sinistra, incrociare viale Etiopia,fernarmi altri dieci minuti per far scorrere il traffico proveniente da viale Somalia e finalmente girare ancora a destra per dirigermi verso la tangenziale e raggiungere il "Sandro Pertini".
Però il livello dello smog a viale Libia è calato,gli abitanti delle strade limitrofe girano con la maschera antigas,ma viale Libia è finalmente strada verde,sì ma di rabbia.
Cordialmente.


(Marco Tiddi)



Pubblicata in data 15/10/2000 sul quotidiano "il Tempo"
-Lettere alla Cronaca-